IRAQ, crimini di guerra e deportazioni. Sinjar: i risarcimenti non arrivano

Ancora oggi 183.000 sinjari risultano ancora sfollati, eppure, nonostante anni di attesa non un solo abitante di quella terra ha mai ricevuto il risarcimento, un diritto che gli deriva in virtù della legge irachena «sulla distruzione e il danneggiamento della proprietà»

a cura di Shorsh Surme, pubblicato si “Panorama Kurdo” il 13 agosto 2024,  https://www.panoramakurdo.it/2024/08/13/iraq-sinjar-i-risarcimenti-che-non-arrivano/ Sinjar (in curdo Şingal) è una regione che per un decennio è stata teatro di gravi crimini di guerra e di deportazioni di massa. Ancora oggi 183.000 sinjari risultano ancora sfollati, eppure, nonostante anni di attesa non un solo abitante di quella terra ha mai ricevuto il risarcimento a cui ha diritto, un diritto che gli deriva in virtù della legge irachena «sulla distruzione e il danneggiamento della proprietà».

MIGLIAIA DI SINJARI PROFUGHI IN KURDISTAN

L’80% delle infrastrutture pubbliche e il 70% delle abitazioni nella città di Sinjar sono state distrutte tra il 2014 e il 2017 a seguito del conflitto ai tempi di Islamic State (ISIS). In assenza di risarcimenti molti sinjari sfollati non posseggono i mezzi finanziari necessari al ritorno nelle loro zone di origine, poiché non sono in condizioni di poter ricostruire le proprie case e riavviare le attività lavorative cessate a causa della guerra. A distanza di un decennio decine di migliaia di sinjari vivono ancora nei campi profughi del Kurdistan iracheno, dipendendo in massima parte dall’assistenza umanitaria. È per questo che l’avvicinarsi della scadenza del 30 luglio, la chiusura di questi campi e l’erogazione di questi risarcimenti diviene per il governo federale di Baghdad ancora più importante.

IN ATTESA DELL’EROGAZIONE DA PARTE DI BAGHDAD

Secondo quanto riferito a Human Rights Watch da un rappresentante dell’Ufficio competente per il  Sinjar, un anno fa 3.500 richieste di risarcimento inoltrate erano in attesa di pagamento da parte del Dipartimento finanziario del Governatorato di Ninewa, un numero che oggi è salito a 10.000, tutto ancora in assenza di un singolo pagamento, L’ufficio ha elaborato altre 26mila richieste che sono in attesa dell’approvazione finale dalla corte d’appello prima di inviarle al Dipartimento finanziario per il pagamento. «Abbiamo terminato l’esame di tutti i casi presentati tra il 2021 e il 2023, quindi non ci sono più pratiche inevase – ha inoltre dichiarato al riguardo il giudice Ammar Mohammed, che ricopre la funzione apicale nel Comitato per il risarcimento di Tel Afar, ente supervisionatore dell’Ufficio di Sinjar -, abbiamo svolto il nostro lavoro, ora è compito del governo pagare».

ARRETRATEZZA DEGLI UFFICI

Ma, le condizioni stesse nelle quali versa l’ufficio di risarcimento di Tel Afar ingenera preoccupazioni riguardo alla concreta intenzione del Governo iracheno di conferire l’adeguata priorità al problema. Infatti, i locali risultano essere scarsamente arredati, si tratta di una casa in affitto nella quale pile di cartelle gialle sono accatastate sul pavimento e sugli scaffali. Ogni fase dei procedimenti amministrativi viene effettuata analogicamente ricorrendo a modulistica cartacea. «Abbiamo chiesto al Governo di aiutarci a digitalizzare il processo, ma non è successo nulla – sottolinea sempre il giudice Mohammed -; non abbiamo nemmeno scaffali adeguati e siamo preoccupati per i fascicoli, perché se dovesse piovere molto e l’ufficio si allagasse, le carte verrebbero danneggiate e i richiedenti si troverebbero a dovere riavviare la pratica, ricominciando da capo».

SI MUOVE LA BUROCRAZIA

Dopo la pubblicazione del rapporto di Human Rights Watch di maggio 2023, il ministero degli Affari Esteri iracheno ha diramato una circolare nella quale si delineavano le misure adottate dall’Ufficio del primo ministro allo scopo di facilitare l’erogazione delle somme di denaro dei risarcimenti. Tra di esse figuravano la semplificazione delle procedure di sicurezza, l’adeguato finanziamento della Legge n.20 e la fornitura di supporto logistico e personale al sottocomitato per i risarcimenti.

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