MEDIO ORIENTE, terrorismo. Il ruolo pionieristico di Hezbollah nelle azioni compiute da attentatori suicidi

I risultati di una recente indagine condotta dalle forze armate israeliane induce a rileggere la serie di azioni terroristiche compiute con camion e auto bomba in Libano del 1982. Di seguito pubblichiamo il punto di vista al riguardo espresso da Yaakov Lappin (corrispondente ed esperto di affari militari, oltreché analista presso il Miryam Institute e ricercatore associato presso l'Alma Research and Education Center, il Begin-Sadat Center for Strategic Studies e la Bar-Ilan University), che sull’argomento ha interloquito con il professor Ely Karmon

a cura di Yaakov Lappin, articolo stato pubblicato il 9 luglio 2024 su Jewish News Syndacate (JNS), https://www.jns.org/hezbollahs-pioneering-role-in-suicide-terrorism/ Le Forze di difesa israeliane (IDF, Tsahal, n.d.t.) hanno recentemente rivisto la loro interpretazione ufficiale dell’esplosione mortale che nel 1982 distrusse un edificio nel Libano meridionale utilizzato da Israele a scopi amministrativi, individuando nell’azione terroristica gli incunaboli «pionieristici» di Hezbollah nel campo degli attentati suicidi in Medio Oriente.

AGLI INCUNABOLI DEGLI ATTENTATI SUICIDI

Una nuova commissione d’inchiesta diretta dal maggiore generale (a riposo) Amir Abulafia, che includeva membri dell’Agenzia per la sicurezza (servizi di intelligence, n.d.t.) e della polizia israeliana, ha stabilito «con elevati margini di probabilità» che il crollo dell’edificio amministrativo avvenuto a Tiro l’11 novembre 1982 venne causato da un attentato suicida compiuto mediante il ricorso a un’autobomba. L’attacco provocò la morte di 76 membri del personale di sicurezza (Border Police, militari e Isa, cioè distaccamento dello Shin Bet in Libano) e di 15 detenuti libanesi. In seguito fu Hezbollah a rivendicare la responsabilità dell’attacco, commemorando la morte del suo «primo martire». Già in precedenza, Ely Karmon, ricercatore senior presso l’Istituto internazionale per il contrasto del terrorismo presso la Reichman University di Herzliya, ebbe modo di sottolineare che questa conclusione non costituiva affatto una novità.

11 NOVEMBRE: MARTYR DAY

«La maggior parte, se non tutti gli esperti di Hezbollah e di attentati suicidi, ritennero fin da subito che l’azione terroristica andasse ricondotta a una operazione suicida dell’organizzazione sciita libanese», sottolinea oggi lo stesso Karmon nell’intervista rilasciata a JNS. Egli argomenta che un monumento edificato non lontano da Baalbek, in Libano, venne dedicato proprio allo shahid diciassettenne Ahmad Qasir, l’attentatore che materialmente compì l’azione. Hezbollah celebra quell’attacco ogni anno il giorno 11 novembre, data divenuta rituale con la denominazione di «Martyr Day», ed Nasrallah stesso a indicare quell’attentato suicida come il primo compiuto dalla sua organizzazione. «Circa un anno dopo quell’azione terroristica – prosegue Karmon -, il 4 novembre 1983 un altro attentato suicida venne compiuto nella città di Tiro. In quel caso l’attentatore condusse un pick-up carico di esplosivo contro un edificio dell’Isa situato in una base delle IDF, provocando la morte di 28 israeliani e di 32 prigionieri libanesi, oltre al ferimento di altre 40 persone».

I «PIONIERI» DELLA MORTE

Questi attentati consacrarono definitivamente Hezbollah quale forza «pionieristica» nel terrorismo suicida regionale. Tuttavia, aggiunge Karmon, si ritiene che il primo attentato suicida moderno in Medio Oriente sia stato compiuto il 15 dicembre del 1981, quando il gruppo islamista sciita iracheno al-Dawa attaccò l’ambasciata irachena a Beirut». L’esplosione rase al suolo l’edificio della sede diplomatica provocando la morte di 61 persone e il ferimento di almeno un centinaio. «Fu probabilmente il primo dei cinque attentati dinamitardi organizzati da Imad Mughniyeh, leader terrorista di Hezbollah». Mughniyeh sarebbe stato poi ucciso nel 2008 da un’autobomba a Damasco, in Siria. «La branca libanese del partito iracheno Dawa venne fondata negli anni Sessanta e nel 1982 divenne una componente fondamentale di Hezbollah, quando il movimento politico-militare sciita venne fondato». Ad avviso di Karmon, il ricorso agli attentati suicidi da parte di quest’ultimo ricalca in maniera significativa le tattiche impiegate dalle forze armate iraniane nel corso della guerra tra la Repubblica Islamica e l’Iraq di Saddam.

SHUHADA: DALLE PALUDI DELLO SHATT AL-‘ARAB A BEIRUT

«Il sacrificio e il martirio dei giovani o bambini soldato iraniani hanno probabilmente influenzato gli operativi di Hezbollah – prosegue l’analista di Herzliya -, durante la guerra tra Iran e Iraq ai bambini soldato iraniani venivano date delle “chiavi del paradiso” di plastica, una simbolica garanzia del loro passaggio in cielo dopo la morte. Questi giovani soldati venivano spesso utilizzati per bonificare i campi minati aprendo dei passaggi sicuri semplicemente camminandoci sopra, un atto celebrato in Iran come una forma di martirio assoluto e sublime». Ma, l’introduzione della metodologia degli attentati suicidi da parte di Hezbollah ha creato un precedente cui ben presto hanno fatto riferimento altre organizzazioni terroristiche, come quelle sunnite palestinesi. A seguito del trasferimento coatto di 415 militanti operativi di Hamas e della Jihad islamica palestinese in Libano, effettuato da Israele nel dicembre del 1992, questi ultimi allestirono un campo nei pressi del villaggio di Marj al-Zuhur, località non lontana dal confine con lo Stato ebraico.

A SCUOLA DA HEZBOLLAH

Durante la loro permanenza nel Libano meridionale, questi palestinesi vennero indottrinati e addestrati al compimento di attentati suicidi dai miliziani di Hezbollah. Un anno dopo le autorità israeliane permisero loro di fare ritorno nella striscia di Gaza e in Cisgiordania (West bank), dove però iniziarono a organizzare le prime atrocità perpetrate mediante gli attentati suicidi compiuti negli anni Novanta. «L’attentato di Mehola Junction del 16 aprile 1993, in Samaria (Cisgiordania, n.d.t.), rappresenta il primo attentato suicida compiuto con un’autobomba compiuto da terroristi di Hamas e Jihad islamica palestinese. Questo è stato poi seguito da un’altra azione suicida con autobomba compiuta a Beit El il 4 ottobre 1993 da Sulayman Zidan, membro di Hamas.

VELIVOLI CONTRO EDIFICI

Nel suo libro “Tried by Fire”, Bassam Abu-Sharif (già portavoce del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, PFLP) sostiene che Waddi Haddad, leader operativo dell’organizzazione terroristica all’epoca, diede inizio agli attentati suicidi nei primi anni Settanta. Una recluta, Abu Harb, venne addestrata al pilotaggio di un velivolo bimotore per poi condurlo dalla valle della Bekaa a Tel Aviv, nell’intento di farlo schiantare contro la Shalom Tower. Il piano venne sventato perché Abu Harb si schiantò durante un atterraggio nel corso di un volo di prova, rimanendo gravemente ferito nell’incidente. Pubblicato nel 1995, il volume di Sharif precede di sei anni gli attacchi dell’11 settembre negli Stati Uniti d’America. Ma, «la diffusione delle tattiche degli attentati suicidi non si è limitata al Medio Oriente», ha sottolineato Karmon a lappin per JNS. «Nel 1983, i quadri delle Tigri Tamil dello Sri Lanka si addestravano nei campi paramilitari di Hezbollah quando venne compiuto l’attentato suicida che fece strage di Marines statunitensi a Beirut. Qualche anno dopo, il capo delle Tigri, Prabhakaran, tentò di modellare un attacco basandosi sulla tecnica del camion suicida di Beirut.

ARRIVANO LE «TIGRI», QUINDI IL PKK

Nel luglio 1987, il primo attacco suicida delle Tigri Tamil venne compiuto contro una caserma di truppe cingalesi dello Sri Lanka da un terrorista alla guida di un camion. L’attentato diede avvio a un’ondata di azioni terroristiche suicide che durò per più di due decenni, dimostrando la profonda influenza esercitata da Hezbollah mediante le sue sperimentate tattiche. «Ma in questo caso non sono religiosi – rimarca tuttavia al riguardo Karmon riferendosi ai Tamil – non sono islamisti, sono una organizzazione indù di orientamento marxista che, in realtà, sono antireligiosi. Essi costruiscono il concetto di martirio attorno a un’idea laica di sacrificio essenzialmente altruistico, per il bene della comunità locale». Nel 1993 le Tigri sarebbero poi giunte ad assassinare un presidente dello Sri Lanka con un attentato suicida. Anche i separatisti curdi del Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) in Turchia hanno fatto ampio ricorso agli attacchi suicidi, iniziando questa pratica mortifera alla metà del 1996. La maggior parte dei loro attentati suicidi vennero effettuati contro obiettivi militari o di polizia da donne, ma la campagna terroristica alla fine si dimostrò inefficace.

CONSOLIDATE TATTICHE MORTIFERE

Nel frattempo, la modalità dell’attentato suicida divenne propria anche degli jihadisti di Al-Qaeda, erano gli anni Novanta, quando venne concepito e progettato il più fatale attacco terroristico suicida di massa che nella storia si ricordi, quello dell’11 settembre 2011. Il dirottamento di quattro aerei passeggeri in quel giorno buio avvenne trent’anni dopo che il Fplp aveva dirottato cinque velivoli che, in seguito, fece eslplodere contemporaneamente in Giordania con delle cariche. Negli anni successivi all’11 settembre, i jihadisti ispirati ad Al-Qaeda avrebbero praticato il terrorismo suicida in Iraq, Siria e nel resto del Medio Oriente, così come nelle città dell’Europa. Anche Islamic State, organizzazione che ne fu in seguito successore, adottò la medesima tattica applicandola in Afghanistan, Medio Oriente e Africa.

L’AUTORE

Yaakov Lappin è un corrispondente ed esperto di affari militari israeliano; è analista presso il Miryam Institute, ricercatore associato presso l’Alma Research and Education Center, il Begin-Sadat Center for Strategic Studies e la Bar-Ilan University; è frequentemente ospite nelle vesti di commentatore in trasmissioni televisive di approfondimento e dibattito trasmesse da network internazionali quali Sky News e i24 News; è inoltre autore del saggio “Virtual Caliphate: Exposing the Islamist State on the Internet”.

www.patreon.com/yaakovlappin

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