NATO, vertice di Washington. L’Alleanza cerca una conferma della propria centralità

Prendendo spunto dai contenuti in discussione nella capitale degli Stati Uniti d’America, l’8 luglio a Roma, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è stata organizzata una conferenza su questo specifico argomento dalla Fondazione NATO Defense College in collaborazione con il Centro Alti Studi per la Difesa, la Hanns-Seidel-Stiftung, il NATO Defense College e la Fondazione Compagnia di San Paolo

a cura di Giuseppe Morabito, generale in ausiliaria dell’esercito italiano attualmente membro della NATO Defense College Foundation – Ormai ci siamo, dal 9 all’11 luglio Washington DC ospiterà lo storico vertice che celebrerà i 75 anni dell’Alleanza Atlantica, una svolta decisiva per l’organizzazione. Il passato vertice NATO di Vilnius (11 e 12 luglio 2023) aveva segnato un passo importante nella risposta concreta alle gravi minacce nel continente europeo e nel rafforzamento dell’Alleanza stessa. Il Concetto strategico e il Comunicato di Vilnius sottolineavano che l’Alleanza si trovava (e si trova) ad affrontare rischi e minacce provenienti da tutte le direzioni strategiche, un’evidenza che sarà confermata e ulteriormente elaborata nel prossimo vertice di Washington, compreso con un rinnovato ulteriore interesse anche alla regione meridionale dell’Alleanza.

OCCIDENTE E MINACCE

Da un lato la Federazione Russa rimane la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli Alleati e alla pace e alla stabilità nell’area euro-atlantica, ma dall’altro vi è una concorrenza sistematica da parte di paesi che cercano di indebolire il sistema internazionale basato sulle regole, come la Cina Popolare, ed esistono una serie di minacce asimmetriche soprattutto nella regione meridionale (instabilità e conflitti continui, traffici illegali, cambiamento climatico, terrorismo, operazioni ibride, eccetera), che contribuiscono all’instabilità oltre i confini della NATO.

QUESTIONI SUL TAPPETO

Tra le principali questioni che l’Alleanza si prepara, quindi, a esaminare nel prossimo vertice di Washington figurano il mantenimento e la messa a punto del consenso politico, la centralità della NATO come principale garante della sicurezza internazionale e una riflessione sull’evoluzione del ruolo dell’Alleanza in uno scenario che prevede la sinergia dei contributi. Si aggiunge poi il necessario rinnovamento della base industriale tecnologica di difesa (Itdb) e il ripristino della deterrenza nucleare e convenzionale, sostenuto da un approccio alla sicurezza a 360° che comprenda le politiche per la pace e la questione femminile. In aggiunta, bisogna rafforzare concretamente ed espandere i partenariati esistenti nella regione sud con i Paesi nordafricani e del Medio Oriente partecipanti all’accordo del Dialogo mediterraneo (Md), nonché con quelli della Cooperazione dell’Iniziativa di Istanbul che si affacciano sul Golfo Persico (ICI).

INTEGRARE LA DETERRENZA

Questo al fine di integrare la deterrenza contro la Russia anche al di fuori dell’Europa (Mosca cerca di destabilizzare sia paesi arabi, sia il Sahel e sfruttare a suo interesse il conflitto israelo-palestinese).  Sarà necessario, sempre più, prevenire e gestire le crisi le cui conseguenze umane ed economiche incidono sulla stabilità di numerosi alleati e partner europei e, in aggiunta, garantire le porte verso l’Oceano Indiano in una emergente prospettiva indo-pacifica dove salvaguardare tutte le democrazie a partire dalla Repubblica di Cina – Taiwan minacciata dalla Cina Popolare. Prendendo spunto dai contenuti previsti per il vertice di Washington, il giorno 8 luglio a Roma, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è stata organizzata una conferenza su questo specifico argomento dalla Fondazione NATO Defense College in collaborazione con il Centro Alti Studi per la Difesa, la Hanns-Seidel-Stiftung, il NATO Defense College e la Fondazione Compagnia di San Paolo.

LA CONFERENZA DI ROMA

La discussione e gli approfondimenti affronteranno le prossime sfide politiche della NATO (deterrenza, sinergia di contributi, rinnovamento dell’industria, sostegno a Kiev, approccio alle crisi a 360 gradi, sicurezza cooperativa comprese le politiche a favore della pace della sicurezza delle donne). In aggiunta si esaminerà su come rafforzare ed espandere i citati partenariati esistenti nella regione meridionale contrastando l’instabilità e le influenze esterne, che possono avere effetti molto concreti sulla pace sia sul commercio internazionale e regionale sia sull’immigrazione clandestina.

Condividi: