SERVIZI PUBBLICI, trasporti. Taxi, Verzari (Uiltrasporti): «Vergogna, è mancato aggiornamento regole del settore: sciopero non contro aumento licenze, ma per salvaguardare il lavoro»

Roma , 27 maggio – «Svolgere il proprio lavoro e assicurare un servizio di pubblica utilità in un quadro normativo incerto e anacronistico, è questa la vera vergogna nazionale a cui i tassisti italiani sono costretti a sottostare ormai da troppo tempo». Così il segretario generale della Uiltrasporti, Marco Verzari, replica alle polemiche divampate a seguito della proclamazione dello sciopero nazionale annunciato dai tassisti per il 5 e il 6 giugno prossimi. «Al contrario di quanto voglia far emergere una certa parte della politica che continua a strumentalizzare la questione senza affrontare il problema alla radice – ha prosguito il sindacalista -, lo sciopero proclamato dai tassisti per il 5 e il 6 giugno non è contro l’aumento delle licenze, operazione che crediamo invece necessaria, bensì contro la mancata volontà da parte di governo e istituzioni di aggiornare e definire un quadro regolatorio divenuto ormai superato e ingestibile. I tassisti che lavorano all’interno del perimetro del trasporto pubblico locale non di linea e svolgono quindi un servizio di pubblica utilità con tariffa controllata, con obbligo di servizio e turni assegnati, sono costretti a sopportare l’abusivismo sfrenato di chi, con autorizzazioni rilasciate da comuni piccoli e spesso lontani, opera senza controllo nelle maggiori città italiane ad alto interesse turistico ed economico. Una stortura che impedisce anche alle amministrazioni locali di programmare correttamente gli organici in funzione delle proprie necessità. Prima di chiedere dunque la liberalizzazione del mercato senza regole con il rischio di aggravare le storture del sistema e portare a nuove forme di sfruttamento, è necessario che si riapra il confronto per poter finalmente portare a conclusione il percorso di aggiornamento della Legge 21/1992 e la stesura di testi condivisi dei due decreti attuativi sul foglio elettronico e sul registro nazionale elettronico e il Dpcm sulle piattaforme elettroniche. Tutto questo a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, ma anche dell’utenza stessa».

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