La Repubblica federale tedesca sta diventando un paese popolato in massima parte da atei? Il quesito, posto retoricamente dalla newsletter della Konrad-Adenauer-Stiftung (Kas), “Un caffè con la Germania”, appare quanto pià giustificato alla luce della emorragia di fedeli che affligge le due grandi Chiese tedesche, un fenomeno rispetto al quale non si intravede una inversione di tendenza.
SECOLARIZZAZIONE DEL PAESE
A venire interessata dalla flessione è in modo particolare la Chiesa evangelica, infatti, lo scorso anno si è registrato un calo dei protestanti pari a oltre mezzo milione di fedeli. I dati sono stati diffusi dalla stessa Chiesa evangelica tedesca, essi forniscono un quadro sconfortante: nel 2023 in Germania il numero totale di evangelici è diminuito di 590.000 persone. Alla fine dell’anno le venti chiese luterane locali contavano su quasi 19 milioni di appartenenti, una cifra che ha indotto il vescovo Kirsten Fehrs (presidente del Consiglio dell’Associazione delle Chiese evangeliche, a dichiarare sconsolata che la sua «diventerà la Chiesa più piccola e più povera», aggiungendo che si tratta di «una sfida che va però egualmente affrontata».
MENO LUTERANI E MENO CATTOLICI
«Seppure con meno membri – ha poi ella aggiunto -, compito della Chiesa rimane quello di impegnarsi per la carità, l’umanità e la trasmissione della fede cristiana». Secondo i dati resi noti dalla Conferenza episcopale tedesca, nel 2022 quasi 523.000 persone hanno abbandonato la Chiesa cattolica. Sulla base del Diritto tedesco, a differenza dell caso italiano, in Germania l’appartenenza a una confessione religiosa rientra nei compiti di pertinenza delle anagrafi, presso le quali è possibile presentare domanda formale di uscita da essa.
