ACQUA, riciclo reflue e sostenibilità degli impatti. Da un ciclo lineare a un’economia circolare

Si tratta di una sfida culturale anche in termini di «sistema paese». A Roma un’importante momento di confronto sul tema che ha visto la partecipazione di amministratori, accademici, imprese e ricercatori. Le specifiche problematiche che affliggono l’Italia rendono sempre più necessaria una implementazione del trattamento quaternario delle acque. Riciclo e riuso, dissalazione, collettamenti delle precipitazioni meteoriche, depurazione: in Italia, nonostante la direttiva europea (che, per altro si ritiene debba venire riformulata in alcune sue parti), la pratica del ricorso alle «acque non convenzionali» non dappertutto fuziona adeguatamente. Il riutilizzo in sicurezza delle acque reflue a beneficio dell’agricoltura, settore che assorbe buona parte delle risorse idriche nel Paese, è stato uno dei temi centrali del confronto, la cui registrazione audio integrale viene resa disponibile da insidertrend.it (A626)

Agricoltura ma non soltanto, dunque: di fronte a una incipiente siccità, che non è esclusiva conseguenza dei mutamenti climatici in atto, si è alla ricerca di potenzialità che, una volta attualizzate, siano in grado in fasi di stress idrico di fornire un contributo sia al settore primario che, almeno in parte, al soddisfacimento del fabbisogno di acqua per usi sanitario e potabile.

ALLA RICERCA DELLA RESILIENZA IDRICA DI SISTEMA

Tuttavia, al conseguimento di questi obiettivi si frappongono ostacoli di natura sia infrastrutturale che culturale, quali ad esempio le difficoltà incontrate sul piano della comunicazione nei confronti dell’opinione pubblica (cioè agli utenti del servizio acqua), che spesso recepisce male (o addirittura non recepisce affatto) il concetto di sicurezza e riutilizzo delle acque, aspetto che induce spesso a ritrosie nella sua accettazione. La formazione culturale si pone infatti come necessaria e su di essa andrebbero quindi indirizzati maggiori sforzi, questo in una cornice dialettica che dovrebbe caratterizzarsi sul piano politico per l’assenza di divisioni derivanti da tali tematiche.

IL CONVEGNO DI ROMA

Tematiche certamente impegnative, sulle quali ieri mattina a Roma si sono confrontati amministratori, accademici, imprese e ricercatori. L’occasione è stata il convegno “Acque reflue, riuso e riciclo intelligente: le possibili strategie, che ha avuto luogo presso la Sala Europa Experience David Sassoli, a Piazza Venezia. Nel corso di esso, partendo dall’analisi delle dinamiche relative allo stress idrico e alla reale incidenza che su di esso hanno i mutamenti climatici, i convenuti si sono posti l’interrogativo se il tema fosse o meno mal posto, cioè se sia maggiormente opportuno adattare il sistema oppure mitigarlo, tenendo bene presente l’aspetto concernente la scarsità di risorse intesa quale potenziale fonte di problemi di natura sociale.

ROMA E IL LAZIO

Ovviamente, date le personalità che hanno preso parte all’evento, non si poteva non affrontare la situazione delle acque e del servizio idrico integrato nel Lazio e, in particolare, a nella vasta area metropolitana della città di Roma. Una fotografia del territorio che ne ha evidenziato problematicità e potenzialità, cinque ATO (ambiti territoriali ottimali) dai bacini idrografici non sempre perfettamente coincidenti, con i suoi depuratori e le sue condotte, e dove insistono interessi di vari attori, quali utenti dei servizi, gestori, consosrzi di bonifica, associazioni di consumatori e via discorrendo. Un luogo, che al pari di tutti gli altri, ha bisogno di risposte immediate in termini di governance e di economia circolare, poiché si trova a fare i conti con una risorsa finita, come quella idrica.

IL PROGETTO AWARE

Inoltre, durante il convegno è stato anche illustrato il Progetto Aware, attualmente in fase avanzata di sviluppo nel piccolo impianto pilota di Castellana Grotte, nel Salento. Esso, concepito sulla base dell’acquaponica (agricoltura associata all’allevamento sostenibile che fa ricorso a una combinazione di acquacoltura e coltivazione idroponica), attraverso il trattamento quaternario delle acque pone i ricercatori nelle condizioni di perseguire lo scopo della valorizzazione degli impianti di trattamento in virtù dell’allevamento di pesci in acque affinate, nelle quali le piante si nutrono delle deiezioni degli animali e, contestualmente, puliscono l’acqua. Si tratta di una realtà sperimentale che nel prossimo futuro potrebbe trovare una applicazione anche nella città di Roma.

A626 – ACQUA, RISORSE IDRICHE: RICICLO DEI REFLUI E SOSTENIBILITÀ, da un ciclo lineare a un’economia circolare. Si tratta di una sfida culturale anche in termini di «sistema paese». A Roma, il 25 marzo 2024 un’importante momento di confronto sul tema ha avuto luogo presso la Sala Europa Experience David Sassoli a Piazza Venezia, evento al quale hanno preso parte amministratori, accademici, imprese e ricercatori.
Le specifiche problematiche che affliggono l’Italia rendono sempre più necessaria una implementazione del trattamento quaternario delle acque. Riciclo e riuso, dissalazione, collettamenti delle precipitazioni meteoriche, depurazione: in Italia, nonostante la direttiva europea (che, per altro si ritiene debba venire riformulata in alcune sue parti), la pratica del ricorso alle «acque non convenzionali» non dappertutto funziona adeguatamente. Il riutilizzo in sicurezza delle acque reflue a beneficio dell’agricoltura, settore che assorbe buona parte delle risorse idriche nel Paese, è stato uno dei temi centrali del confronto. Sono intervenuti LETIZIA PALMISANO (giornalista, moderatrice),  MASSIMO PRONIO (responsabile della Comunicazione della Rappresentanza italiana della Commissione europea), FABIO BONANNO (Assessorato all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale), ANGIOLO MARTINELLI (direttore della III Divisione del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica), MANUELA VERONELLI (Garante del Servizio idrico integrato), FRANCESCO NAPOLITANO (direttore del Dipartimento di Ingegneria civile e ambientale dell’Università La Sapienza di Roma), ILARIA MIOZZO (responsabile dei Controlli e Processi ambientali presso la Direzione Operazioni di ACEA), FABIO UGOLINI (project manager e coordinatore del Progetto Aware), SABRINA ALFONSI (assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale).
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