UNIONE EUROPEA, elezioni al Parlamento del 26 maggio: il “rischio Italia”, euroscetticismo e pulsioni sovraniste, diffidenza tra i membri Ue: il Paese si appresta a vestire gli scomodi panni dell’outlayer?

I conti in tasca ai vari schieramenti politici che si presentano alla tornata elettorale per i seggi di Strasburgo; nuove e vecchie aggregazioni sempre meno connotate dalle ideologie, ma sullo sfondo l’incombente avanzata dei sovranisti: avranno questi ultimi i numeri per cambiare le carte in tavola a Bruxelles?

Euroscetticismo e pulsioni sovraniste, diffidenza tra Paesi membri della Ue: l’Italia si appresta a vestire gli scomodi panni dell’outlayer? Il Paese rischia di finire definitivamente fuori dai giochi? Si trova davvero a un passo dalla bancarotta a causa del suo elevato debito pubblico e dell’incapacità della politica di mettervi mano?

Le previsioni sono apocalittiche, tuttavia è possibile ancora ragionarci sopra a freddo e lo si può fare proprio in vista della prossima tornata elettorale per l’elezione dei deputati al Parlamento europeo indette per il prossimo 26 maggio.

È anche un’opportunità per verificare se e come, le forze cosiddette «sovraniste» che eleggeranno democraticamente i propri rappresentanti a Strasburgo, avranno i numeri e gli strumenti per modificare assetti ed equilibri in seno all’Unione.

Se ne è discusso in modo analitico nel corso della tavola rotonda che ha avuto luogo il 7 maggio scorso presso la Residenza di Ripetta a Roma (del quale è possibile ascoltare su questo sito l’audio integrale dei lavori, A132), un evento organizzato di concerto dallo IAI, da Algebris Policy & Research Forum e da Ɛuropea.

Elezioni europee 2019: uno snodo cruciale per l’Italia e l’Europa, questo il titolo dato al dibattito e, infatti, queste consultazioni dell’elettorato vengono sovente descritte come un momento esistenziale per l’integrazione a livello continentale, tuttavia in una fase particolare come quella attraversata attualmente diviene oltremodo importante tentare di comprendere più a fondo quali sono le opinioni dei cittadini europei e, nel nostro caso, in particolare di quelli italiani.

La dottoressa Silvia Merler è l’autrice di un’analisi approfondita formulata sui dati ricavati dall’Eurobarometro che è stata recentemente pubblicata dall’Algebris Policy and Research Forum. Sulla base di essa si è sviluppata la discussione, che ha concentrato il focus in particolare sulla posizione politica ed economica sempre più idiosincratica dell’Italia all’interno dell’eurozona.

Molti gli interrogativi emersi ai quali si è tentato di fornire delle risposte. In primo luogo, appunto, quello se l’Italia di oggi è divenuta un outlayer a causa dell’idiosincrasia sempre più marcata manifestata nei suoi confronti dai suoi tradizionali interlocutori in Europa.

Nel Paese il divario aperto dalle disuguaglianze si va ampliando e il problema della disoccupazione rappresenta un aspetto ancor più preoccupante, questo mentre si registra il tasso di emigrazione più elevato registrato negli ultimi decenni, con conseguente “fuga di cervelli” italiani all’estero.

Si è ingenerato nella popolazione un senso di insicurezza e di ansia economica, questo (insieme al Regno Unito del brexit) è il Paese europeo più euroscettico.

Su tutto la complessa situazione economica, in una situazione che vede allargarsi la forbice del divario del benessere e incombere la spada di Damocle del debito pubblico.

«To be to fail», ma è ancora vero questo apparentemente rassicurante assunto?  L’Italia oggi può veramente non fallire?

L’interrogativo è inquietante, poiché investe un grande paese dalle enormi potenzialità mai, però, positivamente attualizzate. In ogni caso un default italiano si rifletterebbe in maniera catastrofica sul sistema finanziario internazionale, questo nonostante adesso buona parte dei titoli del debito pubblico siano detenuti in massima parte in mani italiane.

Ma non è possibile «fallire in santa pace», sarebbe egualmente un disastro, quindi da più parti vengono esplorate delle ipotesi alternative, come quelle (ormai note) di un cambio di passo politico-economico, insomma, come suggerì l’ex Governatore della Banca d’Italia Guido Carli, «obbligare la classe politica a scelte anche impopolari ma risolutive».

Ma le scelte impopolari e (a volte, ma non sempre) risolutive in Italia solitamente le assumono i cosiddetti “governi tecnici”, giammai (la storia insegna) quelli politici, e siccome all’orizzonte – almeno per il breve periodo – non si scrutano sconvolgenti trasformazioni, al momento non resta che riflettere su quale partita politica si giocherà alle prossime elezioni europee, con un occhio ai riflessi sulla situazione nazionale.

Cioè fare “i conti in tasca” ai vari schieramenti politici che si presentano alla consultazione del 26 maggio per accaparrarsi i seggi di Strasburgo. Nuove e vecchie aggregazioni sempre meno connotate dalle ideologie che, sullo sfondo, vedono avanzare i sovranisti. Ma, questi ultimi avranno i numeri adeguati e, soprattutto, il sufficiente grado di coesione per cambiare davvero le carte in tavola a Bruxelles?

 

A132 – UNIONE EUROPEA, ELEZIONI AL PARLAMENTO DEL 26 MAGGIO: IL “RISCHIO ITALIA”. Euroscetticismo e pulsioni sovraniste, diffidenza tra Paesi membri della Ue: l’Italia si appresta a vestire gli scomodi panni dell’outlayer? I conti in tasca ai vari schieramenti politici che si presentano alla tornata elettorale per i seggi di Strasburgo; nuove e vecchie aggregazioni sempre meno connotate dalle ideologie, ma sullo sfondo l’incombente avanzata dei sovranisti: avranno questi ultimi i numeri per cambiare le carte in tavola a Bruxelles?

A monte di tutto la complessa situazione economica e i disagi mai alleviati sofferti dalle classi meno abbienti in una situazione che vede allargarsi la forbice del divario del benessere. Inoltre, la spada di Damocle del debito pubblico che pende sul Bel Paese. Di queste tematiche si è trattato nel corso del dibattito ELEZIONI EUROPEE 2019: UNO SNODO CRUCIALE PER L’ITALIA E L’EUROPA, che ha avuto luogo il 7 maggio scorso presso la Residenza di Ripetta a Roma, evento organizzato dall’Istituto Affari Internazionali (IAI), da Algebris Policy & Research Forum e da Ɛuropea; interventi di: VITO BORRELLI (Capo FF., Rappresentanza in Italia della Commissione europea), SILVIA MERLER (keynote, responsabile di ricerca di Algebris Policy & Research Forum), NATHALIE TOCCI (direttrice dello IAI), LILIA CAVALLARI (docente di Economia internazionale presso l’Università Roma 3), MARCO PIANTINI (coordinatore di Ɛuropea).

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