TERRITORIO, sicurezza stradale. Un convegno in Campidoglio

Sottolinea Flavia De Gregorio, capogruppo in Assemblea capitolina di Azione, che «lo scorso anno quarantatré pedoni hanno perso la vita in incidenti sulle strisce pedonali. In asenza di soluzioni immediate il rischio è che il bilancio del 2024 sia ancora più drammatico di quello precedente»

Roma, 27 febbraio 2024 – Stando a una fotografia scattata dall’Istat, nel 2022 in Italia gli incidenti stradali hanno causato 3.159 morti. Impressionante anche il numero dei feriti, che ha raggiunto quota 223.475, 15.000 dei quali gravi. Tra di loro 700 sono giovani e hanno riportato lesioni permanenti al midollo, che gli causeranno inevitabili ripercussioni anche sulla qualità della vita. Secondo diversi studi la maggior parte degli incidenti, il 73% per l’esattezza, avviene su strade urbane.

MORTI SULLE STRADE IN ITALIA

A perdere la vita a causa dell’alta velocità, della distrazione alla guida o dell’abuso di alcool e sostanze stupefacenti pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti. Oggi arginare questa emergenza, è diventata una priorità, e per farlo non basterà investire su prevenzione e controlli ma occorrerà puntare anche sull’educazione dei più giovani e sull’aiuto della tecnologia. Di questo e di molto altro si è parlato nel corso del convegno “Siamo sulla buona strada per ridurre gli incidenti stradali?”, organizzato dal gruppo capitolino di Azione, che ha avuto luogo ieri nella Sala della Protomoteca in Campidoglio. Prendendo spunto proprio dai dati, sempre più allarmanti, che quotidianamente riempiono giornali e telegiornali, si è cercato di capire come ridurre questi numeri, purtroppo in costante crescita, e mettere, una volta per tutte, la parola fine a quella che è ormai diventata una vera e propria mattanza.

NECESSARIA UNA MESSA IN SICUREZZA

Ad aprire la serie di interventi (moderati da Mario Lucci Cordisco) Flavia De Gregorio, capogruppo capitolino di Azione, che ha sottolineato come «mettere in sicurezza le strade» sia «urgente e indispensabile», poiché «le carenze strutturali presenti, infatti, incidono pesantemente sul numero di vittime di incidenti, rappresentandone la causa principale o la concausa in una percentuale che varia dal 20% al 30%. Il problema, tuttavia, non è di facile soluzione: per farlo occorrono interventi sia a livello normativo che funzionale. In Italia, per la costruzione e la manutenzione delle strade, infatti, si fa ancora riferimento a norme che risalgono a più di trenta anni fa e che, dunque, andrebbero riscritte».

I NUMERI PARLANO CHIARO

Basta guardare i numeri, purtroppo, per accorgersi che l’obiettivo, già mancato nel 2020 e ora fissato per il 2030, dei Stati dell’Onu di dimezzare il numero di decessi a livello mondiale e le lesioni da incidenti stradali continua a essere inevitabilmente molto lontano. Nel 2022 i numeri hanno replicato quasi quelli del pre-pandemia; inoltre, rispetto al 2019, ben 53 province su 107 hanno registrato un aumento dei morti sulle strade. Tra questi 485 pedoni, il 3% in più rispetto al 2021, 56 dei quali nella sola provincia di Roma. «Con la strage dei pedoni è come se ogni anno sparisse un piccolo comune dalla geografia del nostro paese. Impensabile non tenerne conto. A Roma abbiamo chiuso il 2023 con un bilancio decisamente pesante, basti pensare che 43 pedoni hanno perso la vita in incidenti sulle strisce pedonali», ha detto ancora il capogruppo capitolino di Azione, Flavia De Gregorio. «Senza soluzioni concrete e immediate, il rischio è che la mattanza non si fermi e il bilancio nel 2024 sia addirittura più drammatico di quello registrato nell’anno precedente».

STRAGE DI  PEDONI

«Ci sono zone, nella nostra città, in cui l’incolumità di chi cammina per la strada è messa a rischio dall’assenza di marciapiedi, come avviene a Vitinia, dove mancano percorsi protetti addirittura vicino alle scuole. Noi da tempo ci stiamo battendo per l’installazione di attraversamenti pedonali rialzati, di una segnaletica più adeguata ed efficace e di interventi sulla sicurezza dei mezzi pesanti, soprattutto in municipi come il XIII dove ci sono state diverse vittime. Nei mesi scorsi abbiamo presentato proprio in questo municipio una mozione, poi bocciata dalla maggioranza, per l’adeguamento progressivo all’installazione di sensori dell’angolo cieco sui mezzi che superano le 3,5 tonnellate, come avviene da mesi a Milano e come previsto a breve in Europa, prevedendo tra l’altro anche una serie di incentivi. Non nascondiamoci dietro ad un dito: il 10% degli incidenti di cui sono vittime gli utenti della strada più vulnerabili avviene proprio a causa della presenza di questa porzione del campo visivo nascosta al conducente di un veicolo, soprattutto quando si tratta di camion, pullman o furgoni. A breve questa mozione arriverà anche in assemblea capitolina e qui speriamo di trovare una maggioranza più ragionevole e responsabile su un tema così dirimente come la sicurezza stradale», ha aggiunto la De Gregorio.

IL CONVEGNO ALLA PROTOMOTECA

Al convegno hanno partecipato Guido Gentile, docente di Ingegneria dei Trasporti all’Università La Sapienza di Roma, Simone Balduino, docente di diritto della circolazione e della sicurezza stradale all’Università di Urbino, Francesca Marozza, responsabile dei rapporti istituzionali e della Commissione educazione stradale della Federazione Motociclistica Italiana, Procolo Casella, responsabile dello sviluppo aziendale della SmanApp, Stefano Casini, delegato per l’associazione di promozione sociale Salvaiciclisti Roma, Stefano Tarchi, amministratore delegato e fondatore della Smanapp, Claudia Finelli, Consigliera nel Municipio XIII per la Lista Civica Calenda Sindaco, e Francesca Severi, consigliera nel municipio XII per la Lista Civica Calenda Sindaco. È intervenuto inoltre Alessio D’Amato, consigliere regionale e responsabile Welfare della Segreteria nazionale di Azione, che ha illustrato la proposta di legge Lazio strade sicure.

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