MEDIO ORIENTE, attori regionali e «proxi». Iran: il sostegno ai gruppi armati che combattono gli americani

Teheran sta cercando di esercitare la sua egemonia nella regione, lo fa attraverso crescenti attività condotte in Afghanistan, Turchia, Siria, Iraq, Yemen, Libano e nell’America Latina, un attivismo che dimostra i suoi sforzi su scala mediorientale e globale. Inoltre, compete con l’Arabia Saudita per la guida del Medio Oriente. Si tratta di due Stati che si sono scontrati indirettamente, con l’Iran, che sembrerebbe prevalere nei teatri bellici di Yemen, Siria e Iraq. Nell’articolo di Shosh Surme vengono descritti i perché delle azioni anti-americane dei gruppi di miliziani

a cura di Shorsh Surme, pubblicato su “Panorama Kurdo” il 3 febbraio 2024, https://www.panoramakurdo.it/2024/02/03/iran-il-sostegno-ai-gruppi-che-lottano-contro-gli-usa/ A seguito degli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre scorso i gruppi di miliziani sostenuti dall’Iran hanno preso di mira con sempre maggiore frequenza le basi e le strutture militari statunitensi in Medio Oriente.

ATTACCO A «TORRE 22»

Gli raid aerei statunitensi rispondono continuamente a questi gruppi con attacchi alle loro strutture. Quello più recente ha avuto luogo in Iraq il 24 gennaio ed è stato indirizzato contro le strutture di Kataib Hezbollah. Nonostante ciò, il 27 gennaio queste formazioni armate hanno fatto ricorso a un velivolo senza pilota per colpire l’avamposto militare americano denominato «Torre 22», situato in territorio siriano nei pressi del confine giordano, uccidendo tre membri dell’US Army e ferendone quaranta; in seguito la Resistenza Islamica in Iraq (IRI) ha rivendicato l’azione. Gli attacchi di Hamas del 7 ottobre hanno comportato una revisione delle politiche e dei modelli di sicurezza in Medio Oriente. Gli interrogativi vertono su come gli islamisti radicali palestinesi abbiano condotto gli attacchi, come li abbiano potuti finanziare e come si siano procurate le armi, mentre un ulteriore quesito è relativo a chi c’è dietro questi attacchi. Tutti richiederanno del tempo per trovare delle risposte.

LE ACCUSE ALL’IRAN

Le prime accuse sono state rivolte all’Iran e al suo continuo sostegno ai gruppi terroristici in Medio Oriente. Gli attacchi sono stati quindi confrontati con un’altra minaccia nella regione, quella della capacità operativa dei gruppi e delle milizie sostenuti da Teheran, che nel periodo considerato hanno compiuto 157 attacchi contro basi e strutture americane. Teheran sta cercando di esercitare la sua egemonia nella regione, lo fa attraverso crescenti attività condotte in Afghanistan, Turchia, Siria, Iraq, Yemen, Libano e nell’America Latina, un attivismo che dimostra i suoi sforzi su scala mediorientale e globale. Inoltre, compete con l’Arabia Saudita per la guida del Medio Oriente. Si tratta di due Stati che si sono scontrati indirettamente, con l’Iran, che sembrerebbe prevalere nei teatri bellici di Yemen, Siria e Iraq. Ma, perché i gruppi di miliziani prendono di mira gli americani?

TRE PILASTRI DELLA STRATEGIA DI TEHERAN

Il legame dell’Iran con il terrorismo risale alla Rivoluzione islamica del 1979. Il nuovo regime ha iniziato a esportare il terrorismo utilizzandolo come uno strumento per proteggere il proprio potere e, in parallelo, cercare un’influenza regionale e globale. Le tattiche si basano sulla fornitura ai gruppi terroristici di supporto logistico, fondi, armi ed esplosivi, mentre le strategie, elaborate con pragmatismo, si basano su tre pilastri. In primo luogo, il regime sostiene tutti i gruppi terroristici che combattono contro le forze americane, indipendentemente dal fatto che siano sunniti o che costituiscano una minaccia per sé stesso. Teheran ha infatti fornito pieno sostegno ai gruppi di al-Qaeda e Isis in Medio Oriente e ai talebani in Afghanistan. Inoltre, Teheran non cessa di alimentare la logistica dei gruppi armati palestinesi che in Cisgiordania e nella striscia di Gaza combattono le forze di sicurezza israeliane. In terzo luogo sostiene le formazioni minoritarie sciite, laddove i gruppi terroristici jihadisti in Medio Oriente li prendono di mira. I risultati di questa strategia si sono inziati a vedere da quando gli Houthi (filoiraniani) nel 2014 hanno conquistato la capitale Sanaa e oggi controllano il territorio dello Yemen.

I «PROXI» DELLA REPUBBLICA ISLAMICA

Inoltre, l’Iran è riuscito a mantenere Bashar al-Assad al potere in Siria e ha il pieno controllo della politica in Iraq. La Repubblica Islamica considera quindi la presenza statunitense nella regione come una minaccia ai propri interessi, pertanto, si pone in via prioritaria l’obiettivo di intimidire gli americani e cacciarli. I gruppi di miliziani sostenuti dall’Iran in Medio Oriente dal 2018 al 2023 sono i seguenti: Ahel al-Ma’rouf, al-Sabiqoon, Asa’ib Ahl al-Haqq, Ashab al-Kahf, il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC), Kata’ib Hezbollah (KH), Liwa Ahrar al-Iraq, Operazioni del martire Ali Mansour, Forze di mobilitazione popolare, Brigata Qassim al-Jabbarin, Raba’Allah, Vendetta della Brigata al-Muhandis, Brigata rivoluzionaria, Usbat al-Thairen, Saraya Ababil, Saraya al-Salam, Saraya Awliya al-Dam, la Fazione della resistenza internazionale.

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