PAKISTAN, risposta militare all’attacco di Teheran. Raid dell’aviazione di Islamabad in Sistan e Balucistan

Gli attacchi hanno avuto luogo nell’area di Saravan, situata al confine tra i due Paesi. In precedenza, Teheran aveva a sua volta colpito aree di insistenza del gruppo terroristico jihadista sunnita Jaish al-Adl (Esercito della Giustizia)

Nel corso della notte l’aeronautica militare di Islamabad ha effettuato alcuni attacchi nel territorio della Repubblica Islamica contro gruppi armati definiti «anti-pachistani». I raid hanno avuto luogo nell’area di Saravan, località situata nella provincia sudorientale iraniana del Sistan e Balucistan, al confine con il Pakistan. In precedenza Teheran aveva a sua volta colpito aree di insistenza del gruppo terroristico jihadista sunnita Jaish al-Adl (Esercito della Giustizia) provocando la morte di due bambini.

IL VULCANO BALUCISTAN

Il Balucistan è una vasta regione a cavallo dell’estesa frontiera irano-pakistana, nel versante pakistano provincia depressa nella quale hanno attecchito diverse formazioni jihadiste armate. La versione ufficiale dei fatti data da Islamabad è che mediante l’operazione “Marg Bar Sarmachar” sono stati effettuati attacchi mirati di precisione contro formazioni terroristiche pronti a colpire. Una narrativa immediatamente messa in discussione dagli organi di comunicazione degli ayatollah, che attraverso la televisione di Stato hanno denunciato l’uccisione di nove persone, tra le quali figurerebbero anche quattro bambini e tre donne.

ESCALATION

Teheran ha quindi convocato l’incaricato d’affari pachistano al fine di ricevere spiegazioni. Si tratta del rappresentante di Islamabad rimasto a Teheran, che agisce in vece dell’ambasciatore, richiamato in patria in segno di protesta nella giornata di ieri. La Cina Popolare si è offerta quale paese mediatore tra i due «Stati amici» nel tentativo di allentare la tensione. Una situazione che si va a innestare a quella già oltremodo critica in atto nel resto del Medio Oriente, con lo stesso Iran che attraverso i suoi proxi yemeniti e libanesi esercita il proprio potere destabilizzatorio nella regione.

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