a cura di Shorsh Surme, pubblicato su “Panorama kurdo” il 10 gennaio 2024, https://www.panoramakurdo.it/2024/01/10/iraq-il-governo-vuole-allontanare-le-truppe-usa/ – Il governo iraniano ha fatto pressioni sul vicino Iraq per allontanare la coalizione anti-jihadista guidata dagli Stati Uniti dal suo territorio dopo che a seguito di un attacco americano a Baghdad è stato ucciso un comandante filo-iraniano.
LE PAROLE DI NASSER KANANI
«Per quanto riguarda l’Iraq e le azioni intraprese recentemente dal governo americano, il governo iracheno ha annunciato chiaramente la sua posizione», ha dichiarato nel corso di una conferenza stampa il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanani. L’Iran è fiducioso che il suo vicino abbia «la capacità, la forza e l’autorità necessarie per mantenere la sicurezza» in modo autonomo sul suo territorio, ha detto Kanani. «Abbiamo ripetutamente espresso il nostro punto di vista alle autorità dei paesi della regione, compreso l’Iraq, e dichiarato che la presenza delle forze americane in qualsiasi forma… non aiuterebbe a mantenere la stabilità e la pace», ha poi egli aggiunto.
LA REPLICA DEL PENTAGONO
Lunedì il Pentagono ha reso noto che non verranno ritirati i 2.500 militari americani schierati in Iraq, questo nonostante l’annuncio di Baghdad della scorsa settimana di voler avviare il «processo di rimozione» dal Paese della coalizione militare guidata dagli Stati Uniti. «Al momento non sono a conoscenza di alcun piano per pianificare il ritiro. Continuiamo a rimanere molto concentrati sulla sconfitta della missione dell’Isis», ha precisato alla stampa il maggiore generale dell’aeronautica Patrick Ryder, aggiungendo che «le forze statunitensi sono in Iraq su invito del governo locale». Ryder ha infine sottolineato di non essere a conoscenza di alcuna notifica effettuata da Baghdad al Dipartimento della Difesa di Washington in ordine alla decisione di rimuovere le truppe statunitensi.
«PORRE FINE» ALLA COALIZIONE ANTI-JIHADISTA
Giovedì scorso attraverso un attacco effettuato con dei droni gli americani hanno eliminato due membri di Harakat al-Nujaba, fazione di Hashed al-Shaabi, insieme di ex unità paramilitari principalmente filo-iraniane attualmente integrate nelle forze armate irachene. Una delle due persone uccise era un comandante. Washington ha in seguito definito l’attacco a Baghdad come «un atto di autodifesa», ma il governo del primo ministro Mohamed Shia al-Sudani lo ha denunciato come una «palese aggressione» da parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti. Sudani ha poi aggiunto di essere determinato a «porre fine» alla coalizione anti-jihadista. Il suo governo fa affidamento sul sostegno dei partiti allineati a Teheran e nelle ultime settimane ha ripetutamente affermato di voler vedere le truppe straniere lasciare l’Iraq.
ATTACCHI ALLE FORZE AMERICANE IN IRAQ E SIRIA
Le tensioni regionali sono in aumento, con le ripercussioni della guerra tra Israele e Hamas che si fanno sempre più sentire in Iraq e in tutto il Medio Oriente. Gli Stati Uniti e altre forze della coalizione in Iraq, schierate dal 2014 nella lotta contro lo Islamic State (IS), vengono regolarmente attaccate dal momento in cui sono divampati i combattimenti tra Israele e il gruppo palestinese Hamas, sostenuto dall’Iran, il 7 ottobre scorso. Washington afferma che dalla metà del mese di ottobre sono più di cento gli attacchi compiuti contro le sue forze armate in Iraq e nella vicina Siria. La maggior parte è stata rivendicata dalla Resistenza Islamica in Iraq, una libera alleanza di gruppi armati legati all’Iran che si oppongono al sostegno americano a Israele nella guerra di Gaza.
ATTUALE PERICOLO COSTITUITO DA ISLAMIC STATE
Gli Stati Uniti schierano attualmente all’incirca duemila e cinquecento militari in Iraq e novecento in Siria, quale componente della coalizione multinazionale costituita al culmine delle conquiste territoriali dello Stato islamico di Iraq e Siria (Isis). Altri alleati di questa coalizione sono Francia, Spagna e Regno Unito. Alla fine del 2017 l’Iraq aveva dichiarato la vittoria sull’Isis, tuttavia, le cellule jihadiste rimaste attive nelle remote aree settentrionali del Paese hanno continuato a lanciare, seppure sporadicamente, attacchi terroristici.