AGRICOLTURA, piante e territorio. Oliveti abbandonati: nel cuore della Tuscia prosegue il recupero degli alberi

Meriterebbe una medaglia al merito Pierluigi Presciuttini, il «salvatore degli ulivi», agronomo laziale dagli occhi di lanzichenecco cresciuto nell’azienda di famiglia, che dal 2016 si dedica a ridare vita alle piante abbandonate nelle campagne

La passione per queste piante meravigliose lo  ha spinto a intraprendere con dedizione e caparbietà la ricerca di continui miglioramenti agronomici nella gestione degli oliveti, partendo dalla coltivazione a vaso policonico fino agli strumenti per l’indicazione del corretto periodo di raccolta, privilegiando sempre una coltivazione sostenibile e naturale ed escludendo l’utilizzo di prodotti chimici dannosi, nella convinzione che la naturale qualità del prodotto debba essere sempre al primo posto.

L’OLIO FATTO COME AI TEMPI ANTICHI

Per essere sempre più vicino agli oliveti che ha salvato dall’incuria ha deciso di trasferire il frantoio nel cuore della Tuscia sulla Strada Tuscanese Km 8+100 direttamente a Viterbo. La nuova sede immersa nella campagna circostante circondata dalle piante di olivo gli permette di accorciare i tempi di trasferimento del prodotto raccolto al frantoio e, in questo modo, garantire la velocità di lavorazione del frutto, perché l’olio Evo è quello realizzato come nell’antichità,  ricavato con la sola spremitura di olive sane, quelle che non hanno mai toccato terra e la sua lavorazione viene fatta unicamente con supporti meccanici senza l’aggiunta di additivi.

SOLTANTO NELLA TUSCIA 100.000 PIANTE ABBANDONATE

Soltanto nella Tuscia si sono oltre centomila piante abbandonate che nessuno cura e gestisce da anni. Ebbene uno degli obiettivi è quello di recuperare il maggior numero possibile di queste piante, riportandole in produzione occupandosi di tutti gli aspetti della filiera, dalla potatura, fino alla concimazione e raccolta e trasformazione dei frutti. Una volta rimessi in produzione gli ulivi, Pierluigi riesce anche a salvaguardare il territorio circostante. Pianta dopo pianta, è arrivato a recuperarne quasi quattromila e si prefigge di sensibilizzare gli amanti di questo prodotto d’eccellenza per il recupero del patrimonio olivicolo e oleario, infatti nella nuova sede è possibile partecipare a  degustazioni, corsi di assaggio ed iniziative gastronomiche legate al mondo dell’olio di eccellenza.

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