IMPRESE, donne e iniziative. L’esercito delle imprese femminili

In Umbria esiste, tuttavia si muove su segmenti a basso valore aggiunto e il suo fatturato medio è meno della metà di quello di un’impresa non femminile

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a cura di Giuseppe Castellini – Partito dall’Umbria Il “Giro d’Italia delle donne che fanno impresa”, manifestazione itinerante organizzata da Unioncamere italiana  in collaborazione con le Camere di Commercio e i Comitati per l’imprenditoria femminile. Convegno di grande interesse presso la sede di Perugia della Camera di Commercio dell’Umbria. Cuore della giornata la presentazione della ricerca, curata dalla Camera di Commercio dell’Umbria e illustrata dal professor Luca Ferrucci, sull’evoluzione dell’imprenditoria rosa nel contesto attuale. Hanno partecipato il presidente dell’Ente camerale, Giorgio Mencaroni; Dalia Sciamannini, Presidente Comitato imprenditoria femminile Camera di commercio dell’Umbria; Tiziana Pompei, vicesegretario generale di Unioncamere L’evoluzione dell’imprenditoria rosa regionale nel contesto attuale; Miriam Sartini, Direttrice Filiale di Perugia della Banca d’Italia.

ESERCITO DELLE IMPRESE FEMMINILI

L’esercito delle imprese femminili in Umbria c’è (20.205 aziende attive, quarta regione per incidenza delle imprese guidate da donne sul totale delle imprese) ma, come d’altronde anche in Italia, si muove prevalentemente su segmenti a basso valore aggiunto, tanto che il fatturato medio di un’azienda rosa è meno della metà di un’impresa non femminile: in Italia 76.000 euro medi annui, contro i 190.000 euro delle aziende non femminili, in Umbria 72.000 euro medi annui, contro i 163.000 delle imprese non femminili. E la dimensione aziendale di un’azienda femminile umbra per il 96,6%, si concentra in realtà fino a 9 dipendenti, mentre quelle tra 10 e 49 addetti sono il 3,4% e quelle tra 50 e 249 addetti lo 0,2%, come lo 0,2% del totale sono anche le imprese femminili umbre con più di 250 addetti. Inoltre, quota di imprese umbre con 3 e più addetti che ha investito nel periodo 2016-2021 nelle tecnologie digitali (Internet of things, intelligenza artificiale, stampanti 3D, Big Data, eccetera) è del 23,3%, contro il 32,5% delle non femminili). Rispetto al dato nazionale si registra uno scarto negativo di 4,6 punti percentuali.

L’EVENTO DI PERUGIA

Sono alcuni degli elementi che sono emersi dalla prima tappa del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, manifestazione organizzata da Unioncamere italiana in collaborazione con le Camere di Commercio e i Comitati per l’imprenditoria femminile,  che ha avuto luogo presso la sede di Perugia della Camera di Commercio dell’Umbria, offrendo importanti opportunità d’incontro e di confronto sui temi più importanti che riguardano l’imprenditoria femminile in Umbria, con preziosi contributi al tema da parte di esperti di livello nazionale. Cuore della giornata è stata la presentazione della ricerca, curata dalla Camera di Commercio dell’Umbria,, sull’evoluzione dell’imprenditoria rosa nel contesto attuale, che tra l’altro mette a confronto l’Umbria con la media italiana, la Toscana, le Marche e l’Abruzzo. La ricerca, frutto di un lavoro di team composto dal professor Luca Ferrucci ordinario di economia e management delle imprese presso il Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia, da Andrea Massarelli e da Giuseppe Castellini, è stata presentata dal professor Ferrucci.

NUOVI ORIZZONTI DI CRESCITA

I lavori sono stati aperti dal presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni, che ha evidenziato «come sia importante offrire i supporti giusti per offrire alle imprese orizzonti nuovi di crescita», evidenziando come, “in questo contesto, le imprese femminili presentino problemi specifici che la ricerca presentata mette bene in evidenza e che vanno ulteriormente approfonditi per poter offrire gli aiuti e i servizi più adatti”. Mencaroni ha poi rilevato l’importanza della Certificazione di genere, diventata operativa e che vale non solo per le imprese femminili, ma per tutte le aziende. Tema ripreso da Tiziana Pompei, Vice Segretario generale di Unioncamere, che ha spiegato come il percorso per la Certificazione di genere rappresenti un’opportunità e che Unioncamere vi è impegnata a fondo, con l’obiettivo di aprire un percorso per la certificazione ad almeno 800 imprese entro il 2026, di cui almeno 450 piccole e medie imprese.

OTTANTA CITTÀ ITALIANE

Dalia Sciamannini, presidente del Comitato Imprenditoria femminile della Camera di commercio dell’Umbria, nel suo saluto istituzionale ha rimarcato l’importanza dell’evento, con un confronto ad alto  livello e la presentazione di una ricerca ad hoc, che apre una nuova fase di grande attivismo da parte del Comitato imprenditoria femminile. E qui Tiziana Pompei, vicesegretario generale di Unioncamere, ha spiegato il senso e il valore del Giro d’Italia delle donne che fanno impresa, come momento chiave di informazione, di ascolto e partecipazione, coinvolgendo in due anni ottanta città italiane. La direttrice della filiale di Perugia della Banca d’Italia, Miriam Sartini, ha parlato del nodo dell’educazione finanziaria e delle iniziative di Banca d’Italia, entrando nel dettaglio del vasto progetto formativo Bankitalia per superare uno dei gap culturali e formativi più pesanti che penalizzano il nostro paese. Un progetto che è rivolto anche ai titolari d’impresa, le cui conoscenze di base in materia finanziaria debbono assolutamente crescere.

CONTENUTI DELLA RICERCA

I lavori sono stati conclusi da Federico Sisti, Segretario Generale dell’Ente camerale, che ha sottolineato «come questo appuntamento dimostri, se mai ce ne fosse stato bisogno, la capacità del Sistema camerale di collaborare a 360 gradi, dalle Istituzioni alle Associazioni di categoria, a tutte le altre forze economiche e sociali, per approfondire le questioni, dialogare e progettare». I contenuti della ricerca. Dalla ricerca “L’evoluzione dell’imprenditoria rosa regionale nel contesto attuale”, presentata come affermato dal Professor Luca Ferrucci in maniera efficace, emergono vari elementi significativi. Intanto, il fatto che, tra il 2014 e il 2023, il numero delle imprese femminile in Italia è cresciuto, seppure di poco, mentre in Umbria è sceso del 2,8 per cento. Le imprese femminili dell’Umbria hanno, in media, una data di nascita più recente, ma questo potrebbe essere l’altra faccia della medaglia di una maggiore mortalità.

LE REALTÀ UMBRE

In Umbria flettono poi pesantemente, in maniera più forte rispetto al dato italiano e alle altre regioni prese a confronto, le imprese femminili giovanili, mentre crescono le imprese femminili straniere, ma meno rispetto al dato italiano e alle altre tre regioni di confronto (Toscana, Marche, Abruzzo). Analizzando i bilanci delle aziende femminili (qui bisogna specificare che si tratta dei bilanci delle aziende obbligate a presentarli alle Camera di Commercio, quindi le imprese dei capitali, dalla S.p.A alle Srl, alle cooperative), dal 2019 al 2021 l’Umbria mostra una crescita del valore della produzione maggiore sia della media italiana che delle regioni di confronto anche se, se si guarda ai dati delle imprese totali (femminili e maschili) il valore della produzione delle aziende femminili è poco più di un terzo di quelle totali. Ma le imprese femminili nella regione dell’Italia centrale presentano un ROE (edditività del capitale proprio) al di sotto della media nazionale e inferiore a quello di Marche e Abruzzo.

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