Le tracce di un abuso perpetrato su di un bambino lasciano molto spesso dei segni indelebili sul suo DNA. Si tratta di atti che vengono compiuti con estrema frequenza dei quali, tuttavia, con altrettanta frequenza vengono sottovalutati oppure coperti, per paura ovvero perché ritenuti argomenti «scomodi».
IL PERICOLO RISIEDE NELLE ALTERAZIONI EPIGENETICHE
Si tratta delle cosiddette alterazioni epigenetiche, cioè di qualcosa di apparentemente imperscrutabile (attenzione: soltanto apparentemente) ma molto grave. Esse infatti, conseguenze di traumi derivanti da abusi o violenze di vario genere, non vanno ad alterare il genotipo, bensì il fenotipo, incidendo a volte irrimediabilmente sul futuro del giovane condizionandone la condotta. Si è detto che «a volte» possono incidere irrimediabilmente sul bambino o l’adolescente, poiché, fortunatamente, qualora si intervenga tempestivamente se ne possono limitare le conseguenze dannose.
PREVENIRE I COMPORTAMENTI DEVIANTI E IL CICLO DELLA VIOLENZA
Le alterazioni epigenetiche, infatti, sono qualcosa di dinamico, dunque sono anche in grado di regredire, tuttavia, se così non dovesse essere, la loro permanenza nell’individuo ne accentua anche la probabilità di trasmissione per il tramite del DNA nella prole di questi. Quello degli abusi sui minori e della loro prevenzione mediante efficaci campagne di informazione e sensibilizzazione è stato uno dei temi affrontati nel corso di Welfair 2023 al “Teatro della Salute” di Fiera Roma nel corso del dibattito che ha registrato gli interventi del professor Giovanni Scapagnini (docente di Biochimica e Biologia molecolare presso il Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università degli Studi del Molise) e il professor Enrico Parano (docente di Neurologia pediatrica, Neuroscienze e Neurobiologia, attualmente presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Catania), moderati dal giornalista Marco Cassinis.
IMPORTANZA DELLA CULTURA DEL CONOSCERE
«Fortunatamente – sottolinea il professor Parano -, l’epigenetica risulta mutabile nonostante il determinarsi di una signature». Ma è necessario intervenire per tempo, «in primo luogo sul piano della prevenzione, quindi della diffusione della cultura del conoscere, onde evitare l’accrescersi della tremenda piaga sociale del cosiddetto “ciclo della violenza”, che è conseguenza diretta dei traumi subiti dal minore e che determina in esso la tendenza alla reiterazione di comportamenti devianti, per altro causa di onerosi costi posti a carico della società ai fini delle cure e degli interventi successivi».
di seguito è possibile ascoltare la registrazione audio integrale del dibattito (A585D)