Geopolitica nucleare e cambio del portafoglio energetico nazionale ed europeo, sostenibilità finanziaria della svolta nucleare e mini-nucleare saranno i temi al centro del secondo appuntamento della IV edizione di iWeek, evento promosso da Vento & Associati (V&A) e Dune. Nucleare: si può fare?, questo il titolo del convegno che avrà luogo a Roma il prossimo 11 ottobre a Palazzo Altieri, in Piazza del Gesù.
GEOPOLITICA NUCLEARE E MUTAMENTI NEL PORTAFOGLIO ENERGETICO
Tra gli argomenti di maggiore attualità figurano gli Small Modular Reactors (SMR) e i Micro Modular Reactors (MMR), elementi che segnano la nuova frontiera nell’ambito dell’energia nucleare. A discuterne nella terza tavola rotonda della giornata (moderata da Cheo Condina de “Il Sole 24 Ore”) saranno Federico Carminati (Co-founder & Chief Technology Officer di Transmutex), Riccardo Casale (CEO di Ansaldo Nucleare), Alessandro Cattaneo (vicecoordinatore di Forza Italia), Nicola Monti (CEO di Edison S.p.A.), Patrizia Rutigliano (docente presso la LUISS Guido Carli e membro del consiglio di amministrazione di ACEA S.p.A.) e Francesco Venneri (CEO di Ultra Safe Nuclear Corporation).
NUOVE TECNOLOGIE PROMETTENTI
Le centrali nucleari tradizionali, impianti mastodontici situati in località remote capaci di generare 1-1.5 GW di potenza elettrica, forniscono energia a numerose città, ma la loro costruzione richiede decine di anni con costi dell’ordine di dieci miliardi di euro l’una, quindi si tratta di un investimento ripagato solo nell’arco di quarant’anni, ciclo usuale della vita programmata di tali impianti. Gli SMR e gli MMR, invece, si caratterizzano per le loro dimensioni ridotte e la modularità, aspetti in grado di offrire diversi vantaggi. Gli SMR sono reattori di taglia tipica di 100-300 MW elettrici circa dieci volte più piccoli delle centrali tradizionali. Realizzati in fabbrica, vengono successivamente trasportati e installati nel tempo di qualche mese con costi di produzione e carico finanziario fortemente ridotti. Una tecnologia promettente che ha spinto Edison, Edf, Ansaldo Energia e Ansaldo Nucleare a siglare nei mesi scorsi un accordo per verificarne le potenzialità di sviluppo e di applicazione in Italia.
SMR E MMR
Gli MMR sono ancora più contenuti, con dimensioni dieci volte minori a quelle degli SMR, ossia un centesimo delle centrali elettro-nucleari tradizionali, e possono entrare in funzione ancora più rapidamente, con potenza e costi pari all’1% rispetto ai grandi reattori nucleari di terza generazione. Sono in grado di produrre energia al costo di trenta euro/MW-termici per i primi dieci quindici anni, comprensivo degli oneri di installazione e smaltimento finale; superati i quindici anni il costo scende intorno ai dieci euro/MW-t. Gli MMR posseggono caratteristiche di sicurezza talmente elevate che due dei primi modelli verranno installati direttamente all’interno di campus universitari. Possono essere utilizzati per produrre energia termica, elettrica, e anche idrogeno direttamente all’interno di stabilimenti industriali energivori, rispondendo in maniera versatile alle esigenze produttive dei territori e svolgendo una funzione complementare alle energie rinnovabili, per loro natura interrompibili. Per altro, la distribuzione capillare sul territorio abbatte le perdite di trasmissione per il trasporto dell’energia all’utente.
IL COMBUSTIBILE RACCHIUSO
Il combustibile degli MMR è racchiuso in perline ceramiche sigillate da tre strati compatti di grafite e carburo di silicio, a loro volta incapsulate in cartucce ceramiche impermeabili a qualsiasi fuoriuscita di materiali radioattivi per milioni di anni molto più dei 200.000 anni necessari per il decadimento della radioattività al di sotto di quella naturale dell’uranio. Il combustibile degli MMR è quindi pronto per le discariche geologiche con tutti i prodotti di fissione permanentemente confinati. Il nocciolo di una sola batteria contiene tre TW-h di energia, l’equivalente di una superpetroliera da un quarto di milioni di tonnellate di petrolio: il risparmio ecologico in termini di emissioni di gas serra è pari a 750.000 tonnellate di CO₂. Una manciata di quattro o cinque cartucce fornisce a un individuo tutta l’energia necessaria nell’arco della sua vita. La vita di un nocciolo di un MMR può estendersi fino a venti anni, a fronte dei diciotto mesi necessari alla ricarica con uranio fresco dei reattori normali.
ULTRA SAFE NUCLEAR
«La statunitense Ultra Safe Nuclear sta aprendo una propria sede a Milano con l’intenzione di costruire in Italia uno stabilimento di produzione di MMR. Se le condizioni politiche ed economiche lo permetteranno, presto questa tecnologia sicura ed efficiente potrà fornire energia a clienti nel bacino del Mediterraneo, e farlo con MMR Made in Italy», ha dichiarato al riguardo Riccardo DeSalvo, amministratore delegato di Ultra Safe Nuclear Italia USNC. Ulteriori informazioni in merito sono ricavabili dal sito web di iWeek, dal quale è possibile scaricare il programma aggiornato dell’evento. La quarta edizione di iWeek Nucleare, si può fare? è realizzata con il sostegno di Transmutex, Edison, Ansaldo Nucleare, Ultra Safe Nuclear Corporation, Campoverde, Banca Finnat e SWG, gode inoltre del patrocinio di Regione Lombardia, Agenzia ICE, Enea, l’Associazione Italiana Nucleare e Politecnico di Milano.