LAVORO, condizione femminile. Metalmeccaniche in manifattura: welfare e conciliazione solo in forma ridotta ed essenziale per la quasi totalità delle operaie

Lo si evidenzia con chiarezza dal recente report elaborato dal sindacato di categoria Fim Cisl sui bilanci di parità di genere, dal quale emerge altresì come le donne guadagnino il 15% in meno rispetto agli uomini

Roma, 18  agosto 2023 – Cresce poco l’occupazione delle donne nel settore metalmeccanico, lo evidenzia uno studio recentemente condotto dal sindacato Fim Cisl, che rileva altresì come nella quasi totalità della aziende censite sono stati attivati strumenti di welfare e di conciliazione, sia pure in un forma ridotta ed essenziale, per la quasi totalità delle lavoratrici e dei lavoratori, infatti risulta che il 99% degli occupati di tali imprese ne dispongono. Buona, sempre ad avviso del sindacato, è la copertura della contrattazione di secondo livello aziendale, che raggiunge l’81% dei lavoratori delle imprese censite nel report sulla parità di genere, nel quale sono state analizzate 701 aziende metalmeccaniche per un totale di 295.057 addetti. La presenza dell’occupazione femminile è del 20,9%, pari a 61.664 lavoratrici occupate.

DONNE E OCCUPAZIONE A TERMINE

L’occupazione a termine nella categoria rimane su valori non elevati, attorno al 4% rispetto al totale dei lavoratori e la componente di genere rientra negli stessi parametri. Anche il ricorso al part time nel settore metalmeccanico è su livelli non elevati, arrivando a riguardare il 5,35% del totale degli occupati. Tuttavia quasi tutto il lavoro a tempo parziale riguarda le donne, che costituiscono l’81,8% dei lavoratori che vi ricorrono stabilmente. Inoltre il 20,44% delle donne occupate nel settore metalmeccanico ricorrono al part time. Se si prendono in esame le categorie professionali, le donne risultano in media il 19,3% del totale dei quadri e dirigenti occupati (che pesano per il 12% sull’occupazione complessiva), il 27,4% del totale degli impiegati (che invece pesano per il 39% sull’occupazione complessiva) e il 16,5% del totale degli operai (pari al 49% del totale degli occupati) a conferma che la presenza femminile è più bassa nelle attività produttive e direttamente manifatturiere, mentre rimane nella media generale per le figure direttive.

QUANTO E QUALE WELFARE

Dalla ricerca condotta dalla Fim Cisl emerge che per quanto concerne l’utilizzo e la diffusione dei diversi istituti di welfare, la graduatoria vede l’87,9% dei lavoratori disporre sistemi di flessibilità oraria, l’80,3% lavorare in aziende che fanno ricorso allo smart working per le attività «remotizzabili», il 65,4% avere a disposizione il sistema della banca ore, il 62,7% fruire di congedi o permessi aggiuntivi a quelli del Ccnl, il 39,6% beneficiare di agevolazioni per casi di trasferimento di sede, il 34.7% di agevolazioni per il sostegno ad attività extrascolastiche dei figli, il 29,8% ricevere contributi o stipulare convenzioni che consentono ai loro figli l’accesso ad asili nido o scuole materne, il 26,2% fruire di ulteriori servizi di sostegno alla genitorialità e l’8,9% vedersi erogato un contributo per la nascita del figlio.

LA QUESTIONE DELLA PARITÀ SALARIALE

Relativamente ai differenziali salariali espressi dal valore dei superminimi professionali, le donne soffrono di un minore riconoscimento economico professionale e di un differenziale nel complesso ancora sensibile (- 15%), che si amplifica in modo insostenibile nelle aziende senza presenza sindacale, nelle piccole e medie imprese e nelle aziende del Meridione. Ad avviso del segretario generale di Fim Cisl, Roberto Benaglia, «è indispensabile porre la questione della piena parità salariale come priorità nel sistema di relazioni sindacali, se vogliamo evitare che l’occupazione femminile resti nel settore metalmeccanico confinata ad alcune mansioni e non venga considerata e valorizzata in pieno. Con il prossimo rinnovo del Ccnl dei metalmeccanici tutti dobbiamo essere impegnati per realizzare una parità effettiva che promuova il lavoro femminile e negoziare soluzioni che possano rendere attrattivo e sostenibile per le donne il lavoro nella nostra categoria. Abbiamo bisogno di più donne specializzate a tutti i livelli nel mondo metalmeccanico se vogliamo continuare a crescere e a colmare il gap di competenze che oggi esiste».

di seguito il link per prendere visione del report Fim Cisl: file:///C:/Users/Utente/Downloads/REPORT%20parit%C3%A0%20di%20genere%20FIM%202023.pdf

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