a cura di GoodHabitz – I dati più interessanti emersi dalla ricerca. Non c’è innovazione senza crescita personale, un tema che ben il 70% degli italiani ritiene molto importante per la propria soddisfazione lavorativa e che il 63% pensa sia una responsabilità del datore di lavoro, che dovrebbe assicurarsi che ci siano sufficienti opportunità di crescita.
AGGIORNARE E MIGLIORARE LE COMPETENZE DEL PERSONALE
I primi a sostenere ciò sono proprio i vertici aziendali, che in quattro su cinque ritengono che lo sviluppo personale influenzi positivamente il ruolo dei dipendenti nel mercato del lavoro e sono consapevoli che il personale aziendale abbia bisogno di aggiornare e migliorare le proprie competenze per prepararsi al futuro. In Italia, il 91% dei decisori aziendali sostiene di dare grande importanza alla formazione del proprio staff. Alla domanda se pensano che i loro dipendenti sarebbero più felici nel loro attuale ruolo se avessero maggiori opportunità di sviluppo personale, il 90% dei datori di lavoro si è detta d’accordo, un dato addirittura superiore al riscontro dei dipendenti. Le competenze più importanti secondo i decisori aziendali riguardano il lavoro in team (43%), la comunicazione (42%) e le skill digitali (36%). Alle persone interessate ad approfondire il tema GoodHabitz si rende disponibile a organizzare uno incontro con Paolo Carnovale, country director della società in Italia.
GOODHABITZ
In collaborazione con l’agenzia di ricerca Markteffect, GoodHabitz ha chiesto a 1.277 lavoratori e a 434 decision maker italiani quali siano gli attuali gap di competenze nel loro ambito professionale e quale ruolo possa giocare la crescita personale nel colmare tali gap. Il campione analizzato si componeva di persone di età compresa tra i venticinque e i sessantacinque anni attive in differenti ruoli, all’interno di aziende di dimensioni e settori diversi. I risultati sono stati ponderati sulla base di una distribuzione rappresentativa di età, sesso e settore. Tenendo in considerazione le dimensioni del campione, si può affermare con un livello di confidenza del 95% che i risultati siano generalizzabili all’intera popolazione.