AFRICA, economia. Analisi di scenario: quanto pesa l’inflazione e la minore produzione di petrolio

Nell’anno in corso le prospettive di crescita della regione del Medio Oriente e dell’Africa (Paesi MEA) rischiano una tendenza al ribasso a causa del potenziale rallentamento economico globale che incide sulle esportazioni

Lo riferisce la testata giornalistica specializzata “Africa e Affari” – https://www.africaeaffari.it/39665/africa-economia-sotto-pressione-con-inflazione-e-minore-produzione-di-petrolio – che oggi, mediante un suo lancio online, specifica come la ridotta produzione di petrolio, l’elevato tasso di inflazione, le politiche monetarie più restrittive, l’aumento dei costi di prestito e il crescente costo del servizio del debito, continuino a porre sotto pressione le finanze di non pochi Paesi MEA.

I DIVERSI GRADI DI RISCHIO ATTRIBUITI AI PAESI MEA

La fonte è l’ultimo Global Risk Report Quarterly Update – Q1 2023 di GlobalData, società di consulenza e analisi con sede a Londra, nel quale viene precisato che nel contesto emerso, il punteggio di rischio della regione ha subito un incremento passando dal 54,3 su 100 del quarto trimestre del 2022 al 54,4 del primo trimestre del 2023. GlobalData, che ha valutato cinquantasei paesi MEA, ha classificato due paesi a «rischio molto basso», quattro «a basso rischio», undici con un «rischio gestibile», diciannove «ad alto rischio» e venti a «rischio molto elevato».

VERSO IL RALLENTAMENTO DELLA CRESCITA ECONOMICA

Ad avviso  di Ramnivas Mundada, direttore del settore ricerche economiche e imprese di GlobalData, «i paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo (GCC) hanno registrato una robusta crescita del 6,3% nel 2022, che dovrebbe rallentare al 2,3% nel 2023 principalmente a causa dei tagli alla produzione di petrolio. Tuttavia, il settore non petrolifero continuerà a sostenere la crescita grazie alle buone performance attese nel turismo e nella costruzione. La crescita economica in Africa dovrebbe rallentare dal 3,5% nel 2022 al 2,9% nel 2023, con un significativo rallentamento previsto in Sudafrica (0,2% nel 2023 rispetto al 2,1% nel 2022), Nigeria (2,8% rispetto al 3,1%), Algeria (2,8% rispetto al 3,1%) e Egitto (4,1% rispetto al 6,6%)».

FATTORI NEGATIVI INCIDENTI

«La regione affronta varie sfide, tra le quali una crisi alimentare, alti livelli di prezzi, crescenti costi del servizio del debito a causa di tassi di interesse più alti e livelli più bassi di investimento. Questi fattori rappresentano rischi significativi per le prospettive economiche dell’Africa», conclude Mundada. Angola, Liberia, Mauritania, Sierra Leone, Repubblica Democratica del Congo, Ciad, Libia, Burundi, Mozambico, Siria e Yemen figurano nell’elenco dei quindici paesi a più elevato rischio nell’aggiornamento del GCRI del primo trimestre del 2023. Tra le altre aree che risultano a rischio figura il Corno d’Africa, attualmente interessato da una grave crisi umanitaria e da una diffusa insicurezza alimentare causata da conflitti, shock economici e stagioni piovose consecutive scarse.

PER APPROFONDIRE L’ARGOMENTO

È possibile approfondire l’argomento attraverso la lettura della monografia dedicata alle più recenti prospettive economiche  previste per l’Africa: https://www.africaeaffari.it/rivista/2023-ci-sara-ancora-da-ballare

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