Più di ottocento imprese e 13.700 addetti, oltre tredici miliardi di fatturato stimati nel 2022 e un mercato che registra una crescita su diverse variabili a testimonianza di un comparto resiliente, dinamico e strategico per lo sviluppo del Paese. È quanto emerge dall’aggiornamento congiunturale del report ENEA-Assobiotec “Le imprese di biotecnologie in Italia”, giunto alla VIII edizione, presentato il 18 luglio scorso.
BIOTECH ITALIANO: FORTE CRESCITA DEL FATTURATO
Secondo il nuovo report il comparto ha vissuto una forte crescita del fatturato nel 2021 e si attende un consolidamento del dato per il 2022. Su questa variabile, rimane prioritario il peso delle biotecnologie per la salute con il 74% del totale, ma negli ultimi due anni sono soprattutto le applicazioni per la bioeconomia (industria e agricoltura) a riprendere l’espansione con tassi di crescita superiori al 30% per entrambi gli ambiti di applicazione nel biennio 2021-2022, giungendo a rappresentare oltre un quarto del fatturato biotech italiano con una quota per il 2021 pari a più del 25% del totale e in ulteriore tendenziale crescita nel 2022. In termini numerici, la popolazione delle imprese attive in Italia, ha subito una lieve contrazione nel 2020, un dato attribuibile prevalentemente alla diminuzione del numero delle piccole e medie imprese, che hanno maggiormente accusato l’impatto immediato della pandemia, soprattutto nella classe al di sotto dei 10 addetti. Il dato numerico è tornato a crescere nel 2021 e si attende per il 2022 una crescita per tutte le classi dimensionali, per un totale di 823 imprese. Sebbene l’attività delle realtà biotech rimanga in gran parte concentrata nell’ambito della salute umana (poco meno del 50%), tra il 2014 e il 2021 si registra l’espansione delle quote relative alle imprese che sviluppano applicazioni biotecnologiche per l’industria e l’ambiente oltre che per l’agricoltura e la zootecnia che, dal 2014, mostrano il ruolo propulsivo che hanno per la bioeconomia.
APPLICAZIONI PER L’INDUSTRIA E L’AMBIENTE
Se si analizza la classe dimensionale la quota di imprese di micro o piccole dimensioni supera l’82% del totale, mentre le grandi realtà (+ 250 addetti) rappresentano poco meno dell’8% dell’intera popolazione in analisi. A livello territoriale resta molto forte la polarizzazione, soprattutto per le variabili economiche: le prime quattro regioni (Lombardia, Lazio, Toscana e Piemonte) rappresentano oltre il 90% del fatturato, l’80% degli investimenti in R&S intra-muros e l’80% degli addetti, mentre scende al 52% se si considera il numero di imprese. La regione leader resta la Lombardia, seguita dal Lazio e dalla Toscana fortemente specializzate nelle applicazioni per la salute, mentre sono le regioni settentrionali in genere a mostrare una marcata specializzazione nelle applicazioni delle biotecnologie ai processi industriali. Nel meridione, che rappresenta circa il 20% in termini di numero di imprese, spiccano la Campania (poco meno dell’8%) e la Puglia (poco più del 4%).
DIFFUSIONE TERRITORIALE DELL’INDUSTRIA DEL SETTORE
«I nuovi dati ci restituiscono un comparto che si è dimostrato più resiliente di quanto mostrato dalle precedenti stime, registrando per il 2020 addirittura una lieve crescita del fatturato da attività biotecnologiche pari ad un +1,2 per cento. Superato il picco della pandemia e dei suoi effetti sul sistema economico, il settore delle biotecnologie ha vissuto una forte ripresa della crescita del fatturato nel 2021. Si attende perciò un consolidamento del parametro per il 2022», commenta Gaetano Coletta, responsabile del servizio ENEA offerta e valorizzazione servizi di innovazione. «Se nel 2020 il settore è stato sostenuto dalle applicazioni per la salute umana, nel biennio successivo si assiste a una forte ripresa delle attività per l’industria e per l’agri-zootecnia. Oltre un quarto del fatturato deriva da applicazioni in questi ambiti e il loro sviluppo è alla base della diffusione territoriale dell’industria delle biotecnologie che sta interessando ormai da alcuni anni le regioni del Nord-Est e del Mezzogiorno con Puglia e Campania in testa. La regione leader resta la Lombardia, seguita dal Lazio e dalla Toscana fortemente specializzate nel settore salute, che tutte e tre insieme registrano oltre l’80% degli addetti biotech e il 60% di addetti R&S», egli conclude.
RIFORMARE L’ECOSISTEMA DI RIFERIMENTO
«L’Italia del biotech ha numeri ancora piccoli, quando paragonati ad altri paesi con cui pure siamo in competizione, ma uno straordinario potenziale se consideriamo che un recente studio EY ci dice che a livello globale il biotech triplicherà il proprio valore fra il 2020 e il 2028. – commenta Fabrizio Greco, presidente di Assobiotec-Federchimica -, finalmente nel nostro paese ci sono oggi diversi elementi che possono far crescere e correre il settore: il PNRR che, oltre a mettere a disposizione grandi risorse economiche, chiede al Paese di rivedere e riformare le regole di funzionamento dell’intero ecosistema di riferimento; nuovi capitali pubblici e privati che oggi credono di più nelle nostre realtà; ma, soprattutto, il lancio di un Piano nazionale per le biotecnologie, recentemente annunciato dal ministro Urso. Sono tutti tasselli importantissimi che possono aiutarci a competere nello scenario internazionale. È allora adesso necessario renderli operativi al più presto per recuperare i ritardi nei confronti degli altri paesi sviluppati e competere a livello globale».
FEDERCHIMICA ASSOBIOTECH
Assobiotec, Associazione nazionale di Federchimica per lo sviluppo delle biotecnologie, rappresenta presso gli stakeholder di riferimento, circa 130 imprese e parchi tecnologici e scientifici operanti in Italia nei diversi settori di applicazione del biotech: salute, agricoltura, ambiente e processi industriali. L’Associazione riunisce realtà diverse – per dimensione e settore di attività – che trovano una forte coesione nella vocazione all’innovazione e nell’uso della tecnologia biotech: leva strategica di sviluppo in tutti i campi industriali e risposta concreta ad esigenze sempre più urgenti a livello di salute pubblica, cura dell’ambiente, agricoltura e alimentazione. Costituita nel 1986, Assobiotec è membro fondatore di EuropaBio e dell’International Council of Biotechnology Associations.
ENEA
ENEA è l’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile; opera nei settori dell’innovazione, dello sviluppo e trasferimento di tecnologie innovative alle imprese e la prestazione di servizi avanzati alla PA, ai cittadini e al sistema produttivo. Dispone di 14 tra centri di ricerca e grandi laboratori sul territorio nazionale con circa 2.300 ricercatori, tecnologi e personale di supporto. È specializzata nel campo delle tecnologie energetiche rinnovabili, smart city, smart grid, accumulo energetico, idrogeno, chimica verde, tecnologie abilitanti, fusione nucleare, efficienza energetica, economia circolare, protezione sismica, sicurezza alimentare, inquinamento, scienze della vita, materie prime strategiche, cambiamento climatico.