CULTURA, lutti. La scomparsa di Milan Kundera

Il drammaturgo e poeta cecoslovacco naturalizzato francese si è spento all’età di novantaquattro anni, era nato a Brno il primo di aprile 1929,

Se ne va un autore che ha lasciato un segno indelebile nella cultura del Novecento, ricordato dai più per il suo successo mondiale “L’insostenibile leggerezza dell’essere”, romanzo scritto nel 1982 e successivamente trasposto in una riuscita quanto drammatica opera cinematografica sulle esistenze di un gruppo di giovani cecoslovacchi travoli e posti di fronte a scelte decisive dall’invasione militare sovietica del loro paese nel 1968.

DALLA GIOVENTÙ IN CECOSLOVACCHIA ALL’ESILIO A PARIGI

Kundera pubblicò le sue prime poesie quando era ancora adolescente sostenuto in questo da suo cugino Ludvík, figura importante nella cultura boema figlio dell’esperienza surrealista del gruppo RA, a quei tempi collaboratore di diverse riviste letterarie. Dopo aver seguito per un anno i corsi di letteratura all’università di Praga, Kundera si laureò poi presso la scuola di cinema FAMU. Nel 1948 si iscrisse al Partito comunista cecoslovacco, dal quale venne però espulso due anni dopo a seguito di alcune critiche che espresse riguardo alla politica culturale. Nel 1956 vi fu riammesso, ma nel 1968 si schierò apertamente a favore della Primavera di Praga, e per questo perse la cattedra. Nel 1970 venne nuovamente espulso dal Partito e cinque anni dopo si rifugiò in Francia stabilendosi a Parigi, perdendo in questo modo la cittadinanza cecoslovacca.

UN IMPORTANTE PUNTO DI RIFERIMENTO

Kundera costituisce un punto di riferimento importante principalmente in virtù della sua prosa, in gran parte realizzata in esilio e pubblicata prima in lingua francese. Dei suoi numerosi lavori si ricordano la raccolta di racconti Směšné lásky (Amori ridicoli, pubblicata nel 1963), mentre tra i romanzi, oltre al citato L’insostenibile leggerezza dell’essere, Žert (Lo scherzo, del 1967), Život je jinde (La vita è altrove, del 1979); Valčík na rozloučenou (Il valzer degli addii, sempre del 1979) e Kniha smíchu a zapomnění (Il libro del riso e dell’oblio, ancora del 1979).

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