«Il personale destinato ai necessari rinforzi per le principali mete turistiche è stato improvvisamente dirottato verso le grandi stazioni ferroviarie di Roma e di Napoli, con una non condivisibile decisione che limita l’attività di reale controllo del territorio, e mette in gravissima difficoltà gli operatori già diretti alle rispettive destinazioni. Incomprensibile e, a nostro parere, non rispondente alle reali esigenze della sicurezza». A dare l’allarme su una situazione creatasi nel giro di poco tempo, soprattutto nel Lazio, è Massimo Nisida, segretario provinciale di Roma FSP Polizia di Stato.
OPERAZONE «ALTO IMPATTO»
«Nella Capitale – ha egli dichiarato -, nel volgere di un paio d’ore, decine di poliziotti già in viaggio perché aggregati di servizio verso le località maggiormente turistiche, quindi i commissariati di Anzio, Ostia e Civitavecchia, per dare manforte in occasione del tradizionale incremento della popolazione durante l’estate, sono stati improvvisamente dirottati verso la stazione ferroviaria di Termini, a nostro avviso sufficientemente presidiata grazie ai rinforzi già disposti nei mesi scorsi nell’ambito dell’operazione “Alto impatto”. Sembrerebbe che il repentino dietrofront sia stato imposto direttamente dal ministero dell’Interno allo scopo di accentuare la percezione della sicurezza nei cittadini. E per questa schizofrenica successione di disposizioni operative dei questori, conseguenti ad estemporanee indicazioni ministeriali, ci risulta anche che decine di poliziotti partiti da Roma e già arrivati in località turistiche del litorale campano, siano stati dirottati verso la questura di Napoli per essere impiegati nei pressi della stazione ferroviaria, peraltro con discutibili modalità operative».
SICUREZZA PERCEPITA
«Il tema della sicurezza percepita è dibattuto da anni – aggiunge Nisida -, ma ci sconforta che, ancora una volta, si prediligano soluzioni ad alto impatto propagandistico che, però, rendono ancor più complicato assicurare un diffuso controllo del territorio. Non siamo qui a criticare tanto le scelte strategiche in materia di sicurezza che si ritengono più adeguate, ma vorremmo che avessero effetti meno estemporanei e tenessero in debito conto sia le prerogative tecniche che la legge affida ai questori, sia i diritti e le esigenze dei poliziotti chiamati a metterle in atto».