UCRAINA, conflitto. Prigozhin, Wagner e la possibilità di una «guerra di tutti contro tutti»

L’approfondita analisi e i retroscena delle dinamiche in atto tra il fronte ucraino e il Cremlino delineati dalla giornalista Anna Zafesova in un articolo pubblicato da “Affari Internazionali”, testata online dell’Istituto Affari Internazionali

Il plot più avvincente di questi giorni, per chi segue le vicende intorno al Cremlino, è la sorte di Evgeny Prigozhin, più precisamente l’osservazione di quella spada di Damocle invisibile che sembra oscillare sopra la sua testa. Il capo del gruppo Wagner ha superato tutte le red lines possibili e immaginabili della politica russa: ha minacciato di abbandonare il campo di battaglia a Bakhmut, insultato il ministro della Difesa Sergey Shoigu e il capo dello Stato maggiore Valery Gerasimov, incitato i soldati russi a ribellarsi ai loro comandanti inetti e infine ha preso in giro nel suo stile volgare e irriverente il «nonno felice» che potrebbe rivelarsi «un completo stronzo». Di nonno, nel gergo politico informale russo, ce n’è uno solo, e da quando Prigozhin se ne è uscito con questa metafora, utilizzata finora in pubblico soltanto da Alexey Navalny e dai suoi sostenitori, molti hanno trattenuto il fiato in attesa dell’imminente fine di un uomo che dal sicario più fedele del regime putiniano sembrava essersi trasformato nel suo critico più violento.

UN TRIPLO GIOCO AL CREMLINO?

Un ammutinamento, almeno a livello verbale, talmente inusuale nel sistema putiniano, da aver fatto nascere le ipotesi più stravaganti, incluso il leak pubblicato dal Washington Post, secondo il quale il capo dei Wagner avrebbe offerto all’intelligence ucraina le coordinate delle posizioni delle truppe russe. Se vero, potrebbe essere il sintomo di una disperazione estrema di un uomo che si è infilato in un gioco più grande di lui (…)

continua a leggere l’intero articolo di Anna Zafesova su “Affari Internazionali”, testata online dell’Istituto Affari Internazionali https://www.affarinternazionali.it/wagner-prigozhin-leak-washington-post/

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