STRATEGIA, energia. Analisi di scenario: crisi, gas e Mediterraneo; l’Europa di fronte alle scelte

Quelli relativi all’approvvigionamento di materie prime energetiche e alla diversificazione dei loro fornitori saranno i temi discussi al prossimo convegno organizzato a Roma dalla NATO Defence College Foundation

a cura di Giuseppe Morabito, generale dell’Esercito italiano in ausiliaria attualmente membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation – A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina il tema della sicurezza energetica continua a permanere in cima alle agende politiche internazionali, occupando altresì le prime pagine dei giornali di tutta Europa. Un contesto dal quale emerge sempre più chiaramente l’importanza del Mediterraneo quale nuovo hub dell’energia. Oggi infatti, a fronte della necessità di diminuire la dipendenza dal gas russo diversificando le fonti di approvvigionamento di materie prime energetiche, ci si orienta alla recente scoperta dei giacimenti situati al largo delle coste di Egitto e Israele, nonché al potenziale della Libia e alle riserve dei paesi del Golfo.

MERCATI, PREZZI E APPROVVIGIONAMENTI

Attualmente sui mercati europei del gas naturale si registrano ancora prezzi elevati, mentre la domanda si attesta ancora al di sotto dei livelli storici, con l’offerta che potrebbe essere destinata alla copertura degli incrementati fabbisogni delle economie asiatiche. Dal momento dell’invasione militare russa dell’Ucraina, quelle che erano le precedenti strategie europee e le connaturate capacità di importazione di gas naturale liquefatto (GNL) sono mutate radicalmente. Entro un anno i Paesi europei, in particolare Germania, Francia, Paesi Bassi e Italia avranno raggiunto un’ampia gamma di nuove capacità di ri-gassificazione, che gli consentirà l’aumento deli volumi di importazioni. Grazie alla disponibilità di GNL americano nel vecchio continente è stato possibile evitare una reale crisi energetica, seppure le oscillazioni dei prezzi abbiano causato un drastico calo della domanda oltre a problematiche per le industrie più energivore.

FABBISOGNO E IMPORTAZIONE DI GNL

Onde evitare che ciò accada di nuovo si è deciso di pianificare una capacità europea di importazione aggiuntiva di GNL, incrementandola dai 270 miliardi di metri cubi del 2022 ai 400 miliardi previsti per il 2030, anno in cui la situazione potrebbe presentarsi più a rischio di quanto oggi indicano politici e operatori di mercato. Da un recente rapporto elaborato dall’Institute for Energy Economics and Financial Analysis (IEEFA), si evince come a quella data il 60% della capacità totale disponibile potrebbe finire inutilizzato in ragione della riduzione della domanda. Uno scenario nel quale, come indicato dall’IEEFA, verrebbe consumato soltanto il 36% della capacità totale, con i picchi della crisi della domanda rinvenibili in Spagna, Turchia e Regno Unito. Ad avviso di alcuni analisti non sarebbe neppure escluso il rischio che l’Europa si trovi a dover bilanciare attentamente i suoi sistemi gas al fine di evitare ridondanze. Si rende dunque necessaria un’aggiornata analisi di scenario.

ANALISI DI SCENARIO

Come affermato, la capacità totale di importazione di GNL (sia pianificata che già in atto) nel 2030 ammonterà a 400 miliardi di metri cubi, questo a fronte di un consumo complessivo di gas in Europa che nel 2021 (cioè prima dell’aggressione militare russa all’Ucraina) raggiungeva i 413 miliardi di metri cubi. Ora, la previsione relativa alla domanda totale di gas al 2030 (importato tramite gasdotti e navi gasiere) sarà di 390 miliardi di metri cubi, previsione che potrebbe tuttavia rivelarsi errata per eccesso, poiché formulata non tenendo conto della variabile relativa alla riduzione dei consumi di gas naturale pari al 30-33% pianificata dall’Unione europea. Allo stesso modo vanno poi considerate le importazioni europee di gas russo, che sono in notevole aumento. Mentre l’80% del totale del gas russo immesso nelle condotte verso l’Europa appare fuori mercato, le importazioni di GNL dalla Federazione russa nel 2022 sono risultate incrementate del 12% e hanno raggiunto i 20,2 miliardi di metri cubi.

IL «DISCRETO» GAS DI VLADIMIR

Nella loro azione di sollecitazione delle proprie opinioni pubbliche, media e politici occidentali hanno sottolineato il crescente ruolo di fornitori di GNL di Stati Uniti d’America e Qatar, omettendo con discrezione di annoverare la Russia quale terzo paese esportatore di questa materia prima energetica in Europa. Tra i membri dell’Unione europea il maggiore importatore di GNL è la Francia, con i suoi 35,7 miliardi di metri cubi, dei quali 7,4 miliardi provenienti dalla Russia, con la Spagna che ha raggiunto i 29,5 miliardi di metri cubi nel 2022, 5,2 dei quali pompati e liquefatti in Russia. Confrontando i dati del 2022 si comprende come Francia e Belgio abbiano incrementato le importazioni di GNL russo del 58%, seguiti dalla Spagna con un 50%, mentre l’unico Paese (oggi non più membro dell’Unione europea) che ha tagliato drasticamente le importazioni di GNL russo è stato il Regno Unito, che ha interrotto importazioni da Mosca nell’aprile dello scorso anno.

LA DOMANDA PROVENIENTE DALL’ASIA

Sempre nel 2022 la Turchia ha iniziato a importare GNL dalla Russia, Cina Popolare e India si affacciano assetate di energia nuovamente al mercato, che conseguentemente si trova sotto pressione, anche se non si intraveda una imminente e concreta minaccia di crisi energetica all’orizzonte e, inoltre, perché in Europa si auspica un inverno mite che ridimensioni la domanda di materie prime energetiche. Un rischio potrebbe certamente essere insito nelle richieste di soddisfazione del fabbisogno che perverranno dall’Asia, con il corollario di contratti a lungo termine allettanti anche per i produttori statunitensi, dinamica che porrebbe l’Europa fuori dal baricentro del mercato, con la conseguente riduzione dei volumi di GNL in arrivo. Infine c’è il tema dell’idrogeno verde, ma anche in questo caso sarà molto difficile che gli impianti di ri-gassificazione del GNL trovino un impiego per esso prima del 2030.

IL CONVEGNO DI ROMA DEL PROSSIMO 29 MARZO

Il tema del futuro energetico mediterraneo verrà approfondito il prossimo 29 marzo nel corso del convegno organizzato a Roma presso l’Hotel Cavalieri Waldorf Astoria dalla NATO Defence College Foundation, evento che vedrà la partecipazione di numerosi esperti internazionali del settore, tra i quali il Direttore generale per gli Affari politici e di sicurezza del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Ambasciatore Pasquale Ferrara, e il responsabile Sicurezza globale di Eni, Alfio Giuseppe Rapisarda. Essi, nelle tre sessioni nelle quali si articoleranno i lavori, affronteranno tematiche cruciali quali quelle relative alla realizzazione o meno di un mercato euro-mediterraneo integrato, alle politiche e alle infrastrutture necessarie e alle implicazioni per la sicurezza e la cooperazione nella regione. Il primo panel inquadrerà lo scenario energetico attuale nel bacino del Mediterraneo; il secondo sarà concentrato sulle politiche dell’energia e il loro possibile ruolo nel processo di normalizzazione di Medio Oriente e del Nord Africa; il terzo entrerà nel merito degli aspetti infrastrutturali ed economici: come collegare concretamente le sponde del Mediterraneo? Come assicurare una cornice di cooperazione regionale? Quali saranno le conseguenze per la sicurezza dell’area?

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diretta streaming: Zoom (link disponibile a breve);

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