a cura di Roberto Rossi, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio – Luigi Falleri, Gino per tutti (Mercatello sul Metauro, 8 luglio 1926 – Roma, 18 marzo 2019), è stato vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio (nel quale era iscritto dal 1957, nell’elenco pubblicisti) e dal 1987 presidente nazionale del GUS (Gruppo di specializzazione dei giornalisti degli Uffici stampa, presso la Federazione nazionale della stampa). Leader del pubblicismo in Italia e in Europa, fu cardine della politica sindacale della professione, valutata sempre obiettivamente come perno centrale di una corretta informazione.
A QUATTRO ANNI DALLA SCOMPARSA
In occasione del quarto anniversario della sua morte, il Gruppo Gino Falleri – Giornalisti 2.0 lo ricorda con alcune riflessioni sulla professione, e in particolare sulla separazione nell’Albo dei giornalisti tra le categorie dei “professionisti” e dei “pubblicisti”, riprese da Mauro De Vincentiis, tra i maggiori esperti di comunicazione in Italia (scomparso lo scorso 4 marzo), dai libri di Gino Falleri “Pubblicisti ieri e oggi” (1992) e “Giornalisti. Doveri e regole” (2018), dei quali di seguito sono riportati alcuni passi al fine di meglio poter comprendere il suo pensiero.
COLUI IL QUALE HA SCRITTO L’ARTICOLO E IL SUO ALBO DI APPARTENENZA
«La ripartizione in elenchi – egli asseriva -, in una professione che ha come suo scopo fondamentale quello di informare e si ponga soprattutto sugli elementi intellettuali e culturali, non appare molto giustificata. È una costruzione tutta italiana, valida all’epoca in cui fu ideata ma che ora non trova riferimento in nessun altro paese della Comunità e tanto meno nelle democrazie scandinave, negli Stati Uniti e in Giappone. Una divisione sempre più palpabile attraverso gli anni. Peraltro non molto comprensibile con riferimento al prodotto. La gente non si domanda di certo se l’articolo che legge o il servizio radiotelevisivo che ascolta o vede sia stato redatto o realizzato da un professionista o da un pubblicista. Quello che conta è l’informazione, le spiegazioni, il commento».
LA DUALITÀ DI OGGI E IL GIORNALISTA DI DOMANI
«Da questa dualità – proseguiva Falleri -, Gastone Favero prima segretario e successivamente presidente dell’Ordine dei giornalisti di Roma, sosteneva che nel giornalismo conta soltanto la professionalità e la professionalità è una dote che si può possedere oppure no… Il giornalista di “domani”, oltre a possedere una qualificazione di alto livello sul piano tecnico-culturale, avrà il compito di offrire “prodotti intellettuali” di elevata qualità, equidistanti e rispettosi della deontologia. Le notizie saranno canalizzate tramite blog, sms, Twitter, Facebook, LinkedIn, YouTube, Messenger e quant’altro la tecnologia potrà offrire».
UN PENSIERO A GINO
Un messaggio, questo, che si vuole dedicare a Gino, alla sua famiglia e a tutti i colleghi. Per chi è stato suo amico, per chi l’ha conosciuto, nonché per tutti i nuovi iscritti all’Ordine dei giornalisti del Lazio che non hanno avuto la fortuna di conoscerlo in vita. Giovani pubblicisti per i quali Gino si è sempre battuto e per la formazione professionale dei quali ha profuso il suo massimo impegno.