a cura di Giuseppe Morabito, generale dell’esercito italiano in ausiliaria e attualmente membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation – Alcune fonti americane riportano che la Casa Bianca terrà colloqui riservati con i funzionari della Repubblica di Cina – Taiwan a Washington. Il dialogo fa parte del canale speciale della diplomazia mentre le relazioni tra gli Usa e la Cina Popolare peggiorano a causa della questione dei palloni spia.
PALLONI SPIA
In particolare, la prossima settimana gli americani dovrebbero avere colloqui riservati con il ministro degli esteri di Taiwan, Joseph Wu, e con il consigliere per la sicurezza nazionale Wellington Koo nel quadro di uno speciale dialogo diplomatico destinato a rimanere privato per evitare di scatenare la reazione ostile da parte di Pechino. Alcuni funzionari di Washington che avrebbero familiarità con i colloqui riservati (noti come «canale speciale») avrebbero intenzionalmente fatto capire che il Ministro Wu ed il Consigliere Koo sarebbero stati a capo della delegazione. Dopo l’arrivo, in queste ore, la delegazione taiwanese incontrerà la prossima settimana Jon Finer, il vice consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti e trapelano indiscrezioni secondo cui anche Wendy Sherman, vice segretario di stato, parteciperà alle riunioni. Lo speciale canale diplomatico esiste da lunga data, viene utilizzato per affrontare questioni di sicurezza ed è divenuto più significativo man mano che la Cina Popolare è diventata sempre più minacciosa nei confronti di Taiwan.
IL «CANALE DIPLOMATICO SPECIALE»
I media americani hanno rivelato l’esistenza del canale due anni fa, quando il Ministro Wu ha guidato un team che ha incontrato i funzionari statunitensi ad Annapolis, una città nello stato del Maryland. La Casa Bianca e l’Ufficio di rappresentanza economica e culturale di Taipei, l’ambasciata de facto di Taiwan negli Stati Uniti, hanno, a suo tempo, rifiutato di commentare. Washington riconosce Pechino come l’unico governo della Cina Popolare ma riconoscono che Taiwan abbia in diritto di avere una sua autonomia. Gli Stati Uniti negano di aver cambiato indirizzo politico-strategico ma l’amministrazione Biden ha, giustamente, seguito le orme dell’amministrazione Trump allentando le restrizioni agli incontri tra diplomatici e funzionari statunitensi con le loro controparti taiwanesi. In passato, il canale speciale è stato talvolta convocato fuori Washington e lontano dagli edifici del governo federale per evitare di dare alla Cina Popolare un pretesto per criticare Stati Uniti e la Repubblica di Cina – Taiwan. L’incontro della prossima settimana si dovrebbe tenere presso la sede Virginia dell’American Institute a Taiwan. AIT è un’organizzazione privata istituita in seguito allo US Taiwan Relations Act per gestire le relazioni non ufficiali con Taipei.
BLINKEN RINVIA IL SUO VIAGGIO A PECHINO
La riunione si terrà nel pieno della polemica divampata fra Washington e Pechino a seguito del caso relativo ai palloni e oggetti volanti non identificati. La diatriba ha conosciuto un momento cruciale all’inizio di febbraio, quando l’esercito Usa ha abbattuto un aerostato cinese, ritenuto dal Pentagono un velivolo-spia usato per raccogliere informazioni sensibili. Per la Cina Popolare si trattava invece di un semplice strumento per rilevazioni meteo, che per sbaglio aveva deviato dalla sua traiettoria. Ad ogni modo, l’avvistamento del “pallone spia” è stato considerato da Washington come una «inaccettabile violazione della sovranità e della legge internazionale», causando l’annullamento (rinvio) del viaggio a Pechino del segretario di Stato Usa, Antony Blinken. La versione cinese logicamente non convince. Secondo gli analisti americani, il pallone, che si muoveva verso Est, stava raccogliendo informazioni sui sistemi delle telecomunicazioni e sui radar degli Stati Uniti. In sostanza, gli strumenti installati sul pallone, sarebbero stati in grado di raccogliere dati sensibili e trasmetterli a Pechino. Nell’Indo-Pacifico la specifica provocazione di Pechino ha richiesto urgenti rivalutazioni della sicurezza e della sorveglianza da parte degli alleati degli Stati Uniti, inclusi il Giappone e la Repubblica di Cina – Taiwan. Martedì scorso il ministero della difesa di Tokyo ha annunciato che una nuova analisi degli oggetti aerei non identificati che hanno sorvolato lo spazio aereo giapponese negli ultimi anni suggerisce «fortemente» che si trattasse di palloni spia cinesi.
OGGETTI VOLANTI SINO-POPOLARI
«Dopo un’ulteriore analisi di specifici oggetti volanti a forma di pallone precedentemente identificati nello spazio aereo giapponese, compresi quelli di novembre 2019, giugno 2020 e settembre 2021, abbiamo concluso che si presume fortemente che i palloni siano palloni da ricognizione senza pilota pilotati dalla Cina Popolare», ha affermato il ministero difesa nipponico in un comunicato in cui ha anche «chiesto con forza al governo cinese di confermare i fatti» dell’incidente e «che una situazione del genere non si ripeta in futuro». Pechino, incredibilmente ma nel suo costume, insiste sul fatto che il pallone fosse un «dirigibile civile utilizzato per la ricerca», funzionari statunitensi hanno affermato che i detriti hanno confermato che era progettato per la sorveglianza. Al termine delle valutazioni e nella scia del primo «incidente», le forze armate statunitensi hanno regolato le impostazioni del radar per rilevare oggetti più piccoli e hanno scoperto gli altri tre oggetti non identificati che il presidente Joe Biden ha comunque ordinato di abbattere: una sull’Alaska, un’altra sul Canada e la terza sul Lago Huron al largo del Michigan. Fonti di Taipei riferiscono che da anni la Repubblica di Cina – Taiwan è sorvolata e controllata da questi palloni spia militari, con una cadenza di almeno una volta al mese. Per dimensione e per il carico che hanno a bordo sono palloni che hanno un utilizzo ben superiore al semplice scopo meteorologico, servono per studiare la direzione dei venti per ottimizzare l’uso in un eventuale aggressione all’isola di missili balistici. I colloqui bilaterali sono importanti visto che Pechino non minaccia solo di far volare le sue «pacifiche mongolfiere» (…)