POLITICA, destra ed Europa. Crosetto attacca la Bce: le sue parole celano l’implementazione di un piano sovranista?

Il ministro della Difesa del Governo Meloni, autorevole esponente del partito di maggioranza, ha apertamente criticato l’indirizzo impresso da Christine Lagarde all’Istituzione di Francoforte attraverso l’aumento dei tassi di interesse, deciso per ridurre l’elevato tasso d’inflazione

Il ministro della Difesa in carica ha duramente attaccato la politica della Banca centrale europea (Bce). Intervistato dal quotidiano “La Repubblica”, intervenendo a suo dire da «comune cittadino» ha criticato apertamente l’indirizzo economico della Bce a guida Lagarde, che ha deciso un aumento dei tassi di interesse allo scopo di ridurre il tasso d’inflazione. «Non sta a me giudicare ma non serve un Premio Nobel, basta il buon senso di una massaia per capire che alcune decisioni provocano effetti negativi perché amplificano la crisi», ha egli affermato.

ITALIA «ANELLO DEBOLE» DELL’EUROZONA

L’autorevole esponente del Governo Meloni ha approfittato dell’analisi pubblicata ieri dal quotidiano economico “Financial Times”, che ha paventato una «sottostima delle gravi conseguenze sulla recessione prevista» derivanti dal rialzo dei tassi di interesse. Crosetto, che non è la prima volta che critica la Bce, ha sottolineato come dal suo punto di vista la decisione assunta da Francoforte sia «difficile da comprendere e giustificare». Se il Financial Times ha definito l’Italia «anello debole» dell’Eurozona, Crosetto ha rilanciato affermando che se l’aumento dei tassi di interesse permane una «scelta comprensibile», questa dovrebbe però accompagnarsi a «un intervento sulle emissioni di debito pubblico tali da scongiurare un effetto particolarmente negativo».

RIDURRE L’AUTONOMIA DELLA BCE

L’esponente di spicco del partito di maggioranza, Fratelli d’Italia, è quindi tornato a porre in discussione il rapporto fra l’autonomia in cui agirebbe la Bce e il programma economico europeo e quello dei singoli governi nazionali dei paesi membri. Per Crosetto la discrezionalità della Bce andrebbe rivista in senso riduttivo, commisurandola agli altri organi istituzionali. Dichiarazioni affatto casuali quelle del ministro del Governo Meloni, poiché sono contestuali allo spoil system in atto in Via XX settembre, dove il ministro dell’Economia e delle Finanze sarebbe oggetto delle pressioni per una rimozione al vertice della Direzione Generale del Tesoro, carica attualmente rivestita da Alessandro Rivera.

COLPIRNE UNO PER EDUCARNE CENTO

Secondo alcuni attenti osservatori della scena politica e anche qualche retroscenista, si tratterebbe di una manovra posta in essere da Giorgia Meloni e della sua più stretta cerchia di collaboratori di preparare la strada a una futura politica sovranista, la cui praticabilità potrebbe rendersi maggiore in una fase successiva della vita di questo esecutivo di destra. In questo senso, si ipotizza, l’allontanamento di Rivera servirebbe a colpire la Banca d’Italia e, dunque, Mario Draghi e la sua impostazione politica ed economica. Ma quali potrebbero essere i piani e le prospettive nel medio termine? Attualmente, il vertice del partito di maggioranza relativa è consapevole che l’esecutivo a guida nominalmente sovranista attualmente in carica non ha sufficienti spazi di manovra che lo pongano nelle condizioni di differenziarsi in politica estera.

PER IL MOMENTO MANTENERE UN BASSO PROFILO

Il riscontro di questo lo si è avuto dalle marcate scelte atlantiste assunte su Ucraina e NATO, oltreché alla temporanea deroga ai basilari principi informatori della formazione politica della Meloni e di Crosetto, quelli della cosiddetta Europa delle patrie, che fissa la supremazia delle leggi nazionali su quelle comuni europee. Non è ancora il momento di strappi eccessivi con Bruxelles e gli altri Paesi membri (Francia a parte…), dunque diviene necessario mantenere basso il proprio combattivo profilo sovranista, onde evitare guai, per esempio, sull’attuazione del Piano nazionale ripresa e resilienza.

SEGNALI DA COGLIERE CON ESTREMA ATTENZIONE

Dare soddisfazione ai propri elettori su questioni marginali (immigrazione, fisco, eccetera), adesso l’esecutivo di destra può soltanto limitarsi a fare questo, ma nel futuro potrebbe riprendere in mano il progetto di mutamento delle Istituzioni repubblicane attraverso l’introduzione di un sistema presidenzialista (del quale si inizia a parlare con insistenza) e ulteriori revisioni della Giustizia. Si tratterà di riforme che divaricheranno il solco tra le forze politiche e, molto probabilmente, polarizzeranno sempre più il Paese. Se così sarà si avvereranno le inquietanti previsioni relative a una deriva in grado di condurre al superamento dei fondamenti costituzionali ispirati dall’antifascismo. Se, dunque, è in atto la preparazione di una nuova stagione politica per il Paese, segnali come questi andrebbero colti con estrema attenzione.

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