«Il Papa emerito è riuscito a riposare bene la notte scorsa, è assolutamente lucido e vigile e oggi, pur restando gravi le sue condizioni, la situazione al momento è grave ma stabile. Papa Francesco rinnova l’invito a pregare per lui e ad accompagnarlo in queste ore difficili», questo il comunicato ufficiale relativo alle attuali condizioni di salute di Benedetto XVI che è stato diffuso dal direttore della Sala stampa della Santa Sede.
L’ESISTENZA TERRENA DI JOSEPH ALOISIUS RATZINGER
Il vecchio papa, secondo nella storia della Chiesa cattolica romana ad avere rinunciato al pontificato dopo Celestino V, che lo fece il 13 dicembre del 1294, sarebbe ormai morente nel monastero Mater Ecclesiae all’interno dei Giardini vaticani, ultima sua dimora all’interno delle Mura leonine, impenetrabile pomerio di Santa Madre Chiesa. Ore di trepidazione dunque, per questo teologo tedesco che molti anni ha vissuto, non soltanto nel chiuso delle sue riflessioni ed elaborazioni, ma anche vicino alla gente, come nel quartiere periferico romano di Casal Bertone, dove da vescovo e poi da papa è stato sempre accolto con estremo affetto dalla popolazione, di credenti o meno che fosse. Ma anche piccoli mutamenti degli equilibri interni al Vaticano determinati da dinamiche inarrestabili, come l’età anagrafica dei porporati.
L’USCITA DI SCENA DI MARADIAGA
Il cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo metropolita di Tegucigalpa (Honduras), ha compiuto oggi ottant’anni e conseguentemente è fuoriuscito per limiti di età dal novero dei cardinali elettori del prossimo conclave. Il porporato salesiano ritenuto molto vicino all’attuale pontefice, che non a caso lo ha posto tra i coordinatori del Consiglio dei cardinali per la riforma della Curia romana, è nato a Tegucigalpa, in Honduras, il 29 dicembre 1942. Laureatosi in teologia presso il Pontificio Ateneo Salesiano di Roma e in teologia morale alla Pontificia Università Lateranense, ha conseguito il diploma in psicologia clinica e psicoterapia in Austria. Insegnante di musica sacra, in seguito, dal 1975 al 1978, è stato rettore dell’Istituto filosofico salesiano in Guatemala.
UN CARDINALE ASSAI VICINO A BERGOGLIO
Il 28 ottobre del 1978, poco dopo essersi assiso sullo scranno petrino, Giovanni Paolo II lo elesse vescovo titolare di Pudenziana e ausiliare di Tegucigalpa; promosso dapprima arcivescovo metropolita della capitale honduregna (1993), divenne in seguito segretario generale della Conferenza episcopale del suo paese (1980), assumendone infine la carica di presidente nel 1997. Sempre Wojtyla lo creò cardinale di Santa romana Chiesa nel concistoro del 21 febbraio 2001. Dal 2007 al 2015 fu presidente di Caritas Internationalis e prese parte ai sinodi del 2008, 2014, 2015, 2018 e 2019, oltreché ai conclavi del 2005 e del 2013, nei quali vennero fatti papi rispettivamente Benedetto XVI e Francesco. Il 13 aprile 2013 l’argentino Bergoglio lo nominò membro coordinatore del Consiglio di cardinali per la riforma della Curia romana.
LA PROSSIMA GRANDE GUERRA VATICANA
Viene ritenuto uno dei porporati più vicini e ascoltati dall’attuale pontefice, tuttavia, adesso dati i raggiunti limiti di età, viene meno il suo potenziale apporto alla prossima grande guerra vaticana: il conclave che seguirà la fine del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, sia che lasci questa terra oppure che emuli il suo predecessore rinunziando alla guida della Chiesa.