VATICANO, Israele. Il Papa assicura il proprio aiuto alle famiglie degli ostaggi di Hamas

Questa mattina il Pontefice ha ricevuto i parenti di quattro cittadini israeliani vittime di sequestri compiuti dall’organizzazione politico-militare islamista palestinese, essi erano accompagnati dall'ambasciatore dello Stato ebraico presso la Santa Sede

Città del Vaticano, 21 dicembre – Questa mattina il Pontefice ha ricevuto le famiglie di quattro cittadini israeliani vittime di sequestri compiuti dall’organizzazione politico-militare islamista  palestinese Hamas essi erano accompagnati dall’ambasciatore dello Stato ebraico presso la Santa Sede.

QUATTRO SEQUESTRI

«È così difficile consolare il pianto di una mamma», ha affermato Sua Santità rivolgendosi ai presenti ricevuti in udienza, assicurando loro in seguito il suo aiuto. Di queste quattro persone, due sono state uccise e i loro corpi mai restituiti alle famiglie, mentre degli altri non si hanno avuto più notizie, mentre Hamas continua a negare le proprie responsabilità in ordine alle drammatiche vicende. L’organizzazione armata islamista palestinese (riconducibile al movimento dei Fratelli musulmani) che controlla il territorio della Striscia di Gaza, dal 2014 tiene in ostaggio le salme dei due militari e dei due civili israeliani ancora vivi impedendo l’accesso ai rappresentanti della Croce rossa e negando alle famiglie ogni sorta di informazione e di contatto con i loro cari.

HADAR GOLDIN E ORON SHAUL

Il ventitreenne Hadar Goldin era un tenente dell’Esercito israeliano che prestava servizio nella Brigata Givati. Il primo agosto del 2014 egli venne sequestrato e successivamente ucciso soltanto due ore dopo che Hamas, violando così il cessate il fuoco che aveva da poco accettato in conseguenza dell’operazione militare Protective Edge lanciata dalle forze di difesa dello Stato ebraico. Hamas continua a detenere il corpo di Hadar, presumibilmente come oggetto di scambio al fine di ottenere concessioni politiche o militari in futuri conflitti con Israele. Hamas detiene anche i resti di Oron Shaul, un altro militare israeliano caduto nel corso della medesima operazione Protective Edge Hadar, giovane che da civile svolgeva l’attività di pittore e di grafico, il cui corpo non è più stato restituito alla sua famiglia per la sepoltura.

IL CASO MENGISTU

Il trentaduenne Avraham «Avera» Mengistu, ebreo falascià (di origini etiopi) residente nella città costiera di Ashkelon, una località non distante dalla Striscia, ha fatto ingresso a Gaza il 7 settembre di otto anni fa, dove è stato poi catturato da Hamas e quindi interrogato. Da allora di lui si è soltanto venuto a sapere che – intervista resa all’emittente qatariota Al Jazeera da Moussa Abu Marzouk, vicepresidente dell’ufficio politico di Hamas – che «Mengistu indossava un’uniforme, era mentalmente sano e che il suo caso era emerso durante i negoziati di tregua con Israele del 2014», che hanno avuto luogo alcune settimane del giorno in cui l’uomo entrò nella Striscia. In realtà, la famiglia dello scomparso ha da subito reso noto che l’uomo era mentalmente instabile, al punto da venire ricoverato in passato in un ospedale psichiatrico e, nel marzo del 2013, esentato dal prestare servizio militare obbligatorio poiché una commissione medica lo aveva ritenuto non idoneo. L’ultimo anno prima della sua scomparsa le condizioni psichiche di Avraham Mengistu erano ulteriormente peggiorate, egli era in cura con specifici farmaci che, tuttavia, aveva smesso di assumere alcune settimane prima del suo ingresso a Gaza.

HISHAM AL-SAYED

Hisham al-Sayed è un cittadino israeliano appartenente alla minoranza araba beduina che vive nel territorio dello Stato ebraico catturato da Hamas all’interno della Striscia di Gaza nell’aprile 2015 dopo che per ragioni sconosciute vi aveva fatto ingresso. L’organizzazione islamista palestinese al potere nella Striscia sostiene che al-Sayed sia un militare israeliano, ma sia il governo di Gerusalemme che la famiglia del sequestrato lo negano, affermando che si tratti di un civile affetto da problemi di salute mentale. Egli nel passato avrebbe compiuto tentativi simili di attraversamento della frontiera con l’enclave palestinese nonostante questo fosse vietato dalla normativa vigente nello Stato ebraico. In seguito Hamas ha reso pubblico un video che mostra una persona, presumibilmente Hisham al-Sayed, coricato su di un letto con l’aria stordita e con indosso una maschera per l’ossigeno.

Condividi: