Il maggiore generale dei Pasdaran Yahya Rahim Safavi ha recentemente affermato pubblicamente che l’industria militare della Repubblica Islamica dell’Iran ha ricevuto ordinativi di velivoli a pilotaggio remoto (droni) dal oltre venti paesi e tra questi rientra anche l’Algeria.
YAHYA RAHIM SAFAVI E I DRONI AL POLISARIO
Safavi è una personalità di primo piano della Repubblica Islamica dell’Iran, in quanto, dopo aver ricoperto la carica di comandante in capo del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica, è stato chiamato dalla guida suprema della teocrazia sciita, l’ayatollah Seyyed Ali Khamenei, a svolgere il ruolo di proprio consigliere per gli affari militari. Mediante le sue dichiarazioni rese alla stampa egli conferma dunque i precedenti report relativi agli approvvigionamenti di questi sistemi d’arma da parte dell’Algeria e del suo alleate Fronte Polisario. Notizia la cui fondatezza è stata in seguito avvalorata dalle parole di Mustafa Bachir, ritenuto essere un elemento di vertice del movimento separatista Polisario, che ha dichiarato come il suo movimento «utilizzerà presto i droni iraniani contro l’esercito marocchino».
IL MAROCCO È PRONTO A UNA REAZIONE SUL PIANO MILITARE
Ad avviso di Rabat, gli iraniani potrebbe utilizzare l’Algeria quale proprio hub allo scopo di espandere la loro influenza, unitamente a quella dei loro alleati sciiti libanesi di Hezbollah, in quella parte dell’Africa. Il rappresentante del Marocco presso le Nazioni Unite, ambasciatore Omar Hilale, ha in seguito ammonito che l’impiego di droni iraniani da parte del Polisario si configurerebbe come «un punto di svolta» tale da innescare tutta una serie di conseguenze, tra le quali la risposta sul piano militare da parte delle forze armate del Regno. Già nel 2018 Rabat aveva lanciato un allarme riguardo alle attività di destabilizzazione poste in essere dall’Iran nella regione, interrompendo contestualmente le relazioni diplomatiche con Teheran, anche a causa del coinvolgimento di Hezbollah nell’addestramento e nell’armamento delle milizie separatiste del Polisario, reso possibile dall’assenso delle autorità di Algeri.