DIFESA, F-35. Aeronautica e Marina militare italiane: prove tecniche di razionalizzazione, ma da «separati in casa»

Le basi saranno due, una per Arma: Amendola e Grottaglie. Nei casi in cui si verificheranno le esigenze derivanti da un’operazione navale l’Aeronautica porrà a disposizione un «pacchetto» composto da velivoli, piloti e personale addetto alla logistica e alla manutenzione, che si porrà sotti il comando di Palazzo delle Ancore ed eventualmente verrà imbarcato sulla portaerei Cavour; viceversa, qualora l’operazione sarà di competenza dell’Aeronautica e vedrà il supporto di aerei della Marina

C’è una certezza, ed è quella dell’immissione in linea per entrambe del nuovo velivolo da superiorità aerea F-35B. Poi c’è una notizia, quella che Aeronautica militare e Marina militare italiane hanno varato un piano che (auspicabilmente) prevede per il futuro che le unità delle due Forze armate che schierano in linea il velivolo di punta del dispositivo difensivo nazionale operino congiuntamente sia nel corso delle attività addestrative che in quelle operative.

FRATELLI COLTELLI

Fin qui tutto bene, tuttavia, le ridotte linee di volo che si stanno gradualmente formando con l’arrivo dei nuovi velivoli faranno capo a basi separate a seconda che si tratti di macchine dell’Aeronautica oppure della Marina. Sono arcinote in questo Paese le divisioni, le gelosie e gli orticelli, su di esse sono stati scritti documenti analitici, saggi storici, articoli di stampa che ne denunciavano l’irrazionalità e il dispendio in termini finanziari. A cominciare da quando i primi due piccoli velivoli a elica ceduti dagli alleati americani alla Marina militare italiana e recante sulla propria livrea le coccarde tricolori di quest’ultima, che dopo l’addestramento di alcuni piloti negli Usa venne scaricato nel porto di Napoli e immediatamente sequestrato dai Carabinieri, poiché allora la legge della Repubblica imponeva che tutto ciò che di militare volasse sul territorio nazionale fosse dell’Aeronautica.

UNA LUNGA EPOCA DI «QUERELLE»

Anche negli anni successivi si trascinarono polemiche e dure lotte su competenze e stanziamenti in bilancio, basti pensare, tra le tante, alle querelle degli anni Ottanta sulla portaerei della Marina, che divise politicamente (socialisti e democristiani in primo luogo)  gli alti gradi delle due Armi ed ebbe ampio risalto sulla stampa nazionale, e di qualche tempo dopo tra la stessa marina militare e la Guardia di Finanza per via del Sevizio Navale di quest’ultima. Tornando ai giorni nostri, appare evidente, soprattutto con questi chiari di luna, come razionalizzare ed efficientare costituisca un aspetto indefettibile anche per la Difesa, non fosse altro per il fatto che oggi i principi informatori sono quelli della guerra multidimensionale e distribuita, con linee orizzontali di intervento che implicano la messa a disposizioni in tempi velocissimi di piattaforme e assetti di vario genere a seconda delle esigenze e delle opportunità del momento.

L’AMALGAMA SARÀ FRUTTO DELLE ATTIVITÀ

Ebbene, finalmente entrano in linea anche in Italia i costosi F-35B, fatto che però per ragioni di bilancio e di razionalizzazione impone una gestione il più possibile condivisa, malgrado le rivalità e le specifiche caratteristiche dei due Servizi. Come addivenire a livelli adeguati di sinergia? Al riguardo c’è chi ha prospettato il paradigma costituito dallo squadroon costituito nel Regno Unito per gli F-35B della Royal Air Force e della Royal Navy. In Italia si è deciso per una soluzione che salvi capra e cavoli, con le due Forze armate che faranno a loro distinte basi terrestri nelle quali schierare i propri velivoli, entrambe situate in Puglia: l’Aeronautica ad Amendola e la Marina a Grottaglie. Recentemente, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, generale Luca Goretti, ha pubblicamente dichiarato che l’amalgama sarà un naturale effetto delle attività addestrative e delle operazioni che verranno condotte assieme.

«PACCHETTI» FORNITI ALLA BISOGNA

Sostanzialmente – afferma l’elemento apicale dell’Arma azzurra -, nei casi in cui si verificheranno le esigenze derivanti da un’operazione navale l’Aeronautica porrà a disposizione un «pacchetto» composto da velivoli, piloti e personale addetto alla logistica e alla manutenzione, che si porrà sotti il comando di Palazzo delle Ancore ed eventualmente verrà imbarcato sulla portaerei Cavour. Viceversa, qualora l’operazione sarà di competenza dell’Aeronautica e vedrà il supporto di aerei della Marina. Questo nel quadro – sempre secondo Goretti – di un impiego degli F-35B in missioni all’estero nelle quali verranno rischierati in basi avanzate. La Marina ha già impegnato un proprio F-35B in specifiche attività addestrative congiunte con l’Aeronautica presso l’isola di Pantelleria, mentre lo scorso anno un velivolo dello stesso tipo dell’Aeronautica ha effettuato una serie di decolli dal ponte di volo della portaerei Cavour.

AMENDOLA E GROTTAGLIE

Goretti ha infine espresso soddisfazione anche riguardo al mantenimento delle citate basi terrestri separate in Italia, malgrado tale scelta sia risultata esposta ad alcuni critiche a causa della duplicazione dei costi di esercizio delle strutture. «La nostra base è Amendola – ha egli rimarcato -, mentre quella della Marina è a Grottaglie, perché essa vuole comprensibilmente disporre dei suoi simulatori nei pressi della base tarantina dove ormeggia Nave Cavour». Secondo il comandante della forza aerea anche le considerazioni sulla sicurezza hanno inciso sulla decisione di mantenere le due basi, questo in base al principio della dispersione degli assetti in caso di conflitto, che riduce la vulnerabilità complessiva dello strumento difensivo, soprattutto alla luce degli sviluppi impressi dalla guerra in Ucraina.

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