«Il terzo settore deve passare dalla dimensione assistenzialistica a politiche di autosostentamento, cioè situazioni economiche positive che siano in grado di garantire la sopravvivenza e lo sviluppo delle iniziative poste in essere dalle persone con disabilità o socialmente svantaggiate che si impegnano nelle attività». Questo il concetto di base espresso da Marino D’Angelo, presidente di Abili Oltre, una smart community del terzo settore che promuove, protegge e assicura un’idea di normalità che allarghi il suo orizzonte alla diversità di abili che disabili, riconoscendo nel lavoro la cifra della persona.
IL PROGETTO COLDIVERSA
L’intervento del presidente di Abili Oltre ha avuto luogo nel corso della recente presentazione della start up ColDiversa, avvenuta presso il Ministero della Cultura il 23 giugno scorso. La sfida è quella dell’uscita dalla gabbia dell’assistenzialismo per procedere invece verso l’ottenimento di condizioni di autosostentamento economico che possano garantire continuità e crescita occupazionale alle persone con disabilità o socialmente svantaggiate impegnate nei vari progetti. In questo senso l’universo del cibo costituisce una solida base dalla quale partire per conseguire gli obiettivi nel prossimo futuro, poiché i primi passi compiuti dall’associazione Abili Oltre in questo specifico settore risalgono al 2018, quando venne sviluppato il progetto “Piazza della Fiducia”, social street food gestito dall’Equipaggio della Fiducia, un gruppo di lavoro integrato formato da ragazze e ragazzi, sia con disabilità che abili, che operarono nella somministrazione di prodotti agroalimentari ed enogastronomici provenienti da realtà inclusive ed ecosostenibili.
UNA RETE DI DISTRIBUZIONE ALTERNATIVA
Due anni dopo, grazie al contributo erogato dalla Fondazione Prosolidar prese avvio il progetto ColDiversa, che allargò il campo delle attività poste in essere da Piazza della Fiducia alla realizzazione di una rete alternativa, solidale, inclusiva e sostenibile di distribuzione di prodotti nazionali e regionali social oriented agroalimentari ed enogastronomiche. Fare sistema per accedere alla dimensione di mercato della grande distribuzione attraverso il canale aperto da ColDiversa, questo in una fase caratterizzata dall’abbattimento delle precedenti barriere erette tra i sistemi cosiddetti «profit» e quelli «non profit», che attualmente vivono un momento di massima convivenza. La filosofia di fondo che ispira il progetto è quella dell’economia sociale, della diversa logica di profitto che va a beneficio della collettività. Dunque, guardare al prodotto e non al produttore in una proiezione economica rafforzata ai fini dell’inclusione.
LA «TERZA VIA» NEL MODELLO D’IMPRESA
Sottolinea D’Angelo che si tratta di «una terza via che dia gambe a un modello di impresa in cui gli aggettivi “economico” e “sociale” siano una parola sola. La nostra intenzione è infatti quella di intraprendere la strada tra attività profit e non profit attraverso la costituzione di una società benefit di capitali, ovvero un’impresa che, nell’esercizio di un’attività nel settore del social food, persegua finalità di beneficio comune operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone e comunità». Al riguardo va rilevato come il modello di società benefit sia già stato adottato da più di mille imprese italiane, che l’hanno riconosciuto quale strumento ottimale per l’implementazione della stakeholder governance e affrontare con prontezza le sfide poste sul terreno dell’inclusività, solidarietà e sostenibilità nel nuovo millennio.
Sul sito web insidertrend.it è possibile ascoltare la registrazione integrale dell’evento di presentazione che ha avuto luogo al MiC il 23 giugno 2022 (A460)