POLITICA, fenomeno Lega. A trent’anni dalle prime affermazioni elettorali del partito di Bossi un saggio ripercorre la storia quarantennale del movimento nato secessionista

Il volume è stato presentato il 9 giugno 2022 alla presenza dell’autore presso la Biblioteca di Storia moderna e contemporanea in via Michelangelo Caetani a Roma

La Lega dai suoi incunaboli a oggi, dalla leadership di Umberto Bossi, che ne fu il creatore la guida politica per tanti anni, a quella controversa di Matteo Salvini, un quarantennio di storia politica italiana articolato nei quattro capitoli di un saggio che ne ripercorre la storia.

IL SAGGIO DI PAOLO BARCELLA

L’opera, che è il frutto del lavoro del professor Paolo Barcella, docente di storia contemporanea all’Università di Bergamo, e che si intitola appunto “La Lega, una storia”, è stata presentata recentemente a Roma nel corso di un dibattito che ha visto la presenza dell’autore, che ha avuto luogo il 9 giugno scorso presso la Biblioteca di Storia moderna e contemporanea in via Michelangelo Caetani. La Lega ha vissuto molte vite, sia nelle vesti di forza di lotta che di governo; ha occupato politicamente i territori dell’Italia settentrionale raggiungendo picchi di consenso elettorale in Lombardia, Veneto e Piemonte. Ha conosciuto fasi di espansione e momenti di crisi, capovolgendo posizioni e prospettive. Nel corso della stagione della leadership bossiana ha alimentato le tensioni territoriali, alzando il vessillo dell’antimeridionalismo, invocando il federalismo e minacciando la secessione.

UN MOVIMENTO INIZIALMENTE INTERCLASSISTA

Un movimento che si fa partito inizialmente in chiave interclassista, politicizzando le diffuse paure della gente nei confronti di fenomeni ritenuti rischiosi per quell’universo tradizionalista nel quale la Lega rinviene il suo bacino di consensi, con Bossi e i suoi che fanno leva sulle minacce esterne asseritamente in grado di porre a repentaglio la sicurezza e il benessere delle regioni settentrionali del Paese. Un partito, la Lega Nord, che nelle sue prime fasi risulta apparentemente estraneo alla contrapposizione tra destra e sinistra in atto nell’agone politico italiano, poi, però, l’asse delle sue potenzialità in termini elettorali si sposta gradualmente verso una parte dei ceti produttivi che popolano quei territori, come le cosiddette «partite Iva», giungendo a proporre loro il sogno della decentralizzazione più estrema: la secessione, almeno nella retorica della comunicazione ufficiale.

BOSSI E L’ULTIMO PARTITO STALINISTA D’EUROPA

Sono gli anni dell’indiscussa leadership esercitata da Umberto Bossi, animale politico dall’indubbio istinto e dalle notevoli capacità, un capo che domina letteralmente il suo partito, ma che a volte non riesce (o, magari, se ne disinteressa) a controllare a controllare tutti i rivoli di parlamentari, consiglieri e amministratori, spesso arrivati alla Lega quasi per caso. Quando si sente oscurato, oppure alcuni suoi «colonnelli» gli creano problemi, lui li epura. Lo fa dall’oggi al domani cacciandoli via dal partito, non sono pochi i casi di cadaveri eccellenti della Lega che si contano nei quarant’anni della sua storia, al punto che essa inizia a essere definita sarcasticamente come «l’ultimo partito stalinista d’Europa». Una pratica applicata a molti elementi di vertice, ma non a tutti, poiché alcuni sono «mostri sacri» la cui espulsione ingenererebbe dubbi e scontento nella base.

SALVINI E LA «CHIAVE NAZIONALISTA»

Egli ha l’abilità e la capacità di cementare un vincolo in seno al proprio universo di militanti e simpatizzanti, un risultato che ottiene ricorrendo alla carta vincente della sua connessione con il territorio e la società dell’Italia settentrionale, in particolare di Lombardia e Veneto. Quindi le evoluzioni della linea politica del partito, in direzione di un conservatorismo che non mancherà di flirtare con alcuni settori, i meno aperti, del mondo cattolico. Poi, l’improvvisa malattia marginalizzerà Bossi dalla scena politica, mentre i successivi scandali che vedranno coinvolti esponenti del partito ridurranno drasticamente i consensi nell’elettorato, fino alla retorica delle cosiddette «scope padane». Con l’ascesa di Salvini alla segreteria la Lega riarticola le sue istanze in chiave nazionalista e cerca di superare l’antifascismo precedentemente dichiarato da Bossi, collocandosi tra le forze dell’estrema destra europea.

IL RILANCIO DELLA LEGA, POI IL PAPEETE BEACH 281

Salvini rilancia il partito e diviene ministro dell’Interno nel Governo Conte 1, una fase nella quale viene affermata una egemonia culturale a destra, contribuendo così a forgiare il senso comune di quella parte di elettorato. In quel periodo non sono infatti casuali i repentini cambi di casacca di numerosi politici di breve, medio e lungo corso attivi sull’intero territorio italiano, che abbandonano i partiti di precedente appartenenza per entrare a far parte di una Lega lanciata verso il successo, recando al seguito i propri «pacchetti di voti». Ma a partire dal 2020 le difficoltà derivanti dalla crisi pandemica rallentano la corsa di Salvini costringendo l’intera dirigenza (sempre più divisa al suo interno) a un rinnovamento d’assetto. Il saggio di Barcella si conclude proprio esaminando gli ultimi sviluppi della gestione Salvini, caratterizzati dalle sue derive «cesariste».

INFO

autore: Paolo Barcella

titolo: La Lega, una storia

editore: Carocci

collana: Quality Paperback’s

pagine: 240

formato: brossura

ISBN: 9788829013364

A450 – POLITICA, FENOMENO LEGA: UN LIBRO RIPERCORRE LA STORIA QUARANTENNALE DEL MOVIMENTO CREATO DA BOSSI. La Lega dai suoi incunaboli a oggi, dalla leadership di Umberto Bossi, che ne fu il creatore la guida politica per tanti anni, a quella controversa di Matteo Salvini, un quarantennio di storia politica italiana articolato nei quattro capitoli di un saggio che ne ripercorre la storia.
L’opera, che è il frutto del lavoro del professor Paolo Barcella, docente di storia contemporanea all’Università di Bergamo, e che si intitola appunto “La Lega, una storia”, è stata presentata recentemente a Roma nel corso di un dibattito che ha visto la presenza dell’autore, che ha avuto luogo il 9 giugno scorso presso la Biblioteca di Storia moderna e contemporanea in via Michelangelo Caetani.
Sono intervenuti: PATRIZIA RUSCIANI (direttrice della Biblioteca di Storia moderna e contemporanea di Roma), PAOLA STELLIFERI (storica e ricercatrice, responsabile della segreteria di “Contemporanea. Rivista di storia dell’800 e del ‘900”), EMILIO FRANZINA (storico e studioso delle migrazioni, in precedenza docente presso l’Università di Verona), GREGORIO SORGONÀ (segretario del Consiglio di indirizzo scientifico della Fondazione Gramsci), PAOLO BARCELLA (docente di storia contemporanea all’Università di Bergamo e autore del saggio “La Lega, una storia”), MICHELE COLUCCI (storico e ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche).
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