Alla luce dello scenario internazionale, definito come «molto complicato», il direttore generale della Fao, Qu Dongyu, ha invitato i paesi del Mediterraneo a collaborare al fine di mitigare i rischi alla sicurezza alimentare che sono stati ulteriormente aggravati dalla guerra in corso nell’Ucraina. «Dobbiamo mantenere aperto il nostro sistema di commercio alimentare mondiale – ha egli affermato – e garantire che le esportazioni agroalimentari non siano limitate o tassate”, ha detto oggi nel corso del vertice ospitato alla Farnesina sulla crisi alimentare nell’area del Mediterraneo».
UNA COOPERAZIONE SU QUATTRO ASSI PRINCIPALI
Lo rende noto il periodico specializzato “Africa e Affari” – https://www.africaeaffari.it/36920/africa-alla-farnesina-la-fao-invita-a-trasformare-il-rischio-di-crisi-alimentare-in-collaborazione-tra-paesi-del-mediterraneo – che riprendendo l’intervento del direttore della Fao, ponendo inoltre in luce i quattro assi principali sui quali dovrebbe concretizzarsi tale cooperazione, cioè maggiori investimenti nei paesi più colpiti dall’attuale aumento dei prezzi dei generi alimentari, riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, uso migliore e più efficiente delle risorse naturali (in particolare acqua e fertilizzanti) e, infine, grande attenzione alle innovazioni tecnologiche e sociali che si rivelano in grado di ridurre significativamente le perdite del mercato agricolo.
IL MONITO DELLA FAO
«L’insicurezza alimentare e i prezzi elevati possono diventare un fattore scatenante per l’instabilità», ha ammonito Qu Dongyu, che aggiunto come sia giunto il momento di «trasformare i sistemi agroalimentari per le persone, la pace e la prosperità, lavorando insieme in partnership». Il direttore della Fao non ha tuttavia celato i propri timori che l’aumento dei prezzi dell’energia e dei fertilizzanti possa «mettere a rischio il prossimo raccolto a livello mondiale», sottolineando come il mancato accesso ai principali fattori di produzione agricola rappresenti un rischio in particolare per quei paesi in cui la bassa fertilità naturale del suolo rende i fertilizzanti chimici spesso essenziali ai fini della produzione alimentare.
CONSEGUENZE DELLA GUERRA IN UCRAINA
Nella regione del Mediterraneo coesistono ventidue Stati in tre continenti e, se alcuni di essi posseggono settori agricoli forti, molti altri fanno sono invece costretti a fare affidamento alle importazioni per sfamare le proprie popolazioni. Sulla base di queste inquietanti considerazioni, Qu ha sottoposto all’attenzione dei partecipanti al vertice che ha avuto luogo alla Farnesina anche il fatto che nella maggior parte dei paesi della regione era stata registrata una tendenza all’incremento delle importazioni di cibo anche prima che la Russia attaccasse l’Ucraina. E proprio l’Ucraina costituiva una delle principali fonti di tali approvvigionamenti, quindi, ora rinvenire dei fornitori alternativi richiederà tempo e comporterà dei costi di trasporto più elevati.
UN FONDO CHE FINANZIA LE IMPORTAZIONI ALIMENTARI
«In questa situazione – ha proseguito Qu – la Fao ha istituito un fondo per il finanziamento delle importazioni di generi alimentari, che dovrà fornire un sostegno alla bilancia dei pagamenti dei paesi a basso reddito», quelli che appunto dipendono maggiormente dalle importazioni alimentari. «Dobbiamo lavorare insieme per una migliore produzione – egli ha poi concluso -, una migliore alimentazione, un ambiente migliore e una vita migliore per tutti, senza lasciare indietro nessuno. Facciamo del nostro meglio”, è stato l’invito lanciato in conclusione del suo intervento». Per approfondire il tema dell’impulso che lo sviluppo agricolo può fornire all’economia del continente africano è possibile fare riferimento all’analisi pubblicata dal periodico “Africa e Affari” al seguente link: https://www.africaeaffari.it/rivista/sempre-piu-agroindustria