GERMANIA, arte ed esposizioni. Da domani, al Bürgerhaus di Unterföring di Monaco di Baviera la mostra antologica del pittore Toni Zanussi

L'anima, la terra, il colore: arte d’azione e di inclusione in mostra al pubblico dal 20 maggio al 17 luglio 2022, un evento a ingresso libero che illustra novanta opere dell’artista friulano che testimoniano cinquant’anni della sua attività

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Dopo il grande successo ottenuto di recente al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste, la mostra “L’anima, la terra, il colore” dell’artista friulano Toni Zanussi (Qualso, Udine, 1952), si trasferisce al Bürgerhaus di Unterföring di Monaco di Baviera, laddove domani si inaugurerà alle sette della sera. La città bavarese è gemellata da quattordici anni con Tarcento, luogo d’origine dell’artista, che ha già ospitato una tappa maggiormente sintetica della rassegna.

CINQUE SEZIONI TEMATICHE

La mostra è suddivisa, come del resto lo fu a Trieste, in cinque sezioni tematiche scelte dall’architetto Marianna Accerboni, immagini che vengono corredate dai testi di quest’ultima. Esse testimoniano i cinquant’anni di attività dell’artista, espressa attraverso novanta opere di magnetica suggestione, molte delle quali di rilevanti dimensioni, fino a oltre due metri di lunghezza per un metro di altezza, tra acrilici e tecniche miste realizzati su MDF e originali installazioni di ampio respiro.

L’ONIRICA E I TEMI DEL SOGNO

A inaugurare la rassegna, visitabile a ingresso libero fino al prossimo 17 luglio, saranno il borgomastro di Unterföring, Andreas Kemmelmeyer, e il sindaco di Tarcento Mauro Steccati. L’esposizione vuole essere un’antologica per visionare l’arte poetica e sottilmente onirica di Zanussi, dalle tavole ai bidoni e alle casse, dipinti con colori vivaci e solari e raffiguranti i temi del sogno, che narrano di viaggi lontani nei territori della mente e del fantastico. I suoi lavori hanno le forme più diverse e affascinanti: rettangolari, circolari, a ogiva, e sono stati realizzati su diversi supporti, quali i sostegni MDF, il legno grezzo delle casse o il metallo dei grandi bidoni.

ORIZZONTI DI LUCE E SOBRI CROMATISMI

«La rassegna – afferma la stessa Accerboni – testimonia, in una sorta di orizzonte di luce e di cromatismi accesi, eleganti e al contempo sobri, l’universo creativo e la sperimentazione svolta da Zanussi. In mostra compare infatti un’ampia selezione di opere che raccontano il suo immaginario, stilato secondo una cifra molto personale, armonica e sottilmente dinamica: una pittura sgorgata dal cuore di un artista dal gesto pittorico incantato. Luminosi e talvolta in controluce, com’è spesso la vita, i suoi lavori ci parlano dell’esistenza reale, trascendendola e idealizzandola attraverso simbolismi iconici e di speranza».

LE OPERE E IL FILONE ARTISTICO DI ZANUSSI

In effetti, sotto il profilo critico l’opera di Zanussi si colloca nell’ambito di quel filone espressivo orientato a un’interpretazione della realtà arricchita da suggestioni oniriche, fantastiche, metafisiche e surreali, filone che in nome della libertà ha caratterizzato buona parte dell’arte e persino dell’architettura del Novecento e contemporanea, a partire da Mirò per giungere alle forme organiche dell’architetto statunitense Frank Gehry. Il pubblico potrà così godere di molti suoi lavori, alcuni dei quali inediti: dalle versioni policrome delle città invisibili al recente “Totem omaggio a Mostar” del 2020 che supera, in diagonale, i tre metri, al trittico formato dalle tre opere di forma ogivale “Cosmogonia”, “Cosmogonia nero terno” e “Cosmogonia rossa” del 1994.

COLORI VIVACI CHE DISSACRANO ED ESORCIZZANO IL MALE

Un’arte, quella di Zanussi, dove il male viene dissacrato, esorcizzato e superato attraverso composizioni dai colori vivaci, quasi allegri, che conducono chi li ammira in una realtà altra, in una fuga verso la speranza come nella serie più recente incentrata sul tema della pandemia, che l’artista ha definito «invisibile creatura», oppure ai lirici voli cromatici su Sarajevo e Mostar, che ricordano la tragedia della guerra. Egli si ispira alla natura e ai suoi mutamenti, ai colori e alle atmosfere che mutano con l’alternarsi delle stagioni. Immerso nei boschi del monte Stella, presso Tarcento, dove l’artista ha costruito il suo studio-atelier, un luogo ospitale e sempre aperto a curiosi e amici, il «pittore della cosmogonia e della contaminazione tra materia e realtà sociale, artista del recupero degli sprechi e poeta» (come lo definì Gillo Dorfles), raccoglie da anni crescente successo in Italia e all’estero.

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