FRANCIA, secondo mandato a Macron. L’Europa tira un sospiro di sollievo e da Washington arriva il sostegno di Biden

Dalla casa Bianca perviene l’incoraggiamento: «Avanti insieme in difesa democrazia», tuttavia, i prossimi cinque anni saranno estremamente impegnativi per l’Eliseo, poiché il presidente ha di fronte un paese diviso e polarizzato che con ogni probabilità porrà grosse difficoltà all’agenda riformista che ha caratterizzato il precedente quinquennio. Forse il prossimo primo ministro sarà una donna

Il presidente americano Joe Biden si è congratulato con quello francese appena rieletto alla carica, Emmanuel Macron; il messaggio giunto dalla casa Bianca è quello che i due Paesi «continueranno a cooperare per difendere la democrazia». «Non vedo l’ora di continuare la nostra stretta cooperazione – ha twittato il presidente statunitense -, in particolare per sostenere l’Ucraina, difendere la democrazia e contrastare il cambiamento climatico», definendo inoltre la Francia un «partner chiave».

IL COMPITO DI RI-UNIRE LA FRANCIA

Bene il sostegno della superpotenza d’oltreoceano, ma è comunque innegabile che la prima preoccupazione del presidente francese giunto al suo secondo mandato sia quella di riunire per quanto possibile il Paese. E ciò è emerso chiaramente dal discorso che ha pronunziato nell’immediatezza della sua rielezione, in quella gremita piazza parigina dove è giunto accompagnato dalle note del beethoveniano Inno alla gioia e dove in pochi minuti si è rivolto a tutti i cittadini, partendo, nell’ordine, dai suoi elettori fino a quelli che nell’urna avevano invece scelto la Le Pen, includendoli senza alcuna esclusione in un metaforico abbraccio attraverso il ricorso all’indefettibile retorica del «presidente di tutti i francesi». Ha infatti enunciato velocemente i temi oggi sul tappeto: pace, ecologia, benessere (cioè redditi e potere d’acquisto) ed Europa. Riconciliare il Paese: ma come?

PROSPETTIVE DIFFICILI

Già, poiché c’è molta incertezza nel prossimo futuro politico della Repubblica e l’aprile 2022 non è la stessa cosa del maggio del 2017. Quali aspettative potrà concretamente pensare di ingenerare nei francesi Macron in una situazione difficile come quella attuale? Rilanciare gli investimenti, liberare le energie attive del Paese, rimarcare la presenza francese nel contesto geopolitico, che non vuol dire soltanto conflitto in Ucraina, ma anche Mediterraneo e Africa subsahariana, con tutte le incognite che queste regioni caratterizzano. La rielezione di questo presidente espressione delle élite la cui esperienza è maturata tra le grandi banche e il board di Françoise Holland riuscirà davvero in questa fase così delicata a ottenere il consenso e l’approvazione, se non di tutta, almeno della parte maggioritaria della società francese?

IL VAGLIO POLITICO NON È ANCORA TERMINATO

Macron ha vinto, tuttavia per lui gli esami non sono ancora finiti, perché il vaglio dell’elettorato proseguirà nelle prossime settimane in una maratona che, con ogni probabilità, rilancerà le fasce estreme sia a destra che a sinistra dello schieramento politico nazionale. E lì i numeri potranno avere una valenza ben diversa da quella del ballottaggio contro una candidata sovranista come Marine Le Pen. Egli dovrà gestire e risolvere le crisi proseguendo nella sua agenda riformista, prestando però bene attenzione ai vasti settori della popolazione che esprimono profondi disagi a causa del deterioramento della condizione economica generale, dal potere d’acquisto della gente (seppure non così marcato) alle pensioni oggetto di riforma, tutti elementi forieri di potenziali ulteriori lacerazioni sul piano sociale. Nei prossimi anni Macron disporrà dei numeri sufficienti per governare? Un prima risposta a questo interrogativo la si potrà avere dopo i risultati delle imminenti prossime elezioni legislative per il rinnovo dell’Assemblea nazionale. Si tratterà davvero, come preconizzano Melénchon e la Le Pen del «terzo turno delle presidenziali»?

Condividi: