STRATEGIA, politica internazionale. Nulla sarà più come prima: il conflitto in Ucraina cambia tutto

Un’approfondita riflessione sugli epocali mutamenti in atto risulta indefettibile soprattutto in una fase turbolenta come quella vissuta oggi, caratterizzata, nella migliore delle ipotesi, da quella «nebbia di guerra» che tutto rende indecifrabile agli occhi delle opinioni pubbliche e, a volte, anche dei decisori politici. Si è dunque provato a fare il punto della situazione in un convegno che ha avuto luogo al Senato della Repubblica, partendo proprio dall’assunto riportato nel titolo di questo articolo di stampa

Domenica prossima in Francia si voterà al ballottaggio delle presidenziali tra Macron e la Le Pen. Molte scelte e orientamenti nelle cancellerie europee e mondiali rimangono per il momento ancora in frigorifero in attesa dei risultati della consultazione elettorale, seppure si ritiene che comunque vincerà l’attuale inquilino dell’Eliseo. La Francia è un paese importantissimo, un partner fondamentale per la tenuta dell’Unione Europea e, a maggior ragione oggi, anche in ordine alla linea politica da seguire per quanto concerne la guerra in Ucraina.

LA COERENZA È LA VIRTÙ DEGLI IMBECILLI

Infatti, un ulteriore spostamento dell’asse dei consensi verso le formazioni sovraniste indebolirebbe la coesione e il già difficile e impegnativo processo di sviluppo del progetto comunitario, questo checché ne dicano affermati leader politici italiani che cercano di rifarsi una verginità in senso europeista e atlantista. Ma, si sa, la politica è l’arte del possibile e l’importante è conseguire dei risultati pratici, d’altro canto non fu lo stesso Lenin ad affermare che «la coerenza è la virtù degli imbecilli»? Come lo stesso Macron, per altro, ebbe a dire non molto tempo fa che «la NATO aveva ormai l’encefalogramma piatto» (…).

C’È CHI SI «SPARA SULLE PALLE» DA SOLO…

Ebbene, tornando al tema all’ordine del giorno, cioè gli argomenti discussi nel corso del convegno che ha avuto luogo mercoledì 20 aprile 2022 presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani – la cui registrazione audio integrale è disponibile di seguito su indsidertrend.it, A426 -, è possibile prendere le mosse da un interrogativo per nulla peregrino sollevato da alcuni autorevoli e lucidi analisti di politica internazionale e materie prime energetiche: «Ma – essi si domandano retoricamente -, non è che gli americani si stanno per davvero sparando sulle palle da soli?»; insomma, la NATO ha tirato eccessivamente la corda andando a stuzzicare l’orso russo (affatto in letargo) suscitandone l’ira cruenta? E ancora, l’Occidente ha elaborato una (o più?) propria concreta strategia oppure insegue affannosamente gli avvenimenti?

CHE FARE?

Sempre approfittando delle efficaci espressioni del noto rivoluzionario citato in precedenza: oggi, che fare? Stabilizzati faticosamente i Balcani, l’Europa ha erroneamente ritenuto di essersi liberata dalle minacce, tuttavia non è stato così, poiché oggi l’ex kaghebešník Vladimir dal Cremlino persegue un proprio disegno imperiale nell’estero vicino della Russia, mangiandosi (dopo alcune fettine di Caucaso) l’Ucraina, che costituisce un elemento fondamentale del progetto eurasista di Mosca. E intanto penetra per bene l’Africa (dove già sono presenti e oltremodo attivi i discreti cinesini). Questi, tra gli altri, gli argomenti al centro del dibattito di ieri, con il focus sul Mediterraneo e l’Africa, giocoforza partner essenziali di Italia e Europa non solo sul piano energetico.

LA QUARTA SPONDA

Sarà difficile, però, sostituire l’Africa alla Russia, nonostante la defatigante opera di questo Governo, con i suoi massimi emissari (politica estera ufficiale e ufficiosa, Farnesina e Piazzale Mattei), perché ormai Roma si trova un po’ fuori dai giochi, dato che i players sono diventati altri: Russia, appunto, Cina Popolare e Turchia. Nel quadro complessivo delle dinamiche in atto va considerata inoltre la sfasatura tra il dinamismo della NATO e l’azione di Bruxelles, con l’asse dell’Unione Europea che si sposta nuovamente verso nord, a fronte di un contestuale consolidamento di un asse in seno alla NATO che registra una complesso di relazioni privilegiate tra Stati Uniti d’America, Regno Unito, Polonia e Paesi baltici. è il preludio di una “tempesta perfetta”? Chissà.

A426 – POLITICA INTERNAZIONALE, ATTUALI SCENARI E PROSPETTIVE FUTURE: NULLA SARÀ PIÙ COME PRIMA. Un’approfondita riflessione sugli epocali mutamenti in atto risulta indefettibile soprattutto in una fase turbolenta come quella vissuta oggi, caratterizzata, nella migliore delle ipotesi, da quella «nebbia di guerra» che tutto rende indecifrabile agli occhi delle opinioni pubbliche e, a volte, anche dei decisori politici.
Si è dunque provato a fare il punto della situazione nel corso un convegno al Senato della Repubblica, partendo proprio dall’assunto riportato nel titolo di questo articolo di stampa. L’evento, organizzato dalla rivista “Formiche” in collaborazione con l’Associazione Europa atlantica e REL (Relazioni Internazionali) ha avuto luogo presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani a Roma. Vi hanno preso parte FLAVIA GIACOBBE (moderatrice, direttore responsabile di “Formiche” e della rivista “Airpress”), ALESSANDRO DE ANGELIS (vicedirettore di “HuffPost” e autore del programma “Mezz’ora in più”, opinionista nel programma televisivo “Piazza Pulita”), FABRIZIO CICCHITTO (già parlamentare della Repubblica), PIERFERDINANDO CASINI (senatore della Repubblica, già presidente della Camera dei Deputati), MARIA STELLA GELMINI (ministro per gli Affari regionali e le Autonomie), MARCO MINNITI (presidente della fondazione Med-Or, già parlamentare della Repubblica e ministro dell’Interno), ENRICO BORGHI (parlamentare della Repubblica), UMBERTO RANIERI (giornalista, politico, già parlamentare della Repubblica e sottosegretario agli Affari esteri), ADOLFO URSO (senatore della Repubblica, già viceministro dello Sviluppo economico e attualmente presidente del Copasir e della fondazione Farefuturo), ANDREA MANCIULLI (già parlamentare della Repubblica e vicepresidente di Fincantieri).
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