Partendo dal presupposto che negli ultimi tre anni sono state poche le nomine episcopali nella Cina popolare e non tutte dovute all’accordo, nella sua intervista (il giornalista Andrea Gagliarducci ha esordito domandando al segretario di Stato vaticano cosa ne sarà dell’accordo con Pechino.
RIFLESSIONI IN VATICANO
«Stiamo riflettendo su cosa fare – ha replicato Parolin -, il Covid non ci ha giovato, perché ha interrotto il dialogo in corso. Ora stiamo cercando di riprendere il dialogo in maniera concreta, con incontri che speriamo avvengano il prima possibile e in cui si rifletterà sui risultati dell’accordo ed eventualmente sulla necessità di fare precisazioni o rivedere alcuni punti».
Quindi lei pensa che si potrebbe rivedere in qualche modo qualcosa dell’accordo?, ha rilanciato Gagliarducci.
«Lo spero».
Non si parla invece più delle relazioni con il Vietnam, sono due anni che non ci sono bilaterali…
«Ci sono i contatti, e prossimamente andrà di nuovo una nostra delegazione in Vietnam. Stiamo lavorando in quello che ormai è un metodo consolidato di rapporti e dialogo. Dopo la nomina del rappresentante non residente della Santa Sede in Vietnam si dovrebbe arrivare al prossimo passo, quello della presenza di un rappresentante della Santa Sede nel Paese».
SANTA SEDE, CINA POPOLARE E VIETNAM
Nella terza parte dell’intervista il cardinale segretario di Stato si è soffermato anche sulla situazione in atto nei Balcani e nel Caucaso. Leggi il testo integrale dell’intervista al seguente link: https://www.acistampa.com/story/cina-cardinale-parolin-spero-si-possa-cambiare-laccordo-19549?utm_campaign=ACI%20Stampa&utm_medium=email&_hsmi=209634853&_hsenc=p2ANqtz-8T73OY9Igh5PKyxMBqRY7pkVinbNW-mEzgtMXy0n7MOanNT_VOzR77-EnSKHu4W-l9iCqJ6nsihjUJ8JE93BbWuuWf5a6wAyl5V5-NbUAsPNKfexA&utm_content=209634853&utm_source=hs_email