Secondo fonti di oltre Tevere, «la presenza del cardinale Parolin sottolinea ancora una volta i buoni rapporti tra la Santa Sede e gli Emirati Arabi Uniti, cementati con la Dichiarazione della fraternità umana, firmata da Papa Francesco e dal Grande Imam di al Azhar Ahhmed al-Tayyeb il 4 febbraio del 2019».
SVILUPPO DELLE RELAZIONI BILATERALI
Riguardo alle relazioni tra il Vaticano e la petromonarchia del Golfo Persico va rilevato che lo scorso 2 febbraio è stata aperta la nunziatura apostolica, un segno tangibile di quanto la Santa Sede valuti lo sviluppo queste relazioni bilaterali, considerato anche che, finora, il nunzio ha risieduto in Kuwait, rappresentando la Santa Sede in Qatar, Bahrein ed EAU, seppure ancora non sia stato nominato un nunzio ad Abu Dhabi, ma, si ritiene all’interno delle Mura leonine, che ciò avverrà presto.
CRISI UCRAINA E POTENZIALE MEDIAZIONE DI DUBAI
Il padiglione della Santa Sede all’Expo è disegnato con una interpretazione della creazione di Adamo del tetto della Cappella Sistina, tre manoscritti arrivati dalla Biblioteca vaticana, un affresco dell’incontro tra San Francesco di Assisi e il sultano ottomano Malik al-Kamil nel 1219, video che mostrano la bellezza dei Giardini vaticani e una mostra dedicata alla citata dichiarazione della Fraternità umana. Parolin è giunto nel Golfo Persico in una fase internazionale estremamente delicata, con gli EAU che si sono rifiutati di condannare o sanzionare la Federazione Russa per la sua invasione militare dell’Ucraina, una posizione che rende Abu Dhabi uno dei pochi potenziali interlocutori al mondo che mantiene una finestra di dialogo diplomatico con Mosca.