di Ely Karmon, docente presso l’Interdisciplinary Center di Herzliya – Vladimir Putin ha autorizzato personalmente lo schieramento di ben 16.000 «volontari» provenienti dal Medio Oriente allo scopo di affiancarle alle sue forze, impegnate contro la dura resistenza degli ucraini. Nel corso di una riunione del consiglio di sicurezza russo che ha avuto luogo in marzo, informato del fatto che migliaia di mercenari erano giunti dalla Siria e da altri paesi mediorientali ed erano pronti a combattere al fianco delle forze di Mosca, il presidente russo ha così commentato: «Se vedi che ci sono persone che, di propria iniziativa e non per soldi, vogliono venire ad aiutare le persone che vivono nel Donbass, allora dobbiamo fornire loro ciò di cui hanno bisogno e aiutarle a raggiungere la zona del conflitto».
LA RESISTENZA BLOCCA L’ARMATA RUSSA
Poco dopo l’incontro, il canale televisivo del ministero della Difesa russo ha mandato in onda filmati di quelli che si sosteneva fossero combattenti siriani: essi scandivano slogan in favore della Russia e di Putin ed esibivano il simbolo «Z». Secondo il rapporto diffuso quotidianamente dall’Institute of War, al 17 marzo del 2022 le forze russe non avevano compiuto grandi progressi, mentre quelle ucraine avevano invece effettuato diversi contrattacchi a livello locale. I russi sono riusciti ad avanzare poco sul terreno e si sono visti costretti a continuare a far affluire elementi di riserva, inclusi il 1º Reggimento corazzato della Guardia e l’810ª Brigata di fanteria navale. Il Direttorato dell’intelligence militare ucraino (GUR) ha poi riferito che l’esercito di Mosca ha ordinato alla sua base a Hmeimim, in Siria, di inviare dal Paese arabo in Ucraina fino a trecento combattenti.
I «VOLONTARI» INVIATI DA ASSAD
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha promesso a Putin il reclutamento di 40.000 combattenti siriani da inviare in Ucraina, questo dietro la garanzia fornita a questi soldati del loro esclusivo impiego in funzioni di poliziotti nei territori occupati. Sempre il GUR ha inoltre segnalato come il morale tra le reclute siriane sia basso, riferendo dei diversi casi di autolesionismo registrati tra di essi mediante mutilazione per evitare di combattere al fronte. Molti di questi uomini hanno inteso il loro schieramento in Russia e Bielorussia come un’opportunità per disertare e successivamente emigrare nell’Unione Europea. A seguito della strenua resistenza opposta dagli ucraini all’Armata russa i piani di invasione elaborati dal Cremlino non hanno condotto a una «rapida vittoria», inducendo Putin a ricorrere in maniera indiscriminata alla potenza di fuoco, principalmente attraverso i lanci di missili e i tiri di artiglieria a lungo raggio, questo allo scopo di piegare la volontà del popolo ucraino di difendere il proprio territorio.
CITTÀ UCRAINE CIRCONDATE
Le unità corazzate di Mosca stanno accerchiando, oppure sono giunte a ridosso di diverse importanti città dell’Ucraina e, ora, il comando russo deve decidere se farle entrare in esse per occuparle e distruggere le forze della resistenza che vi si sono trincerate. Per avere un esempio concreto di cosa potrebbe accadere nella battaglia per la conquista di questi luoghi è sufficiente vedere le immagini delle battaglie condotte dall’esercito di Assad nelle principali aree urbanizzate della Siria, inclusi i quartieri periferici della capitale Damasco e i suoi sobborghi. L’esempio maggiormente calzante deriva dalla battaglia di Darayya, combattuta dal novembre del 2012 al febbraio del 2013), un evento documentato dai reporter di “ANNA News”, agenzia di stampa russa allineata al Cremlino.
IL REPORTAGE DI ANNA NEWS
In precedenza, se sviluppato, l’acronimo «ANNA» che denomina l’agenzia di stampa, stava per «Abkhazian Network News Agency», ma, una volta che la sua sede centrale venne trasferita a Mosca, al momento della registrazione dei filmati effettuata nel settembre del 2017, l’aggettivo «Abkhazian» è stata mutato in «Analytical». I suoi inviati in Siria erano embedded nelle unità dell’esercito di Damasco e, nel servizio che viene qui segnalato, commentavano in lingua russa le immagini girate della «vittoriosa battaglia» delle truppe di Bashar al-Assad contro i «terroristi ribelli».
Molto probabilmente questi giornalisti hanno funto anche da agenti per conto dell’intelligence militare russa sul campo prima che le forze di Mosca arrivassero in Siria nel settembre 2015. Il cortometraggio, che è visibile al link sottostante, costituisce un buon esempio di ciò che potrà accadere alle città ucraine nel momento in cui i carri armati russi faranno il loro ingresso nei centri urbani del paese che hanno occupato. Si consiglia di guardare fino all’ultima sequenza, quella della «trionfante» canzone russa.