UCRAINA, conflitto. Russia, fronte interno: quelli «contro» la guerra di Putin

Alcune analisi della situazione in atto indicano i presupposti di uno scontro tra il Cremlino e alcuni influenti settori del suo sistema-paese, in particolare centri di interesse economici e tecnologici. Dopo il dissenso di alcuni elementi di vertice dell’intelligence adesso iniziano a emergere i dissensi di imprenditori e scienziati: si tratta soltanto di «fog of war» fatta calare dagli americani, oppure queste indicazioni in parte rispondono al vero?

Un argomento delicato del quale ha trattato Patrick Tucker in un suo articolo pubblicato ieri da “Defense One” https://www.defenseone.com/technology/2022/03/civil-war-brewing-russian-tech-circles/363228/. In esso si asserisce che alcuni «elementi chiave» del settore della ricerca e dello sviluppo tecnologico russo facciano parte del gruppo anonimo denominati Stopwar22, persone che sui social network hanno espresso la loro contrarietà alla guerra scatenata in Ucraina da Vladimir Putin e dal gruppo di potere che a lui fa riferimento. Ovviamente, i post in questione sono stati in seguito censurati dall’apparato poliziesco di Mosca.

STOPWAR22

Secondo l’imprenditore e ucraino Denis Dovgopoliy l’elenco comprenderebbe un gruppo di attivisti e volontari che, in precedenza, avevano costituito la spina dorsale dell’imprenditoria investito che aveva investito capitali in Ucraina prima della guerra. La notizia trova diffusione in un momento nel quale le aziende russe del comparto high tech sono alla ricerca di adattarsi e sopravvivere alla nuova difficile e caotica situazione. Infatti, quale effetto del regime di sanzioni di cui la Federazione Russa è oggetto come conseguenza della sua aggressione militare all’Ucraina, settori quali quello del cloud iniziano a soffrire seriamente del sopravvenuto isolamento, con effetti deleteri sulle capacità degli sviluppatori locali e le segnalate perdite di potenza di calcolo causate dalla relativa carenza di server nel paese.

SANZIONI E CROLLO DELL’ECONOMIA RUSSA

Gli effetti di queste sanzioni per ora stanno interessando la classe media, che ha cominciato a impoverirsi, mentre le previsioni prospettano un incidenza del peso delle sanzioni sulle fasce meno abbienti della popolazione fra tre o quattro mesi almeno, cioè quella componente dell’opinione pubblica russa maggiormente dipendente dalle emittenti televisive controllate dal sistema di potere putiniano per le informazioni, un aspetto affatto irrilevante sul piano del mantenimento di margini di consenso alla guerra di occupazione in atto da parte del Cremlino. Resta tuttavia il fatto che, in assenza di un blocco delle importazioni dalla Russia di idrocarburi (anche solo di petrolio, che rende percentualmente entrate maggiori rispetto al gas), i risultati concreti sul piano economico delle attuali sanzioni potranno ottenersi sul medio periodo.

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