ARTE, esposizioni. Paolo Marcolongo, “Messa in scena”: a Padova fino al 27 marzo

La prorogata personale dell’artista patavino ha luogo presso il Museo Antoniano (Salette Basilica del Santo), in Piazza del Santo 11

È stata prorogata fino a domenica 27 marzo “Messa in scena”, la mostra personale dell’artista padovano Paolo Marcolongo ospitata nelle Salette e nelle teche del Museo Antoniano. Il pubblico potrà ammirare i vasi in vetro, i gioielli, gli “Astri Terrestri”, le “Geografie di carta” i “riquadri a geometria variabile” e le “Arature” realizzate dopo un lavoro di sperimentazione e ricerca che, unendo tradizione vetraria e arte orafa e utilizzando materiali e tecniche diverse, riesce a dare vita ad opere sempre nuove per stile e concezione.

MANUFATTI DIVERSI DALLA CONTEMPORANEITÀ

«La Veneranda Arca di Sant’Antonio ha promosso ed è lieta di presentare in questa mostra una serie di opere di Paolo Marcolongo, a cui si addice perfettamente lo spazio nitido, bianco e silente delle salette del Museo antoniano – afferma Giovanna Baldissin Molli, presidente della Veneranda Arca di Sant’ Antonio -; da alcuni anni, difatti, questi nuovi spazi hanno accolto esposizioni diverse, di tecniche tradizionali, passate indenni, come forme artistiche e materiali, attraverso i secoli, come la pittura, o di formulazione, pur ultracentenaria, più recente, come la riproduzione dell’immagine con mezzi meccanici e la più recente arte fotografica. Ora questa mostra disseminata negli spazi delle salette e del Museo presenta manufatti diversi della nostra contemporaneità, tra piano e tridimensionale, disegno, incisione, scultura, tecniche aurificiarie».

CHIMICA E FISICA INTUITE E TRASVALUTATE POETICAMENTE

«Chimica e fisica intuite e trasvalutate poeticamente – sottolinea al riguardo il professor Adone Bradalise -, i materiali che compongono questa esposizione, che si può leggere come una finestra sulle linee oggi prevalenti nella pratica artistica di Paolo Marcolongo, comunicano da subito allo spettatore una sensazione che porta molto in prossimità della sostanza più intima della ricerca artistica che li ha plasmati. È quella che invita a percepire la centralità che nel discorso in essi sviluppato assume la sperimentazione tecnica, e nel contempo a cogliere in questa sorprendente esplorazione delle potenzialità della materia e nell’elaborazione dei suoi trattamenti non solo l’operare di un’ingegnosa mobilitazione di mezzi, quanto piuttosto la scoperta di una loro intrinseca valenza simbolica».

LABORATORIO WUNDERKAMMER

«L’atelier di Paolo è un laboratorio-Wunderkammer di creazioni stupefacenti e peraltro sempre nuove», come asserisce Marcello Barison nell’introduzione al catalogo che accompagna la Mostra, dato che Paolo Marcolongo «dà vita a opere sempre nuove per stile e concezione che, realizzate con materiali e tecniche diverse, danno luogo a serie elegantemente coerenti ciascuna delle quali, costruita su di un intimo criterio di affinità formale, potrebbe occupare una diversa stanza di museo. Che è poi quello che accade in questa esaustiva personale dell’artista, dove il ventaglio dei lavori esposti, raggruppati per tipologia, offre un’ampia prospettiva sugli ultimi anni di attività, documentando con precisione la varietà della sua produzione, dunque delle tecniche e dei motivi».

UNA PROFONDA RICERCA ARTISTICA

Quella di Paolo Marcolongo è una ricerca artistica che lo ha portato all’ideazione di vasi in vetro, nella realizzazione dei quali l’artista ha impresso al procedimento – che viene realizzato nelle più prestigiose fornaci di Murano, sotto stretta supervisione – una serie di alterazioni rivoluzionarie quali l’intrusione, prima del raffreddamento, di filamenti ferrosi che, incorporati al materiale, conferiscono loro un’insospettata qualità organica capace di articolarsi in versatili inflorescenze vegetali che si mantengono però effimere, poiché comunque imprigionate nelle trasparenti alchimie del vetro.

Affini ai vasi, sono i gioielli, realizzati anch’essi da un radicale rinnovamento delle possibilità dell’arte vetraria. In occasione della mostra questi oggetti, concepiti dall’artista come minimali operazioni scultoree, sono esposti al Museo Antoniano nel soppalco che ospita le teche dove sono conservati i capolavori dell’oreficeria storica, mostrando come le più moderne creazioni possano abitare con delicata magnificenza gli spazi adibiti per ospitare le più antiche rinnovando la percezione di quei luoghi senza però tradirne lo spirito

VETRI DI MURANO

L’arte del vetro di Murano agisce in stretta simbiosi con la pratica dell’artista anche nella realizzazione degli “Astri Terrestri”, pietre lunari in cui l’arte della sabbiatura e un massiccio ispessimento dell’involucro hanno conferito opaca e porosa gravezza. Simili ad una colata lavica ormai fossile, rimandano a un enigmatico universo minerale di forme e segni.

La sperimentazione sui materiali ha portato Marcolongo anche a confrontarsi con le mille potenzialità della carta e di sfruttarne tutte le possibilità formali.  Nascono da qui le “Geografie di carta” e le “Arature”, dove il materiale perde la sua caratteristica di bidimensionale tabula rasa per acquisire una prospera vitalità formale. La punta che la intarsia, come un vomere, riversa ai bordi eleganti rimasugli di cellulosa da riporto che, a sbalzo, tramutano il foglio in una minuta geografia di crinali e avvallamenti.

INFO

La mostra, promossa dalla Veneranda Arca di S. Antonio con il Museo Antoniano, è realizzata con il contributo di Autoserenissima Jaguar Land Rover, Barco Teatro, EMME Servizi di consulenza e brokeraggio assicurativo, Italchimica, Sanitec.

Autore: Paolo Marcolongo

Titolo: Messa in scena

Luogo: Museo Antoniano, Salette Basilica del Santo, Piazza del Santo 11, Padova

Data: fino al 27 marzo 2022

Orari apertura al pubblico: da martedì a domenica dalle ore 09:00 alle ore 13:00 o 14:00, ovvero alle 18:00

www.arcadelsanto.org

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