L’annuncio della morte del leader di Islamic State (IS), Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, è stato dato questa mattina dal presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden, dopo avere seguito le fasi dell’operazione militare dalla situation room della Casa Bianca. Era stato lo stesso Biden nella giornata di martedì scorso ha dare luce verde al Pentagono per lo strike in territorio siriano, operazione che era stata pianificata già da un mese. Ora, il Dipartimento della Difesa ha resi noti alcuni particolari su di essa.
EMERGONO ALCUNI PARTICOLARI SULL’OPERAZIONE
Biden avrebbe ordinato alle forze speciali di condurre un’operazione di terra e non un attacco aereo, questo al fine di proteggere i civili che al momento dell’azione si sarebbero trovati all’interno dello stesso edificio dove era al-Qurayshi, persone delle quali vi era certezza che non avessero alcuna affiliazione con IS.
Le special forces hanno fatto irruzione nell’edificio dopo la mezzanotte del 3 febbraio, ora locale, e nelle prime fasi dell’operazione sono riusciti a evacuare un uomo, una donna e alcuni bambini dal primo piano, poiché non erano a conoscenza di chi potesse trovarsi in quel momento al terzo piano. I militari americani hanno quindi avvisato i residenti locali che era in corso un’operazione cinturando la zona in modo che questi ultimi non venissero coinvolti involontariamente.
ANALOGIE CON L’ELIMINAZIONE DI AL-BAGHDADI
Al momento in cui i militari americani sono giunti in prossimità del capo jihadista, questi ha fatto esplodere un ordigno che ha provocato la morte di sé stesso, della propria moglie e dei suoi figli. La deflagrazione ha distrutto gran parte del terzo piano dell’edificio, scagliando i corpi delle persone al di fuori di esso.
Non vi sono stati feriti o decessi tra i militari del commando americano, in quanto essi al momento dell’esplosione si trovavano fuori dalla portata dell’esplosione. Come riferito in precedenza nelle nostre breaking news, la dinamica dell’evento di questa notte presenta alcune analogie con quello dell’ottobre 2019, quando a trovarsi nel mirino delle forze speciali statunitensi fu il precedente leader di IS, Abu Bakr al-Baghdadi, che si fece esplodere una volta vistosi perduto.
UN ELICOTTERO DISTRUTTO
Quasi al termine dell’operazione, che ha avuto una durata complessiva di due ore, un elicottero americano è stato fatto oggetto di tiri con armi da fuoco da parte di miliziani appartenenti a organizzazioni locali. Le forze speciali statunitensi hanno risposto al fuoco uccidendo almeno due elementi ostili. Al riguardo va rilevato che quella regione della Siria si trova sotto il controllo di Hay’at Tahrir al-Sham, gruppo terroristico affiliato ad Al Qaeda che aq seguito della disfatta degli jihadisti nel Paese arabo, è stata costretta a un graduale ritiro fino all’enclave di Idlib.
Un altro aeromobile ad ala rotante statunitense ha poi avuto un malfunzionamento di natura meccanica non correlato all’azione di fuoco di elementi ostili durante l’attacco, costretto all’atterraggio è stato quindi distrutto per ragioni di sicurezza lontano dalla zona delle operazione dal suo stesso equipaggio.
CHI ERA AL-QURAYSHI?
Al-Qurayshi aveva assunto la guida di IS a seguito della morte di al-Baghdad. In un rapporto redatto dal Combating Terrorism Center di West Point (CTC) nel settembre 2020 egli era stato definito come un religioso esperto di politica, inoltre, a suo tempo sarebbe stato proprio al-Baghdadi a indicarlo quale suo successore. Tuttavia, egli non avrebbe comunque ottenuto la stima di tutti i membri della sua organizzazione, poiché – riferiscono fonti dell’intelligence americana – poco tempo dopo avere ricoperto questo apicale ruolo, alcuni jihadisti attivi nella regione lo avrebbero sarcasticamente definito come un «califfo di carta», «uomo appartato», e «un signor nessuno».
Il CTC riferisce anche che nel 2008 al-Qurayshi venne interrogato dalle forze statunitensi in Iraq, quando era conosciuto come Amir Muhammad Sa’id ‘Abd-al-Rahman al-Mawla, cioè quella stessa persona che in seguito, nel marzo 2020, sarebbe stata inserita nell’elenco mondiale dei terroristi dal Dipartimento di Stato Usa.
TRACCIATO DALL’INTELLIGENCE USA
Sempre secondo Foggy Bottom, Al-Mawla è stato attivo nella precedente struttura organizzativa dello Stato islamico in Iraq e Siria (ISIS) e in, al-Qai’da in Iraq, progredendo costantemente nella scala gerarchica dell’organizzazione jihadista fino a divenire il Vice Amir. Egli viene ritenuto tra i responsabili del massacro a danno della minoranza yazida che viveva nell’Iraq nordoccidentale, avendo tra l’altro sovrainteso alla direzione delle operazioni delle milizie islamiste da lui dipendenti.
L’ultimo percorso dell’esistenza di al-Qurayshi era noto agli analisti della Defense Intelligence Agency (DIA) da almeno diversi mesi, poiché i leader di IS praticano ormai itinerari conosciuti attraversano aree del deserto siriano per spostarsi dal governatorato di Idlib alla provincia irachena dell’Anbar.