Dopo la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione della Germania, i popoli dell’est europeo, che per cinquant’anni avevano vissuto sotto la diretta influenza dell’Urss e nel Patto di Varsavia, hanno espresso con forza e determinazione la loro volontà e speranza di ricucire le loro antiche e profonde radici europee.
PRIMA E DOPO IL COVID, CON L‘AFGHANISTAN IN MANO AI TALEBANI
Nel 1995 Austria e Finlandia aderirono all’Unione Europea e nel 1999 entrarono nell’euro; nel 2004 essa si allargò a Slovacchia, Estonia, Lituania, Lettonia, Slovenia e, verso il Mediterraneo, a Cipro e Malta. Tra il 2007 e il 2015 tutti questi paesi entrarono anche nell’area euro, quindi, nel 2004, vi aderirono (restando però fuori dall’euro) Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria, seguite poi da Romania e Bulgaria nel 2007 e dalla Croazia nel 2013. Così oggi, dopo la Brexit, siamo a una UE a ventisette Stati e a un’Eurozona a diciannove.
Queste sono le prime righe dell’introduzione all’ultimo saggio scritto dal professor Mario Baldassarri, economista, già ministro della Repubblica e attualmente a capo del Centro studi economia reale.
RECUPERARE DOPO LA FASE DI STAGNAZIONE
“Italia ed Europa: si riparte, ma da dove si viene e dove si va?”, edito per i tipi di Rubbettino, affronta analiticamente il lungo periodo ventennale che ha preceduto la pandemia da coronavirus e prova a formulare delle previsioni per i prossimi venti anni che seguiranno. Al centro delle riflessioni di Baldassarri vengono poste la moneta unica europea e le imprescindibili riforme che nei prossimi trentasei mesi dovranno consentire al Paese di recuperare il tempo fino a oggi perduto.
Infatti, egli sostiene che tra il 2000 e il 2019 l’Italia è stato l’unico paese europeo che ha visto ridursi il proprio reddito reale per abitante, da 27.327 euro a 27.104. Asserisce al riguardo il presidente del Centro studi economia reale che nell’anno in corso anche l’Italia recupererà il buco generato dal Covid-19, ma dopo un grande rimbalzo dell’economia il prodotto interno lordo pro capite si attesterà a 27.433, cifra grossomodo pari a quella registrata venti anni fa, con la differenza, però, che allora il Paese si collocava un 20% sopra alla media europea eil 3% sopra a quella dei paesi nella moneta unica.
PNRR E RIFORME STRUTTURALI
A questo punto, i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) risulteranno determinanti ai fini della ripresa della crescita, tuttavia il loro effetto tenderà a esaurirsi dopo il 2024. Ma, ad avviso dell’economista autore del saggio, le riforme strutturali (fiscale, della pubblica amministrazione e della Giustizia e della concorrenza) sarà possibile crescere attorno e sopra il 3% all’anno, tornando così entro il 2032 nuovamente alla media europea e, cinque anni dopo, a quella dell’Eurozona. «Abbiamo quindi tre anni per varare le riforme – scrive nel suo libro Baldassarri – se davvero vogliamo recuperare il ventennio perduto».
Nel saggio edito da Rubbettino si parla inoltre della globalizzazione, delle opportunità che è in grado di offrire e dei problemi che, al contrario genera. L’autore asserisce che, a fronte dell’assenza di un «governo globale», si renda dunque urgente la costituzione in seno al G20 di un «comitato esecutivo», un nuovo G8 «che rappresenti e rispecchi la nuova mappa economica del mondo del XXI secolo».
L’EUROPA E LA GLOBALIZZAZIONE DEL XXI SECOLO
Insomma, in tale contesto è necessaria e urgente un’entità politica europea capace di partecipare alla costruzione di un nuovo governo mondiale assieme alle altre grandi aree del Pianeta. Conseguentemente, sottolinea l’autore del saggio, «occorre pensare subito a rendere permanente il Next generation EU e a ridefinire i parametri di un nuovo Patto di stabilità e crescita.
Titolo dell’opera: Italia ed Europa: si riparte, ma da dove si viene e dove si va?
Autore: Mario Baldassarri
Editore: Rubbettino
Collana: centro studi economia reale
ISBN: 978-88-498-7079-4
Pagine: 158
Prezzo: 14 euro
Il saggio è disponibile sia nelle librerie che online sui siti Amazon e Rubettino Editore.