MEDIO ORIENTE, Israele e Palestinesi. L’incontro tra Gantz e Abbas: riattivato un importante canale di comunicazione

Duramente criticato da molti, l’incontro dell’altro ieri tra le due personalità costituirebbe tuttavia un passo in avanti sulla strada della cooperazione tra Gerusalemme e Ramallah, ma sullo sfondo permane la minaccia costituita per entrambi dagli islamisti di Hamas. Le questioni dirimenti sono state analizzate in un intervento del dottor Pinchas Inbari, Senior Researcher presso il Jerusalem Center for Public Affairs

a cura del dottor Pinchas Inbari, Senior Researcher presso il Jerusalem Center for Public Affairs – L’incontro tra il leader dell’Autorità palestinese (AP) Mahmoud Abbas e il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz riflette l’attivazione di un canale di comunicazione tra lo Stato ebraico e Ramallah che segue un lungo periodo di disconnessione, qualcosa che è in essere principalmente in ragione della necessità di cooperare a fronte della crescente minaccia costituita da Hamas per entrambi.

SCONTRI DI POTERE INTESTINI A GAZA

A causa della lotta per il potere all’interno di Hamas, la leadership di Hamas a Gaza ha reso edotto Saleh Aruri del fatto che non sarebbe stato possibile integrarlo nel vertice interna del movimento islamista a Gaza e che, conseguentemente, si sarebbe dovuto fare strada in Cisgiordania, per altro suo luogo di origine, poiché egli è nativo di Arura, località non lontana da Ramallah.

Il suo auspicio era quello di partecipare alle elezioni generali che Abu Mazen aveva indetto sei mesi fa, ma dopo che questi le ebbe rinviate, Aruri decise di ritornare alle attività terroristiche compiute attraverso le cellule di Hamas in Cisgiordania. Ma stavolta gode del sostegno di Gaza, in virtù della posizione dal leader nella Striscia, Yaahya Sinwar, che ha informato l’Egitto di non considerarsi più esclusivamente il leader a Gaza, bensì di tutti i palestinesi. E questo assume il significato di una sorta di avallo di Sinwar nei confronti di Aruri ad agire per il proprio conto, malgrado i problemi che tale sviluppo è in grado di generare nelle sue relazioni con il Cairo.

HAMAS TENTA DI ESPANDERSI NEI CAMPI PALESTINESI DEL LIBANO

Infatti, gli egiziani non hanno gradito l’estensione delle sue pretese anche alla Cisgiordania, e il rinvenimento dell’arsenale di Hamas nel campo profughi di Burj-Shimali in Libano ha confermato le intenzioni dell’organizzazione islamista palestinese di conquistare anche i campi palestinesi nel Paese dei cedri.

Nonostante il via libera dato a Gantz dal primo ministro israeliano Naftali Bennet, Mahmoud Abbas si trova a dover affrontare una serie di sfide. Intanto va rilevato come nel vertice dei ministri degli esteri di Egitto, Giordania e Autorità Palestinese, Ramallah sia stata rappresentata da Hussein al-Sheikh, cioè uno dei più stretti collaboratori di Israele presenti nell’esecutivo palestinese, non invece quel Riyad al-Maliki, la cui attività principale è combattere una guerra diplomatica contro Israele. Maliki è una personalità che, seppur non oltrepassando linee rosse, le ha però certamente toccate, come quando ha intavolato stretti rapporti con Hugo Chávez, presidente venezuelano e l’uomo dell’Iran nel Sud America, oppure adesso con la costruzione di una relazione speciale con l’Algeria, lo stato del Nord Africa più vicino a Teheran.

BENNY GANTZ GIUDICATO ALL’AIA?

È stato riferito che nel corso dell’incontro tra Gantz e Abbas il ministro della Difesa israeliano abbia chiesto al suo interlocutore di adoperarsi affinché l’Autorità palestinese respinga le richieste di procedimento a suo carico presso la Corte penale internazionale dell’Aia, poiché secondo i criteri che informano i palestinesi egli sarebbe un criminale di guerra. Ora, Mahmoud Abbas questo però non può garantirglielo, perché la rivendicazione all’Aia costituisce il «fiore all’occhiello» dell’Amministrazione palestinese nella sua competizione propagandistica con Hamas, elemento di maggiore nocumento per Israele, tuttavia, Mahmoud Abbas ha fatto presente che l’estromissione di Maliki non è fuori questione e una volta che al-Sheikh prenderà il suo posto l’intero progetto dell’Aia andrà in fumo.

Ma, quello che Gantz non sa è che il nuovo presidente del Tribunale dell’Aia, il britannico Karim Khan, ha già riferito a Maliki che, mentre i casi palestinesi contro Israele non sono stati rimossi dall’ordine del giorno, esistono questioni più urgenti che hanno maggiori priorità.

IL FUTURO DELL’ASFITTICA ECONOMIA PALESTINESE

Dal momento che il nuovo governo israeliano ha deciso di mettere da parte i negoziati con i Palestinesi, il canale principale rimasto attivo è quello relativo alle questioni di natura economica, ma qui insorge un’ulteriore problema, quello creato dal primo ministro Mohammed Stayya, che mira politicamente al collegamento dell’economia palestinese con quella giordana.

I paesi donatori hanno sospeso l’assistenza economica a Ramallah a causa di una serie di problemi, tra i quali figura anche quello costituito da Shtayya, che vorrebbero estromesso dalla guida dell’Amministrazione palestinese, ma il Fatah si oppone fermamente a questo, da cui deriva la necessità per Mahmoud Abbas di rivolgersi a Israele per chiedergli assistenza finanziaria. Ma qui emerge un’altra difficoltà non da poco, dato che in questo caso lo Stato ebraico si troverebbe a coprire i costi dei versamenti erogati da Ramallah alle famiglie dei prigionieri e degli attentatori suicidi.

LA QUESTIONE DELLA SICUREZZA IN CISGIORDANIA

Infine, altri due aspetti all’ordine del giorno: l’incremento delle attività dell’Autorità palestinese nell’area «C», che Gantz è in condizioni di consentire nel quadro del Piano Trump sottoscritto da Israele, e la questione della sicurezza, riguardo alla quale le Forze di Difesa israeliane (IDF) si stanno già muovendo malgrado la diffidenza mostrata da Ramallah. Le operazioni condotte all’interno dei campi profughi richiederebbe l’incremento del livello di cooperazione in materia di sicurezza con l’Autorità palestinese. Allo specifico riguardo, una fonte della Sicurezza di Ramallah mi ha confermato che l’attuale livello di cooperazione con Israele è senza precedenti.

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