ENERGIA, ambiente. Gas climalteranti: secondo EDF «Il regolamento sul metano proposto dalla Commissione europea perde un’opportunità cruciale»

Nel 2021, l’inquinamento da metano è balzato in cima alla lista dell’agenda internazionale sui cambiamenti climatici, e questa tematica è emersa come una storia di successo alla Conferenza delle Parti sul clima delle Nazioni Unite, dove più di cento paesi hanno firmato un impegno per ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030

a cura di Enviromental Defence Fund (EDF) – Dagmar Droogsma è Assistant Vice President European Strategy & Engagement presso Environmental Defense Fund Europe.

Nel 2021, l’inquinamento da metano è balzato in cima alla lista dell’agenda internazionale sui cambiamenti climatici, e questa tematica è emersa come una storia di successo alla Conferenza delle Parti sul clima delle Nazioni Unite, dove più di cento paesi hanno firmato un impegno per ridurre le emissioni di metano del 30% entro il 2030.

Inoltre, il metano è stato anche oggetto dell’attuale campagna di regolamentazione dell’Unione europea, culminata questa settimana nella tanto attesa proposta legislativa della Commissione europea. Mitigare l’inquinamento da metano è l’opportunità più efficace e rapida che abbiamo per ridurre nell’immediato il tasso di riscaldamento, pur continuando a perseguire forme di energia più pulite per decarbonizzare l’economia. Purtroppo, il nuovo piano dell’Unione europea non riesce a cogliere l’attimo.

EMISSIONI CLIMALTERANTI

La legislazione stabilisce una rilevante impostazione tecnica rivolta alle aziende del blocco, comprese regole che disciplinano la misurazione e la rendicontazione delle emissioni, il rilevamento, la riparazione delle perdite e la fine delle pratiche di sfiato e di flaring (la dispendiosa abitudine di bruciare il metano in eccesso piuttosto che catturarlo e venderlo come gas naturale). Ciò che la proposta legislativa non affronta è il problema delle emissioni associate alle importazioni, che costituiscono l’85% del consumo di gas europeo. La maggior parte del metano da queste fonti viene rilasciato prima che il gas entri nell’Unione europea. e ciò nonostante – stando alla proposta – queste emissioni di metano upstream, e cioè a monte, continueranno a non essere regolamentate.

Questo, unito ad alcune carenze circa la copertura interna dell’Unione europea, si riflette nel fatto che la legislazione proposta viene applicata solo a un decimo delle emissioni totali di metano della catena di approvvigionamento gas dell’Unione europea.

COSA NON DOVREBBE ACCADERE SECONDO EDF

Questo non deve accadere. Del resto, l’Unione europea non è estranea al vietare merci non conformi alle proprie regole sociali e ambientali: automobili che non soddisfano gli standard di emissione, elettrodomestici che non soddisfano i requisiti di progettazione ecocompatibile, e persino alimenti come il cioccolato sono tutti beni soggetti a determinati standard di produzione.

Nei primi venti anni dal suo rilascio, il metano ha un potere di riscaldamento di oltre ottanta volte superiore a quello dell’anidride carbonica; le emissioni delle attività energetiche Oil & Gas, quelle dell’agricoltura e di altri usi industriali sono causa di oltre il 25% del riscaldamento attuale. Gli scienziati avvertono che non possiamo raggiungere gli obiettivi climatici di Parigi senza affrontare questo problema.

DIMEZZARE LE EMISSIONI

All’inizio dell’anno, una ricerca dell’Environmental Defense Fund ha dimostrato che applicando appieno le soluzioni già note in settori energetici come quelli del petrolio e del gas, le emissioni globali di metano potrebbero essere dimezzate, evitando così 0,25 gradi Celsius di riscaldamento aggiuntivo entro il 2050 e più di 0,5 C entro la fine del secolo. Escludere le emissioni di metano del gas importato significa perdere un’enorme opportunità (oltre a porre i produttori interni all’Unione europea in una posizione di svantaggio competitivo)

Avvertendo forse un mutamento nel dibattito pubblico e in quello politico, gli eurodeputati hanno mostrato una chiara comprensione dell’opportunità a portata di mano. Insieme ai deputati, gli Stati membri dell’Unione europea dovrebbero sfruttare lo slancio internazionale. A ottobre, la stragrande maggioranza del Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di aumentare il livello di ambizione della politica europea sul metano, compresi obiettivi vincolanti di riduzione delle emissioni di metano.

RACCOMANDAZIONI PRESENTATE ALLA COMMISSIONE EUROPEA

Nel quadro delle raccomandazioni presentate alla Commissione a settembre, un gruppo di lavoro delle principali società energetiche (tra cui Shell, BP e Total Energies) concorda sul fatto che sia «fondamentale affrontare le emissioni di metano sia dalle importazioni di gas naturale che dal gas naturale prodotto internamente».

La scienza è chiara: le azioni per mitigare le emissioni di metano rappresentano ad oggi il modo più veloce per rallentare il riscaldamento globale. Ciò che non è chiaro è se l’Europa nel suo insieme abbia davvero l’ambizione di intraprendere azioni serie e mostrare la sua leadership nella lotta ai cambiamenti climatici.

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