FRANCIA, passato coloniale. Parigi renderà pubblici i contenuti dei suoi archivi giudiziari relativi alla guerra d’Algeria

Lo ha annunciato venerdì scorso il ministro Roselyne Bachelot. L’apertura con quindici anni di anticipo è un gesto di distensione nei confronti del Paese nordafricano con il quale per diversi mesi le relazioni sono state tese. «La riconciliazione inizia dalla verità», si afferma a Parigi e, se ci sono state torture, « è nell'interesse del Paese riconoscerle»

Parigi renderà dunque pubblici i contenuti dei propri archivi giudiziari relativi alla guerra d’Algeria, una fase drammatica e tormentata della storia francese della seconda metà dello scorso secolo. L’annuncio dell’apertura degli archivi, che avverrà con quindici anni di anticipo rispetto alla data prevista, è stato dato dal ministro della Cultura Roselyne Bachelot a distanza di due giorni dalla visita compiuta due giorni prima nel Paese nordafricano dal titolare del dicastero degli esteri, Jean-Yves Le Drian.

UN GESTO DI DISTENSIONE

Si tratta di un evidente gesto di distensione fatto a sessant’anni dalla fine della guerra nei confronti di quella che fino al 1961 era stata una propria colonia (seppure suddivisa in dipartimenti come il territorio metropolitano) con la quale per diversi mesi le relazioni sono state tese.

Nell’occasione, la Bachelot ha inteso precisare che questa apertura eccezionale avviene appunto «con quindici anni di anticipo», venendo gli archivi nazionali generalmente declassificati settantacinque anni dopo i fatti dei quali trattano. Ella ha aggiunto che il  processo di riconciliazione deve basarsi sulla chiarezza e, quindi, «guardare in faccia la storia» rende pie più difficili le sue falsificazioni, poiché «non vanno costruiti romanzi nazionali su una bugia».

RICONOSCERE IL RICORSO ALLA TORTURA

«La falsificazione – ha ella aggiunto – conduce a tutti i problemi e a tutto l’odio. Dal momento in cui i fatti vengono riconosciuti e analizzati diviene possibile costruire un’altra storia, una riconciliazione. Con l’Algeria abbiamo da ricostruire soltanto sulla base della verità».

Alla domanda rivoltagli riguardo alle possibili conseguenze di questa decisione, in particolare qualora venga confermato il ricorso alla pratica della tortura da parte dell’esercito francese in Algeria, la Bachelot ha risposto che «è nell’interesse della Francia riconoscerlo».

LA POLITICA DEI «PICCOLI PASSI» DELL’ELISEO

Questo annuncio rientra nella politica di riconciliazione avviata dal Presidente Emmanuel Macron già il 13 settembre del 2018, quando riconobbe le responsabilità francesi in ordine alla scomparsa del matematico e attivista comunista Maurice Audin, avvenuta nel 1957 ad Algeri, attribuendone la colpa all’esercito francese e promettendo alla famiglia della vittima un ampio accesso agli archivi.

Il 9 marzo 2021, proseguendo in questa politica dei «piccoli passi», l’inquilino dell’Eliseo annunciò una prossima semplificazione delle procedure di declassamento della segretezza dei fascicoli classificati e conservati negli archivi da più di cinquanta anni, consentendo in questo modo la riduzione dei tempi di attesa per la desecretazione.

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