La Conferenza ministeriale Italia-Africa, ad avviso del ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio, è stata «uno spazio di confronto che abbiamo fortemente voluto come anello di congiunzione con la Presidenza italiana del G20 e subito dopo gli eventi preparatori della Cop26 e per questo motivo la presidenza della Commissione dell’Unione Africana parteciperà per la prima volta nella storia al G20».
Lo riferisce il periodico specializzato “InfoAfrica” (https://www.africaeaffari.it/35244/vertice-italia-africa-di-maio-sprona-ad-accelerare-lazione-climatica), che rende inoltre noto come quarantanove Paesi rappresentati, dei quali trentadue a livello ministeriale, decine di organizzazioni internazionali e regionali, imprese, hanno discusso nell’ambito di quattro panel tematici attorno ai quali si è articolata la Conferenza, con una tavola rotonda finale incentrata sul potenziale della Blue economy.
RESPONSABILITÀ COMUNI
Le conclusioni di maggiore rilievo rilevate dal titolare della Farnesina sono tre: il principio delle responsabilità comuni, ma differenziate in ambito ambientale; lo sviluppo della finanza agevolata e degli strumenti di finanziamento innovativi a favore dei paesi più vulnerabili; il ruolo degli investimenti nel sostegno della transizione energetica.
«In primo luogo, il principio delle responsabilità comuni, ma differenziate nel contrasto al cambiamento climatico. Gli Stati devono farsi carico di oneri proporzionali al loro impatto sull’equilibrio ambientale. Il Continente africano ha contribuito minimamente alle emissioni di anidride carbonica, ma sta pagando il prezzo più alto del cambiamento climatico», ha dichiarato Di Maio alla fine dei lavori.
In secondo luogo – sempre secondo il ministro – «occorre proseguire l’impegno per lo sviluppo della finanza agevolata e di strumenti di finanziamento innovativi per i Paesi più vulnerabili». Esisterebbe quindi una stretta correlazione tra sostenibilità ambientale e opportunità di crescita economica, poiché «nuovi posti di lavoro si stanno creando grazie all’energia pulita e alle iniziative contro l’inquinamento e per la riforestazione. Per sfruttare appieno queste possibilità sarà necessario favorire l’accesso a ingenti risorse economiche, superando alcune carenze del sistema finanziario globale».
LA PRESIDENZA ITALIANA DEL G20
Inoltre il ministro ha inquadrato in un ambito di regole e proposte la questione relativa al debito dei paesi in via di sviluppo, sottolineando che la Presidenza italiana del G20 intende proporre un modello «di ristrutturazione del debito attraverso la partecipazione di creditori ufficiali e privati, anche non membri del Club di Parigi, per rispondere all’esigenza di molti paesi a basso reddito di affrontare i problemi di sostenibilità del debito e liquidità nel medio-lungo termine», una proposta lanciata negli scorsi mesi dal consorzio di organizzazioni non governative italiane Link2007.
In ultimo, sempre secondo Di Maio, il ruolo degli investimenti in Africa «è cruciale per affrontare la transizione energetica. Questi investimenti andranno diretti verso grandi progetti infrastrutturali per sfruttare le risorse energetiche rinnovabili, come il solare, l’eolico, il geotermico, con l’Italia a fare da leader nel Continente africano».
NUOVE OPPORTUNITÀ
Nuove opportunità per gli investimenti esteri dovrebbero derivare anche dalla progressiva attuazione dell’area continentale africana di libero scambio, della quale l’Italia sostiene fortemente la costituzione quale incentivo, assieme ai protocolli sulla libera circolazione delle persone e sulla libertà dei cieli, alla condivisione di risorse e alla mobilità del capitale umano.
«Il passo decisivo per accelerare l’azione climatica in Africa passa da una discussione approfondita sugli attuali sistemi di finanziamento e sulla creazione di nuovi strumenti di sviluppo e dal coinvolgimento dei giovani che sono e dovranno essere protagonisti del cambiamento», ha concluso Di Maio, inquadrando l’impegno non solo nella prospettiva di uno sviluppo inclusivo, ma anche del consolidamento delle basi della pace e della stabilità in Africa.
ACCORDO SU GOVERNANCE TRA UNECA E FARNESINA
A margine della Conferenza ministeriale Italia-Africa è stato altresì siglato un memorandum d’intesa tra la Farnesina e Uneca (United Nations Economic Commission for Africa), finalizzato all’implementazione dei progetti di capacity building e governance in Africa grazie al sostegno fornito dalle Nazioni Unite. Lo riferisce sempre il citato periodico specializzato (https://www.africaeaffari.it/35243/vertici-italia-africa-firmato-accordo-su-governance-tra-uneca-e-ministero-esteri), che ha riferito che a firmarlo sono state il viceministro degli Affari esteri Marina Sereni e la segretaria esecutiva della Commissione economica per l’Africa dell’Onu/Uneca, signora Vera Songwe.
«È un memorandum di intenti per avviare progetti di capacity building, formazione, in materia di governance con l’Uneca, uno dei modi per mantenere il nostro focus sull’Africa», ha dichiarato a “InfoAfrica” Giuseppe Mistretta, ministro Plenipotenziario attualmente Direttore centrale Maeci per la regione subsahariana.
«Abbiamo avviato già un progetto che si chiama Innova election – ha egli precisato -, che portiamo avanti con la Scuola Sant’Anna di Pisa e altri, che cerca di migliorare le capacità tecniche per gestire un’elezione. Riguarda dieci o quindici paesi africani con cui siamo sulla stessa linea: stabilire capacità migliori di governance in Africa».