Lo scorso 14 settembre, l’arcivescovo Adolfo Tito Yllana, nuovo nunzio apostolico in Israele, ha presentato le sue Lettere Credenziali al presidente Isaac Herzog, eletto lo scorso 2 giugno e in carica del 7 luglio.
Al riguardo la stampa israeliana ha riferito che Herzog avrebbe ribadito il suo impegno in favore della libertà religiosa e della protezione dei luoghi santi, sottolineando inoltre come la voce del Pontefice rivesta molto importanza.
Yllana è stato nominato nunzio presso lo Stato ebraico e Cipro, nonché Delegato apostolico a Gerusalemme e Palestina lo scorso 3 giugno. Filippino di nascita, il prelato ha oggi settantatré anni e presta il suo servizio nella diplomazia della Santa Sede dal 1984. Egli è persona esperta e, anche in ragione di questa sua qualità, è stato chiamato a occuparsi della complicatissima situazione in quei luoghi, con una particolare attenzione alla trattativa per l’applicazione dei termini dell’Accordo stipulato con lo Stato di Israele.
Esso, siglato il 29 dicembre del 1993 a Gerusalemme, investe la materia relativa al riconoscimento della personalità giuridica cattolica, tuttavia, i negoziati finalizzati alla sua applicazione sono in corso ormai da tempo. Al riguardo, il cardinale Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, nel 2019 affermò che l’Accordo aveva aperto «una nuova fase nelle relazioni bilaterali», avviando al contempo «un significativo cammino di cooperazione».