ANALISI, migrazioni e accoglienza. La politica estera Europea per affrontare la crisi dell’immigrazione illegale dal Mediterraneo

La casa editrice Dar Abaad di Beirut ha pubblicato il libro “La politica estera dell'Unione europea nel Mediterraneo, Uno studio sulla crisi migratoria”, scritto da Hamza Jammoul. L’autore del libro, che attualmente è vice ambasciatore del Libano in Germania, è n possesso di un’ampia conoscenza sul tema, che ha messo ha frutto nella redazione di questo saggio

di Emanuela Locci, PhD History and Institutions of Modern and Contemporary Asia and Africa Historical, Political and International Department Faculty of Political Sciences University of Cagliari, Italy – Un libro che butta una nuova luce sulla politica estera europea nell’affrontare il difficile tema dell’immigrazione che fa rotta nel Mediterraneo.

La casa editrice Dar Abaad di Beirut ha pubblicato il libro “La politica estera dell’Unione europea nel Mediterraneo, Uno studio sulla crisi migratoria”, scritto da Hamza Jammoul. L’autore del libro, che attualmente è vice ambasciatore del Libano in Germania, è n possesso di un’ampia conoscenza sul tema, che ha messo ha frutto nella redazione di questo saggio.

Esso tratta gli elementi fondamentali della politica estera dell’Unione europea nell’area del Mediterraneo, con particolare riferimento al periodo compreso tra il 2011 e il 2017, ponendo il focus sulla crisi migratoria e dei rifugiati nel Vecchio Continente a causa delle ripercussioni delle rivolte note come Primavere arabe.

L’autore in questo volume illustra le misure poste in essere dall’Unione europea per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina; l’Agenzia europea per la guardia di frontiera e costiera (Frontex) i centri di accoglienza per rifugiati e la firma degli accordi di cooperazione con paesi terzi. Inoltre, Jammoul ha analizzato le sfide interne che l’Unione europea ha dovuto affrontare dopo l’ondata di rifugiati nel 2015, quando il numero di richiedenti asilo raggiunse la cifra di 1,26 milioni di persone, una situazione che contribuì alla crescita del populismo e rafforzò la disparità tra gli Stati membri a causa della differenza nella proporzione dei rifugiati accolti.

Inoltre vi sono delle differenze tra i paesi di primo ingresso, che sono i paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo, e il resto dell’Unione europea, in particolare i paesi continentali del nord.

Ciò ha innescato un acceso dibattito sullo spirito stesso dell’Unione europea, che si basa sulla solidarietà tra gli Stati membri, cioè sulla necessità di distribuire equamente le quote di rifugiati tra i paesi, e quindi ridisegnare il sistema di Dublino, che indica che  il paese di primo ingresso è responsabile del trattamento della domanda di asilo, con tutti gli oneri che ciò significa dal punto di vista pratico organizzativo.

Nello stesso contesto, il libro affronta gli sforzi compiuti dall’Unione europea per incoraggiare la stabilità e stimolare lo sviluppo sostenibile e la crescita economica nei paesi che sono considerati paesi di origine di migrazione e asilo; attraverso i programmi di finanziamento di Bruxelles della Politica europea di vicinato, la più importante delle quali è la cooperazione transfrontaliera nel Mediterraneo e il sostegno al dialogo politico in questi paesi.

In conclusione, l’autore ha esaminato l’efficacia degli strumenti europei nell’affrontare il fenomeno dell’immigrazione clandestina e ha indicato delle raccomandazioni che pongono in evidenza la necessità di sviluppare la cooperazione tra paesi europei e arabi sulla base della solidarietà e del partenariato serio,  modernizzare il partenariato euromediterraneo per far fronte a cambiamenti urgenti e adottare soluzioni comuni alle sfide comuni a condizione che le soluzioni siano adottate in primis, sulla base dello sviluppo economico e della stabilità politica.

Il messaggio lanciato è chiaro: non bisogna trasformare il Mediterraneo in una fortezza che respinge e che chiude i confini tra le sue due sponde, perché le soluzioni ai problemi vanno basate sul dialogo politico e lo sviluppo economico.

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