SICUREZZA, Ordine pubblico. No Tav, manifestazioni in Val di Susa, le richieste dei sindacati di polizia ai vertici: per FSP necessario cambiare strategia

Più Intelligence, fornitura di strumenti adatti agli operatori della Sicurezza e divieto di manifestare entro venti chilometri dai cantieri per la linea ferroviaria ad alta velocità, queste le richieste della sigla sindacale del comparto Sicurezza al capo della Polizia di Stato Giannini, che lunedì prossimo si recherà in prefettura a Torino assieme al ministro Lamorgese

Mutare strategia, più Intelligence, fornitura di strumenti adatti agli operatori della Sicurezza e divieto di manifestare entro venti chilometri dai cantieri per la linea ferroviaria ad alta velocità, queste le richieste del FSP, sigla sindacale del comparto Sicurezza rivolte al capo della Polizia di Stato, Lamberto Giannini, che lunedì prossimo si recherà in visita a Torino.

LAMORGESE E GIANNINI LUNEDÌ IN PREFETTURA A TORINO

«Bene, anzi benissimo la visita anche del Capo della Polizia Lamberto Giannini lunedì a Torino – ha dichiarato al riguardo Valter mazzetti, segretario generale di FSP -, come segnale di vicinanza ai Poliziotti impegnati sul territorio, specialmente al cantiere della Tav. Noi contribuiremo a che questa vicinanza possa essere concreta e tangibile avanzando a chi governa, per il suo tramite, precise proposte per contrastare questa delirante situazione di ripetuti e sempre più gravi attacchi di chiaro stampo para-terroristico, che va avanti da anni frenando un’opera pur stabilita dal Paese, con conseguenze pesantissime sugli operatori della sicurezza. Nessuno deve più avvicinarsi al cantiere, dove gli attacchi hanno anche un valore altamente simbolico».

A pochi giorni dagli ultimi gravi disordini presso il cantiere della Tav in Val di Susa, nel corso dei quali sono stati registrati attacchi contro le Forze dell’Ordine, assieme a Giannini in prefettura sarà presente anche il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

CAMBIO DI STRATEGIA

«Noi – ha affermato il segretario provinciale FSP Torino Luca Pantanella – chiediamo un cambio di strategia nei confronti della vigilanza al cantiere Tav, che è ormai la palestra d’Europa per la lotta antagonista. Sono passati oltre dieci anni da quando, per liberare l’area, le forze dell’ordine ebbero più di duecento feriti in pochi giorni, ma in tutto questo tempo abbiamo assistito a continui attacchi, con numerosi feriti fra i nostri. Il Governo esca dall’ambiguità e dica se la Tav è un’opera strategica per la nazione o se si vuole solo perdere tempo, in quanto le forze e le risorse impegnate per un gruppo sparuto di delinquenti sono impressionanti. Di certo i continui attacchi, i danneggiamenti al cantiere, il tendere cavi d’acciaio e i chiodi sull’autostrada sono da ritenersi attacchi terroristici e vanno trattati come tali. Non possiamo continuare a subire feriti restando in un bosco dove rischiamo di continuo agguati, muniti solo di lacrimogeni che non spaventano nessuno, servono strumenti adeguati che infatti hanno le altre polizie europee, come ad esempio i proiettili di gomma. Bisogna inoltre evitare che i criminali raggiungano i limiti territoriali del cantiere, ed è quindi necessario vietare le manifestazioni nel raggio di venti chilometri da essi, nonché potenziare il nostro servizio d’intelligence affinché si prevengano atti criminali e si isolino i facinorosi».

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